lunedì 5 dicembre 2016

La prospettiva e il punto di fuga





Il termine "prospettiva" definisce ogni forma di disegno della profondità spaziale, tentativi della risoluzione del problema sono rintracciabili fin dalle più antiche testimonianze artistiche.
Più precisamente questo termine indica il sistema di costruzione geometrica elaborato nel Quattrocento in ambiente fiorentino che rappresentava oggetti tridimensionali su un piano bidimensionale in modo che immagine e visione reale coincidano.
Nell'antichità classica vedute oblique o di scorcio esistono nella pittura dei vasi del VI secolo a.C. In età ellenistica la tecnica prospettica si perfezionò soprattutto attraverso le scene teatrali figurate, come nei dipinti pompeiani, di Boscoreale e di Roma (Casa di Livia).


 Città Ideale (1470-75 circa), Anonimo


Oltre a precise regole geometriche, in età ellenistica si ricorse anche alla prospettiva cromatica in cui i primi piani erano fatti risaltare con colori più intensi e gli sfondi erano più sbiaditi, per il filtro dell'atmosfera. Nel XIII secolo, con Cimabue e Giotto, ancora non si giunge a una visione unitaria dello spazio.


 Genshin Kyoraishi, The puppet play
foto di wikipedia.org


La ricerca di un metodo scientifico per la rappresentazione della profondità spaziale la storia  inizia con il Rinascimento, a Firenze, agli inizi del Quattrocento. L'inventore della corretta costruzione prospettica fu Brunelleschi che inventò un punto di fuga unico, fondamentale per l'umanesimo fiorentino. L'enorme fortuna della prospettiva rinascimentale fu dovuta al fatto che essa, permettendo una rappresentazione aderente alla visione reale organizzata in uno schema geometrico, costituiva una perfetta fusione tra scienza e arte.


Trompe l'oeil di Andrea Pozzo (1691-94)
Chiesa di Sant'Ignazio, Roma


Il prestigio della prospettiva geometrica fu tale che anche nei secoli successivi fu considerato l'unico e corretto metodo per rappresentare la vita reale.
Nel Seicento la prospettiva fu applicata in diversi campi, come la scenografia teatrale, l'architettura e la decorazione pittorica illusionistica (quadrature). Durante il periodo Barocco si verificò la scissione fra la ricerca scientifica e l'applicazione artistica, che si servì della prospettiva solo come mezzo di decorazione illusionistica e spettacolare e non più come strumento d'indagine della realtà. Nel Sei-Settecento essa venne impiegata anche per ottenere determinati effetti scenografici in architettura, con la costruzione di grandi assi prospettici culminanti in edifici di grande importanza.


 Melozzo, affresco della cupola della sagrestia di San Marco (Santuario di Loreto)


Nell'Ottocento ebbe inizio la revisione moderna della prospettiva, valutava il carattere astrattivi della prospettiva rinascimentale individuando la resa dello spazio come fattore "simbolico" delle linee di pensiero e di cultura nelle diverse epoche.



2 commenti:

  1. Interessantissimo questo post si si si :o) La prospettiva da' una visione molto reale di cio' che si vede dipinto ... anche perche' i nostri occhi vedono proprio cosi' nella realta' ;o) Questa tecnica credo che sia indispendìsabile nelle tavole ingegneristiche ma nell'arte diventa solo 'un modo di fare' che non tutti hanno seguito ;o) Moltissimi pittori anche famosi hanno ritratto 'di piatto' ... per non parlare poi degli astrattisti ... ehm che non si riesce a capire neanche il soggetto ritratto :o( A me pero' piase molto si', lo ammetto ... :o)

    RispondiElimina
  2. @ ZeN: La prospettiva è stata una rivoluzione in ogni campo, dalla progettazione degli edifici alla pittura. Questa è la sua storia, il percorso che è stato fatto per arrivare a realizzarla nel miglior modo possibile. :o)

    RispondiElimina