Questo è un borgo che conservo nel cuore. Non lo ricordo bene, perchè ci sono andata che nemmeno camminavo, ma ho una vecchia foto del 1956-57 in bianco e nero con mio nonno paterno seduto e me in braccio, ad Arquà Petrarca. E' uno dei più bei borghi del Veneto e mi ha sempre comunicato una profonda serenità.
Si trova a 406 mt, in provincia di Padova, dista 22 km da Padova, 25 da Rovigo e 60 da Venezia.
Il nome "Petrarca" fu aggiunto nel 1868, nel 50 a.C. il territorio fu aggregato alla decima regione romana e nel 985 è documentata l'esistenza di un castello di origine carolingia abitata nel 1040 dal feudatario Rodolfo Normanno. I marchesi d'Este, proprietari del castello, lo concesero poi in feudo ai conti di Abano (padovani), nel 1196-1205 il castello fu governato dal conte di Arquà. Nel XIII secolo, sotto la Repubblica di Padova, è sede di podestà, il villaggio è ormai un agglomerato urbano e nel 1318-1405 diventa sede vicarile. Francesco Petrarca vi muore nel 1374 e nel 1405 Arquà passa sotto la Serenissima Repubblica di Venezia di cui ne condivide le sorti fino al 1797, quando il Veneto è aggregato all'Austria.
Chiamata "la perla dei Colli Euganei", fu il ritiro del Petrarca negli ultimi anni di vita, con i suoi toni caldi della pietra e del cotto immersi in un mare di verde. Sereno borgo trecentesco, racchiude nei suoi scorci e nei suoi panorami la sua essenza, con i suoi vecchi lavatoi e abbeveratoi e la fontana detta del Petrarca, la chiesa arcipetrale di Santa Maria Assunta e la tomba del Petrarca in marmo rosso di Verona. All'interno della chiesa sono conservati affreschi di scuola veneto-bizantina. Palazzo Contarini è in stile gotico veneziano del XV secolo. Nel borgo si trova anche una casa romanica con aggiunte gotiche e quattrocentesche e una piccola dimora che era sede nel Trecento di un ospedale per mendicanti. L'oratorio della Santissima Trinità ha resti di affreschi e un polittico da Sant'Agostino (visitabile solo in determinate occasioni), la Loggia dei Vicari ha una caratteristica copertura in rame sostenuta da capriate in vetro che riflettono il sole creando giochi di luce. La casa del Petrarca, immersa nel verde, è preesistente al poeta, cui fu donata. Petrarca la ingrandì e migliorò, nel Cinquecento furono aggiunti la loggetta e gli affreschi ispirati alle sue opere. La suggestione di questo luogo oggi è diversa da come la vedeva Petrarca.
Fra i prodotti tipici, la giuggiola, e a lei è dedicata una festa. Fra i piatti, bigoli al ragù (spaghettoni fatti a mano con farina e uova, passati al torchio e conditi con ragù di manzo, vitello, maiale, funghi porcini e pomodoro).
Arquà è inserita nel Parco Regionale dei Colli Euganei. Fra i musei: la Casa del Petrarca (del Comune di Padova, conserva intatto lo studiolo in cui morì il poeta, è abbellita da pitture cinquecentesche ispirate al Canzoniere e ha un piccolo museo petrarchesco); L'Oratorio Santissima Trinità (conserva opere e manufatti); Fondazione Musicale Masiero-Centanin (mostra permanente di antichi pianoforti).
Effettivamente sembra un luogo ove regni la serenita' :o) Mi piace questa estrema semplicita' con cui si mostra nei palazzi storici e nelle sue costruzioni piu' antiche :o) Molto piacevole si'!
RispondiElimina@ ZeN: Pur essendo padana, cresciuta in Toscana, non nego che sta pianura è notevolmente pallosa, paesaggisticamente parlando. I Colli Euganei sono, per me, veneta, i primi luoghi ameni che si incontrano prima di inoltrarsi nelle Alpi. Colli abitati da noti personaggi che sceglievano queste terre per star tranquilli "in grazia di Dio". Tutto è bello e a misura d'uomo, ricordano la pace che regna sulle colline toscane, ma con architetture molto diverse. Penso anche all'Altopiano di Asiago... ;o)
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