venerdì 20 giugno 2025

Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano, Città Metropolitana di Firenze

 







Badia a Passignano


Abbazia


Entrata dell'Abbazia





Antiche cucine


Libreria


Interno della chiesa


L'Ultima Cena
del Ghirlandaio


Affreschi del Refettorio


San Michele Arcangelo che uccide il drago
(XII secolo)
foto da wikipedia.org

L'Abbazia esisteva già nel IX secolo, in stile romanico, gotico e rinascimentale è un monastero della Congregazione vallombrosiana (monaci Benedettini) nelle colline del Chianti in località Passignano, comune di Barberino di Tavarnelle. Più volte distrutta e ricostruita oggi appare più come un castello che un'abbazia, il complesso è racchiuso in una cortina muraria del Quattrocento con torri d'angolo e integrazioni neogotiche dell'Ottocento, quando fu trasformata in villa. La chiesa abbaziale fu interamente ricostruita nel Cinquecento, il compesso monastico dal 1986 è tornato di proprietà dei monaci vallombrosiani che nel Medioevo cercarono di contrastare la compravendita di cariche ecclesiastiche per volontà di San Giovanni Gualberto fondatore della Congregazione, sepolto nell'abbazia, questo pose la badia in posizione di prestigio anche attraverso le donazioni e gli acquisti che le permisero di amministrare vasti territori del Chianti con molti edifici adibiti al culto o all'accoglienza dei pellegrini, dei malati e dei poveri. Nel Trecento la ricchezza del monastero era enorme, nel XV secolo i lavori di ampliamento terminarono con l'opera di maestranze lombarde per le mura invece la parte in pietra fu eseguita dagli scalpellini di Settignano e i lavori pittorici, fra gli altri, dai fratelli David e Domenico Ghirlandaio. Nel 1549 la chiesa fu trasformata in stile manierista-barocco e nel Seicento-Settecento  furono eseguiti molti altri lavori. Nel 1810 le leggi napoleoniche fecero chiudere il monastero, si interruppe la vita monastica e tutti i beni mobili (archivio, biblioteca, ecc.) furono dispersi, quelli immobili furono dati in affitto (41 poderi e 80 case coloniche), solo nel 1818 i Vallombrosiani rientrarono con una piccola comunità ma nel 1866 con le leggi Siccardi vennero soppressi tutti gli ordini religiosi, un'altra volta, e il Governo italiano divenne proprietario di tutto lasciandone la custodia a pochi monaci. La badia fu messa all'asta e venduta nel 1870 al conte Maurizio Dzieduszycki, succedettero vari proprietari, oggi, restaurata, è visitabile.


2 commenti:

  1. Leggendo il post mi ha incuriosito sapere a chi appartiene oggi questa meravigliosa struttura e mi ha rallegrato apprendere che dal 1986 e' di nuovo dei Vallombrosiani, che a loro volta hanno ceduto la gestione del complesso (visite, terreni e cantina) ad una nota azienda vitivinicola 'chiantifera'. Per l'Arcangelo Michele ho un debole e quindi adoro tantissimo vedere i luoghi a Lui dedicati. L'Abbazia, a forza di aggiustatine piu' o meno pesanti, effettivamente oggi somiglia ad un castelletto ma, visto l'importanza e il potere che aveva quest'Ordine sul territorio, probabilmente questa fu quasi una scelta obbligata perche' e' immaginabile la quantita' di nemici che avevano accumulato. Quando 'gira il soldo' nessuno bada a spendere per imbellettare la propria dimora, ne' laici e ne' religiosi ... ed ecco allora come nell'Abbazia di Passignano iniziarono a spuntare mura perimetrali, torri e torrette, e ogni locale interno venne ristrutturato per mano di blasonate maestranze, scalpellini e artisti. La Chiesa e' ridondante e l'Ultima Cena del Ghirlandaio e' spettacolare. Essendo io pero' di animo un po' piu' rustico, sono rimasta affascinata dagli affreschi presenti nel Refettorio, dai soffitti della Libreria e dalle cucine. Il chiostro invece mi ha un po'deluso perche' mi appare tra l'impersonale e l'asettico. L'Abbazia di Passignano e' da 10 e lode si si si!

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  2. @ ZeN: Molto bella questa abbazia-castello-palazzo, apprezzo molto la cortina di cipressi che la circonda e, chiaramente, più gli interni che gli esterni, ben conservati gli affreschi, notevoli le decorazioni del soffitto della libreria e una specie di "ricostruzione" delle antiche cucine che all'epoca apparivano come l'ingresso all'inferno, quant'erano fumose e caotiche. Una gitarella a Passignano è da sempre gradita ai Fiorentini. :o)

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