Reykjavik (139.000 abitanti) è la capitale dell'Islanda, si crede sia stato il primo insediamento permanente dell'isola, fu fondata da Ingolfur Arnarson, esploratore norvegese, intorno all'870. Il significato del nome è "baia dei fumi" per i vapori di origine geotermica caratteristici della zona. Lo sviluppo urbano iniziò solo nel XVIII secolo, la sua vicinanza alle faglie principali della dorsale medio atlantica fa sì che vi si verifichino frequenti terremoti soprattutto, di bassa intensità, non avvertiti dalla popolazione. A fine maggio, giugno e parte di luglio non c'è la notte, d'inverno invece il sole si alza poco sopra l'orizzonte per non più di 4 ore al giorno. In inverno sono presenti tempeste e blizzard, le estati hanno temperature comprese tra i 10 e i 15°, la primavera è generalmente più soleggiata e negli inverni raramente si va sotto i -15°.
Nel 1749 furono insediate le prime industrie della trasformazione della lana, in seguito arrivarono le industrie per la trasformazione del pesce e i primi cantieri navali. Nel 1918 l'Islanda divenne un regno indipendente dalla Danimarca ma comunque sottomesso alla Corona danese. Negli anni Venti e Trenta la città prosperò con la produzione dello stoccafisso e dell'export di prodotti ittici come il merluzzo. Durante la II guerra mondiale fu occupata dagli Inglesi e poi dagli Americani che vi stabilirono le proprie truppe. Nel 1944 fu proclamata la Repubblica d'Islanda. Il forte sviluppo urbano ha portato a un boom edilizio, oltre a edifici più o meno antichi, Reykjavik ha numerosi edifici di architettura moderna, in generale la città è caratterizzata da tante piccole case con giardino, solitamente rivestite di lamiera.
L'Islanda mi ha fatto pensare alla Mongolia ... Terre in cui e' piu' facile non incontrare nessuno piuttosto che qualcuno. Questo generale spopolamento lo si nota soprattutto quando si prendono in esame le varie capitali e se ne legge il numero degli effettivi residenti. Reykjavik dovrebbe essere, oltre che poco abitata, forse anche abbastanza piccola ... insomma credo sia difficile perdersi. Nonostante sia cosi' a Nord e che non riesca a beneficiare completamente del sole ne' durante le classiche ore diurne, ne' durante tutto l'anno, mi ha meravigliato tantissimo che la temperatura difficilmente, nel suo momento piu' estremo, non scenda mai al di sotto dei -15°! Certo, tra corrente del Golto e geotermia, Reykjavik puo' considerarsi molto fortunata rispetto al generale clima isolano, che non credo sia cosi' invitante. Piu' che alla temperatura in se' stessa, a mio avviso, bisogna essere invece abituati a questa generale carenza di luce solare. Salvo qualche antico insediamento vichingo ormai completamente sparito, l'Islanda e' stata stabilmente abitata solo in tempi piuttosto recenti. Cio' significa che anche i caseggiati piu' datati, o i vari monumenti, ricalchino una tipicita' dalle radici poco profonde, fattore che ha inevitabilmente aperto le porte all'Internazionale. Mi ha meravigliato l'uso della lamiera per ricoprire le facciate mentre ho apprezzato la tanta voglia di colori. La Chiesa di Hallgrimskirkja sara' anche bella, non discuto ... ma mica me piase eh!
RispondiElimina@ ZeN: Reykjavik è una cittadina, non certo una metropoli, per lo più ha case basse nel suo centro "storico", case molto semplici e basiche senza nessuna concessione agli svolazzi. Il clima è quasi estremo e le ore di luce poche quindi l'uso del colore lo trovo essenziale. Il loro stile architettonico è comune a moltissime altre località, è così semplice che non può essere tipico. Sotto la Danimarca per molto tempo, credo gli stabili più vecchi ricalchino quella architettura. Non so qual'è lo stile nazionale islandese, fatico a trovarlo, eccetto che nella chiesa di Hallgrimskirkja, quello si vede che è fuori dal comune, le manca una bella spennellata di colore, almeno tutto quel grigio e quei volumi pesanti si noterebbero (forse) di meno. O.o'
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