sabato 20 giugno 2020

Roma e le sue chiese n.17




La Basilica di Santo Stefano Rotondo al Celio è in stile paleocristiano, iniziata nel V secolo.
E' stata gestita fino al 1580 dai Paolini ungheresi, da allora appartiene al Pontificio Collegio Germanico Ungarico in Roma (seminario pontificio per il clero inviato a Roma per completare la propria formazione religiosa presso il Collegio Romano) ed è la Chiesa nazionale di Ungheria.
L'edificio si inserisce nella "rinascita classica" dell'architettura paleocristiana romana, la pianta riprende, fondendoli, due modelli di edifici a pianta centrale: la pianta circolare e quella a croce greca.
La struttura presenta analogie con la pianta della rotonda della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Fu ornata da mosaici e rivestita di marmi preziosi tra il 523 e il 529.
La chiesa decadde nei secoli successivi e perse la copertura originale, fu restaurata nel 1139-43 con notevoli cambiamenti. Lasciata nell'incuria, nel 1420 ve n'erano solo i resti, nel Quattrocento fu restaurata dal fiorentino Bernardo Rossellino.
La chiesa venne affidata all'Ordine Paolino e nel 1580 a un convitto retto dai Gesuiti destinato ai sacerdoti di lingua tedesca, nello stesso anno intorno all'altare venero poste sculture e affreschi del Pomarancio.



2 commenti:

  1. Ohhh veramente bella! :o) Non la conoscevo, anzi per essere proprio sinceri ... neanche l'avevo mai sentita nominare. Sono convinta che non appartenendo al Vaticano, quindi con regole e restrizioni proprie, sia piu' nota agli amanti dell'architettura che non ai fedeli. Quando si parla di chiese paleocristiane siamo sul filo di lana che spesso sconfina nell'archeologia ;o) Devo ammettere che questa Basilica mi ha colpito molto e l'ho trovata molto bella e particolare soprattutto per la forma della sua pianta. Non credo si possa parlare di 'pezzo unico' ma e' indubbiamente raro ;o) Come molte chiese di quest'epoca, compreso l'annessa piazzettina antistante, non si trovano fronte-strada ma sono seminascoste e protette da mura come se fossero un luogo privato. Gli interni hanno pochissimi arredi ma non se ne sente la mancanza perche' l'occhio e' rapito dagli affreschi e dagli elementi architettonici che creano spazi molto particolari e inusuali. Immagino comunque che anche nelle sue sembianze piu' antiche, e priva di pitture, facesse la sua degnissima figura. Ti ringrazio per avermi fatto scoprire qualcosa di nuovo e di molto bello, e' proprio una chicchina, si'! :o)

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  2. @ ZeN: E' una delle mie "scoperte"!!! L'ho scelta per la sua unicità e bellezza difatti, gli affreschi del Pomarancio sono bellissimi, i colori tenui spaziano dal rosa al verde acqua e ad altri delicati colori pastello, un capolavoro. La pianta è particolarissima, per certi versi mi ricorda qualcosa di orientale...ma anche di romano, un insieme riuscitissimo che dà molta armonia. :D

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