Stemma della famiglia Sacchetti
"Virtute stat et labore"
foto da wikipedia.org
Antica famiglia nobiliare fiorentina nota almeno dal XIII secolo, accumulò ingenti ricchezze con la mercatura e l'attività bancaria ricoprendo varie cariche nella città di origine.
In seguito si trasferì a Roma dove ottenne prestigio nobiliare e grande ricchezza.
A Firenze abitarono la Torre dei Sacchetti (XIII secolo) in parte modificata da restauri ottocenteschi.
Ostili ai Medici nel XVI secolo furono costretti a lasciare le case e a spostarsi a Roma, aderendo al papato la famiglia acquisì prestigio e importanza. In gran parte si insediarono nel Rione Ponte, nel 1648 acquistarono dagli Acquaviva il palazzo in Via Giulia oggi Palazzo Sacchetti (1542-46).
Il palazzo fu progettato da Antonio da Sangallo, i Sacchetti lo abitarono fino al 2015 quando una parte fu ceduta ad altri proprietari. Ospita alcuni dei cicli più significativi del manierismo con opere di Francesco Salviati a cui si devono gli splendidi affreschi della Sala delle Udienze (1553-55), di Pietro da Cortona e Jacopino del Conte.
di Gaspar van Wittel
Nel XVI secolo acquistarono altre proprietà come il Pigneto e Castel Fusano che poi vendettero ai Chigi.
La Villa del Pigneto o Villa Sacchetti al Pigneto (XVII secolo) era una residenza suburbana a Roma, progettata da Pietro da Cortona per i marchesi Sacchetti, che sorgeva accanto a una pineta, da qui il nome della proprietà (Pigneto), attualmente nota come Pineta Sacchetti. L'opera risentì di varie tendenze, dal Bramante al manierismo, dagli architetti toscani al Palladio, Cortona creò un'opera che anticipò i princìpi fondamentali del Barocco. Dal Settecento la villa andò in rovina e fu abbandonata dalla famiglia che la diede in enfiteusi. Probabilmente la causa della sua rovina fu dovuta a una falda acquifera e alla mancanza di denaro per i continui restauri. Fu venduta nel 1859 ad Alessandro Torlonia che abbattè tutto ciò che restava, oggi rimangono i resti del capo centrale del fabbricato e vari ruderi fra rovi e arbusti.
Giulio Cesare Sacchetti (1587-1663) cardinale e vescovo
di Pietro da Cortona
I Sacchetti non sono nominatissimi a Roma se non per la Pineta che oggi fa' da punto di riferimento dato che la via antistante ne ha preso il nome: via della pineta Sacchetti. Passando in auto lungo la strada si vede una bella porzione di verde leggermente piu' rialzata del piano stradale. Non so' cosa vi sia dentro e non ho mai indagato perche' ritenuta da sempre zona abbandonata a se' stessa. Questo casato era indubbiamente benestante ma non e' mai completamente emerso ne' a Firenze ne' a Roma. Difatti dalla citta di provenienza dovettero scappare per i contrasti con i Medici e a Roma invece trovarono un tessuto 'nobiliare' fatto di famiglie super-blasonate e gia' super-ammanicate con la Chiesa che sicuramente non gradivano spartire il proprio potere con nuovi arrivati. Anche in campo immobiliare non mi pare abbiano avuto la vista lunga. L'antica Torre a Firenze e' piuttosto sobria e non spicca rispetto al circondario (e non so' se la cedettero visto il trasferimento); la Villa al Pigneto fu un progetto completamente fallimentare e la residenza in via Giulia, seppur bella e imponente, necessitava di forti oneri per il suo mantenimento. Insommino, non sembrano stati molto fortunati ... da banchieri a sbancati ... ecco :o(
RispondiElimina@ ZeN: Credo che la loro più grande realizzazione sia stata la Villa del Pigneto, nonostante il progetto del grande Pietro da Cortona fu collocata in un'area sbagliata in più risultò molto costosa nella manutenzione. Nessuno più se la sentì di farla "vivere" tant'è che è stata proprio rasa al suolo...capitano grandi e lussuosi progetti forzosamente abbandonati per le cause più disparate. Nonostante la poca popolarità del nome nella Roma odierna, lo ha lasciato per una sua zona. Quella sì che è notoria e dimostra la ricchezza di cui la famiglia godeva. Roma conserva nomi e casate "meteore" del panorma nobiliare che l'hanno frequentata, spesso non dicono nulla e risultano solo toponimi in cartina, ma ognuno ha un significato e perpetua un ricordo. Sacchetti compresi! :o)
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