Anita Garibardi
di Gaetano Gallino (1845)
foto da wikipedia.org
Solo durante il Risorgimento (1861-1922) la partecipazione femminile è riconosciuta, alcuni dei salotti più influenti in cui si incontrano patrioti, rivoluzionari e intellettuali italiani sono diretti da donne, particolarmente rilevante la loro presenza nel movimento mazziniano.
Alcune donne si distinguono anche sui campi di battaglia come Anita Garibaldi ma col nuovo Stato unitario si idealizzano le madri e le spose senza concedere alcun diritto alle donne: non possono votare, il diritto di famiglia è improntato alla supremazia maschile e preclude alla donna (attraverso la richiesta dell' "autorizzazione maritale") ogni decisione di natura giuridica o commerciale.
La donna adultera era punita con la detenzione da 3 mesi a 2 anni mentre il marito era punito solo in caso di concubinato.
Comincia la battaglia per la parità dei diritti e di diritto al voto, la pioniera fu la giornalista Anna Maria Mozzoni nel 1864, nascono i primi giornali e le prime associazioni femminili, nel 1874 le donne ottengono l'accesso ai licei e alle università ma molte scuole le respingevano. Fino al 1890 le donne italiane che conseguirono una laurea furono una ventina, molte professioni rimangono comunque precluse.
I cambiamenti legislativi sono molto lenti, le donne lavorano nei campi e nelle fabbriche ma sotto l'influenza di leader socialisti organizzarono i primi sindacati, nel 1902 fu approvata una legge (udite, udite) per proteggere il loro lavoro e quello dei bambini: "E' vietato loro di lavorare nelle miniere e le ore giornaliere sono limitate a 12".
Mette spavento pensare da quanto tempo e' iniziata la storia dell'uomo sulla terra, millenni fa', a quanti popoli e culture sono nati e morti ... e raffrontarlo con l'avvio della conquista sociale della donna il cui inizio puo' essere riportato a poco meno di un paio di secoli anni fa'. Parlo di 'conquista' perche' l'essere considerate al pari dell'uomo, e ricordo che ancora non lo si e' pienamente, e' stato un cammino completamente in salita, faticoso e tormentato. Tutto remava contro di loro: le leggi, la cultura popolare radicada all'inverosimile e, nel piccolo mondo fatto di quotidianeita', anche il marito, il fratello e il padre stesso. Immagino il grande sforzo e con quanta perseveranza le prime donne abbiano affrontato il ciclo completo di studi per giungere alla laurea. Ma non era assolutamente certo che queste pioniere della cultura poi sarebbero riuscite a inserisi nel mondo del lavoro. Le prime a fare piccoli passi avanti furono le benestanti, magari additate come estrose, e le poche che frequentavano circoli politici di un certo orientamento piu' aperto e umano. L'eroina Anita Garibaldi e' stata una meteora, una delle poche che si e' distinta e che la storia ricordi. Il vero problema e' che al raggiungimento di ogni piccolo traguardo bisognava guardare al prossimo con l'accortezza di non riperdere tutte le conquiste fatte fino a quel momento ... e intanto il tempo passava ...
RispondiElimina@ ZeN: Potrei apparire femminista vecchio stampo, ma non mi reputo così. Gli uomini "civilizzati" ci hanno sempre tenuto a tenere le donne come badanti-riproduttrici (molte morivano di parto, all'epoca...) lasciando a sè stessi tutti i ruoli sociali, poliici, religiosi, ecc. Gli uomini hanno destinato le varie società dove reputavano dovessero andare ma in fondo temevano le donne altrimenti non avrebbero emanato leggi che le costringevano al luogo a cui le avevano destinate. Marginale è fare un'eufemismo...se avessero pensato che fossero un branco di cretine senza cervello non si sarebbero nemmeno preoccupati di confinarle fra 4 mura...e non le avrebbero sfruttate (bambini compresi) fino al paradosso. Quando le società si accaniscono su una razza, una religione, un sesso, vuol dire che lo temono. Credo abbiano sempre saputo che il femminile avrebbe potuto tranquillamente soppiantare o affiancare il maschile, non hanno mai pensato che le donne avrebbero potuto migliorare tutta la società tant'è che hanno sempre evitato un confronto con quelle più preparate (certo, un tempo, non andavano a scuola...la massa femminile era analfabeta...per partorire a raffica non era richiesto un diploma...). Così solo in un tempo recente c'è stato un miglioramento legislativo che equipara i due sessi, e dico legislativo perchè nella pratica ancora la mentalità maschile in molti casi è rimasta ancorata ai vecchi comodi schemi anche ad alti livelli. Quindi non cantiamo vittoria, è una lotta "silenziosa" ancora in atto. A cominciare proprio da noi madri di maschietti a cui dovremmo insegnare il massimo rispetto per l'altrui sesso. Anche a costo di prenderli a mazzate. :D
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