Stemma della famiglia Bourbon del Monte
foto da wikipedia.org
I marchesi Bourbon furono una delle casate toscane più importanti del Medioevo che si diramò in Umbria e Marche e fra le famiglie più importani del Principato mediceo.
Palazzo dei marchesi a Monte Santa Maria Tiberina (Perugia)
La casata è documentata dal 1114 come Dal Monte Santa Maria, il prenome Bourbon fu aggiunto più tardi (forse nel XIII secolo) probabilmente dovuto allo stemma con tre gigli come segno di appartenenza alla parte guelfa.
Castello di Petrella (oggi Petrelle, Perugia)
Il primo marchese fu Ranieri, signore di Toscana (1014-27), ebbe una signoria sull'attuale comune di Monte Santa Maria Tiberina (Perugia). Vari i rami della famiglia stabiliti a Firenze, Perugia, Ancona, Sansepolcro e Cortona.
Con il fratello Elemperto, che fu vescovo di Arezzo, iniziò l'ascesa signorile della famiglia.
Palazzo Peruzzi-Bourbon del Monte
Borgo dei Greci, Firenze
L'ultimo marchesato sotto il governo mediceo cadde nel 1731. L'ablizione del marchesato, a seguito del Congresso di Vienna nel XIX secolo, cessò ogni titolarità nobiliare.
I Bourbon mantenevano il titolo onorifico di marchesi oltre a quello di patrizi romani ma senza i diritti feudali e presero a chiamarsi semplicemente Bourbon del Monte.
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Giovanni Angelico o Giannangelo Braschi, papa Pio VI (1717-99)
di Pompeo Batoni
I Braschi erano una famiglia nobile che dimorava a Cesena, i Braschi Serri provenivano da Sarsina (Cesena-Forlì), ebbero come capostipite il duca dei Longobardi e di Benevento Liutprando.
Romoaldo Braschi-Onesti (1753-1817)
Cardinale
Questo ramo produsse Pio VI e si estinse nel 1799, alla morte del papa.
Il nome continuò con Luigi Braschi-Onesti e con Romoaldo Braschi-Onesti, cardinale.
Palazzo Braschi, Piazza San Pantaleo, Roma
Luigi Braschi-Onesti fu il committente di Palazzo Braschi a Roma (ricostruito nel 1791-1804 in stile barocco e neoclassico, oggi Museo Barracco).
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Andrea Vici d'Arcevia
La famiglia Busiri Vici è italo-francese (unione della famiglia francese Beausire e quella italiana dei Vici d'Arcevia), dal XVII secolo in questa famiglia si sono succeduti molti architetti.
Andrea Vici (1743-1817) fu il primo architetto della Fabbrica di San Pietro, allievo del Vanvitelli.
Palazzo della Manifattura Pontificia dei Tabacchi (1860)
Piazza Mastai (Trastevere, Roma)
Andrea Busiri Vici (1818-1911) fu anche lui primo architetto della Fabbrica di San Pietro e architetto di papa Pio IX, fu inoltre architetto dei Doria Pamphilj e professore di architettura presso l'Università di Roma.
Carlo Maria Busiri Vici (1856-1925) progettò importanti opere a Roma tra cui Palazzo Giorgioli, il Palace Hotel in Via Veneto, la chiesa di San Giuseppe in Via Nomentana, ecc.
Sant'Ippolito (1933-34) in stile razionalista
Quartiere Nomentano
Clemente Busiri Vici (1887-1965) progettò oltre 300 lavori, anche all'estero, fra cui le chiese romane di San Roberto Bellarmino a Piazza Ungheria, Sant'Ippolito (Nomentano), San Fabiano e Venanzio e San Saturnino. Vari i palazzi e le palazzine e numerose ville.
Andrea Busiri Vici (1903-1989), oltre a numerose onoreficenze, ebbe il titolo di conte nel 1972 dal re Umberto II.
Giovanni Angelico o Giannangelo Braschi, papa Pio VI (1717-99)
di Pompeo Batoni
I Braschi erano una famiglia nobile che dimorava a Cesena, i Braschi Serri provenivano da Sarsina (Cesena-Forlì), ebbero come capostipite il duca dei Longobardi e di Benevento Liutprando.
Romoaldo Braschi-Onesti (1753-1817)
Cardinale
Questo ramo produsse Pio VI e si estinse nel 1799, alla morte del papa.
Il nome continuò con Luigi Braschi-Onesti e con Romoaldo Braschi-Onesti, cardinale.
Palazzo Braschi, Piazza San Pantaleo, Roma
Luigi Braschi-Onesti fu il committente di Palazzo Braschi a Roma (ricostruito nel 1791-1804 in stile barocco e neoclassico, oggi Museo Barracco).
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Andrea Vici d'Arcevia
La famiglia Busiri Vici è italo-francese (unione della famiglia francese Beausire e quella italiana dei Vici d'Arcevia), dal XVII secolo in questa famiglia si sono succeduti molti architetti.
Andrea Vici (1743-1817) fu il primo architetto della Fabbrica di San Pietro, allievo del Vanvitelli.
Palazzo della Manifattura Pontificia dei Tabacchi (1860)
Piazza Mastai (Trastevere, Roma)
Andrea Busiri Vici (1818-1911) fu anche lui primo architetto della Fabbrica di San Pietro e architetto di papa Pio IX, fu inoltre architetto dei Doria Pamphilj e professore di architettura presso l'Università di Roma.
Carlo Maria Busiri Vici (1856-1925) progettò importanti opere a Roma tra cui Palazzo Giorgioli, il Palace Hotel in Via Veneto, la chiesa di San Giuseppe in Via Nomentana, ecc.
Sant'Ippolito (1933-34) in stile razionalista
Quartiere Nomentano
Clemente Busiri Vici (1887-1965) progettò oltre 300 lavori, anche all'estero, fra cui le chiese romane di San Roberto Bellarmino a Piazza Ungheria, Sant'Ippolito (Nomentano), San Fabiano e Venanzio e San Saturnino. Vari i palazzi e le palazzine e numerose ville.
Andrea Busiri Vici (1903-1989), oltre a numerose onoreficenze, ebbe il titolo di conte nel 1972 dal re Umberto II.
Leggendo questi post sulla nobilta' romana, non esclusivamente intesa come indigena, mi sto rendendo conto che la conoscenza della citta' a livello toponomastico e monumentale, aiuta tantissimo a capire al primo colpo l'importanza che hanno aavuto questi casati nel contesto territoriale :o) Quindi la ricorrenza di sentir nominare determinati cognomi, associandoli ad un palazzo, una fontana o una piazza ... erano e rimangono i loro fondamentali biglietti da visita. :oD Continuando su questa linea, iniziamo con i Bourbon :o) Ecco ... mai sentiti nominare a meno che non si allacciasse il proprio nome ad un whisky o a un caffe' :o( Leggo che sono stati importanti signori del centro Italia e, secondo me, anche abbastanza furbetti! Se fossero andati a Firenze, sarebbero stati oscurati dalla fama Medici e, se vessero scelto Roma, sarebbero rimasti sempre ai margini di qualsiasi situazione dato che, tra i parenti, come massima carica religiosa potevano contare solo su un arcivescovo ... quindi navigare per altri lidi e' stata la scelta piu' ovvia ;o) Tutt'altra storia invece la racconta la famiglia Braschi ed e' sufficiente guardare il loro palazzo a due passi da Piazza Navona per farsi un'idea ;o) Pur proveniendo da Cesena credo proprio che si siano integrati benissimo nelle 'faccende' dello Stato della Chiesa ahahah. Non so' quale rapporto avesse il loro papa con il denaro, forse bellissimo, in quanto presumo che non si facesse mancare proprio nulla. ;o) Per capire questo concetto, bisogna aver presente che al tempo, ogni stato batteva la propria moneta che aveva nomi, effigi e valori diversi; anche i frazionamenti monetari assumevano nomi diversi da luogo a luogo. Quindi possiamo aver sentito parlare di scudi, fiorini e papetti eheheh ma attenzione! quando si arriva ai 'papabraschi' (espressione dialettale) li si deve associare alla generica palora di 'denaro'. Quindi non si parla di 'un valore' ma 'del valore' ahahah :oD Considerati al pari dei lilleri, palanche o schei ... ci sara' pure un motivo per cui e' ricordato proprio con quel papa! ahahah :oD Busiri Vici, conosciutissimi si'! E' il primo casato che incontriamo in questo viaggio tra la nobilta' che risulta privo di parentame religioso. Non dico che per lavorare, al tempo non abbiano dovuto oleare qualche cardine della sedia papale eh, ma con molto onore, la storia li annovera tra gli artisti. gli architetti e tra i personaggi piu' prestigiosi. Quindi da non confodersii tra la moltitudine di scrocconi che campavano solo sulle apalle altrui. Nobili di nome e di fatto ... praticamente mosche bianche! :o)
RispondiElimina@ ZeN: Non conoscevi i Bourbon? Aiaiaiai!!! Ahahaha!
RispondiEliminaNon credo siano nel gotha dei nobili che hanno orbitato intorno al Vaticano ma c'erano pure loro! :D
Già i Braschi hanno più brillato nell'Urbe. ;o)
I Busiri Vici invece erano tuttaltro mondo, solo Andrea diventò conte, e non da un papa ma da re Umberto II. Sono l'ormai tanto raro esempio di tradizioni lavorative familiari condotte egregiamente dai vari discendenti. :o)