Il regno di Liutprando fu il più lungo di tutti, il suo popolo gli riconobbe audacia, valor militare e lungimiranza politica. Si alleò con i Franchi e con gli Avari contro i potenziali nemici concentrandosi sulla conquista dell'Italia, mai nessun re longobardo aveva ottenuti simili risultati. Il suo potere si fondava sul suo carisma personale e sulla riorganizzazione delle strutture del regno.
Con Astofo fu conquistata anche Ravenna nel 751, con le sue campagne i Longobardi dominarono quasi tutta l'Italia.
Papa Stefano II chiamò i Franchi per sconfiggere i Longobardi, che persero: Ravenna passò al papa e il patrimonio della Chiesa si incrementò. Nel 771 di nuovo il papa chiese aiuto a Carlo Magno che scese in Italia e conquistò la capitale del regno, Pavia, realizzando un'unione fra i regni ma riorganizzando il regno sul modello franco con i conti al posto dei duchi.
Teodolinda
Cappella di Teodolinda, Monza
di Zavattari (1444)
foto da wikipedia.org
I domini longobardi dell'Italia centro-meridionale subirono differenti destini, nei secoli seguenti gli stati longobardi del Meridione furono travagliati da lotte intestine, da contrasti con il Sacro Romano Impero, l'impero bizantino, i vicini ducati campani della costa e i Saraceni.
Gli Stati longobardi vennero infine assorbiti dai Normanni (XI secolo) come tutta l'Italia meridionale.
Teodolinda
I Longobardi non erano un gruppo etnicamente omogeneo, durante la migrazione inclusero individui isolati o popoli incontrati durante il cammino, soprattutto con l'inserimento di guerrieri, la maggior parte era probabilmente composta da germanici ma non mancavano Avari e Romani.
Erano un popolo in armi guidato da un'aristocrazia di cavalieri e da un re guerriero, il titolo era elettivo, l'elezione avveniva nell'ambito dell'esercito che fungeva da assemblea degli uomini liberi (arimanni). Alla base della società c'erano i servi che vivevano come schiavi, a livello intermedio si trovavano gli aldii che avevano una libertà limitata ma una certa autonomia economica.
Assassinio di Alboino (1856)
Nel 568 il popolo era diviso in raggruppamenti familiari con funzioni militari con a capo un duca. Questi gruppi si insediarono in Italia in insediamenti fortificati già esistenti respingendo ogni commistione con la popolazione latina (i romanici) in difesa dei propri privilegi. Parlavano la lingua germanica, professavano la religione pagana o ariana e possedevano il monopolio del potere politico e militare.
La maggior parte del ceto dirigente latino fu uccisa o scacciata e i pochi scampati dovettero cedere ai nuovi padroni un terzo dei loro beni.
Re Desiderio
Una volta stabilizzati in Italia l'impronta guerriera lasciò il passo a una società differenziata con una gerarchia legata anche alle proprietà fondiarie, i Longobardi iniziarono a vivere nelle città, nei villaggi o in fattorie indipendenti. Con il processo di conversione al cattolicesimo ci fu un progressivo avvicinamento con un rimescolamento delle gerarchie sociali e l'uso esclusivo della lingua latina in ogni scritto.
Liutprando
Zecca di Benevento
Teodolinda
Cappella di Teodolinda, Monza
di Zavattari (1444)
foto da wikipedia.org
I domini longobardi dell'Italia centro-meridionale subirono differenti destini, nei secoli seguenti gli stati longobardi del Meridione furono travagliati da lotte intestine, da contrasti con il Sacro Romano Impero, l'impero bizantino, i vicini ducati campani della costa e i Saraceni.
Gli Stati longobardi vennero infine assorbiti dai Normanni (XI secolo) come tutta l'Italia meridionale.
Teodolinda
I Longobardi non erano un gruppo etnicamente omogeneo, durante la migrazione inclusero individui isolati o popoli incontrati durante il cammino, soprattutto con l'inserimento di guerrieri, la maggior parte era probabilmente composta da germanici ma non mancavano Avari e Romani.
Erano un popolo in armi guidato da un'aristocrazia di cavalieri e da un re guerriero, il titolo era elettivo, l'elezione avveniva nell'ambito dell'esercito che fungeva da assemblea degli uomini liberi (arimanni). Alla base della società c'erano i servi che vivevano come schiavi, a livello intermedio si trovavano gli aldii che avevano una libertà limitata ma una certa autonomia economica.
Assassinio di Alboino (1856)
Nel 568 il popolo era diviso in raggruppamenti familiari con funzioni militari con a capo un duca. Questi gruppi si insediarono in Italia in insediamenti fortificati già esistenti respingendo ogni commistione con la popolazione latina (i romanici) in difesa dei propri privilegi. Parlavano la lingua germanica, professavano la religione pagana o ariana e possedevano il monopolio del potere politico e militare.
La maggior parte del ceto dirigente latino fu uccisa o scacciata e i pochi scampati dovettero cedere ai nuovi padroni un terzo dei loro beni.
Re Desiderio
Una volta stabilizzati in Italia l'impronta guerriera lasciò il passo a una società differenziata con una gerarchia legata anche alle proprietà fondiarie, i Longobardi iniziarono a vivere nelle città, nei villaggi o in fattorie indipendenti. Con il processo di conversione al cattolicesimo ci fu un progressivo avvicinamento con un rimescolamento delle gerarchie sociali e l'uso esclusivo della lingua latina in ogni scritto.
Liutprando
Zecca di Benevento
Il periodo dei Longobardi in Italia, tutto sommato, duro' solo un paio di secoli ma furono anni 'intensi' in cui si modifico' il loro modo di fare e la loro cultura e, per contro, vennero quasi accettati dal popolo sconfitto. Da dominatori guerrieri a re mecenati e da conquistati a partecipanti attivi alla vita sociale, queste furono le fasi e i punti di avvicinamento che portarono all'integrazione dei due popoli. Con la loro conversione religiosa e il riconoscimento del proprio status dalla Chiesa, riuscirono ulteriormente ad affermare il proprio predominio in Italia ... cercando oltremodo di unificarla come un unico stato. Ma la lungimiranza e l'abilita' politica non si trovano al mercato, o si hanno o non si hanno :o( Ai discendenti di Teodolinda venne in mente di pestare i calli al Papa ... e fu l'inizio della fine. Le allenaze si modificarono e furono a loro volta cacciati. A questo punto viene da chiedersi come sarebbe proseguita la storia d'Italia se lo 'scimmunito' fosse stato piu' furbo. Forse gia' avremmo potuto avere un'unita' nazionale in tempi remoti, forse sarebbe stato meglio 'ridimensionare' i possedimenti della Chiesa in un secondo momento ... bha non lo sapremo mai :o( L'unica certezza e' che tutto l'operato della grande regina longobarda ando' in fumo e l'Italia venne suddivisa in tanti statarelli che dovevano rispondere a diversi 'padroni'. Insomma diventammo un campo di battaglia a tutto tondo :o( Ecco! :o(
RispondiElimina@ ZeN: La Chiesa è sempre stata governata come uno Stato laico, nè più nè meno. Mire territoriali, di potere e ricchezza non collimano un granchè con la religione. Ecco che, sfruttando la religiosità delle persone altolocate, imperatori, re, conti, duchi, artigiani, macellai, operai e schiavi, aveva un indotto notevole da cui pescare aiuto. Anche oggi. La minaccia di scomunica faceva tremare i polsi alle teste coronate perciò ha potuto usufruire dei servigi (udite udite) nientepopodimeno di Carlo Magno per aumentare i suoi territori. Lotte e guerre per il dominio, anche solo di un pollaio, hanno costellato per secoli l'Italia. Il risultato di tanto trambusto lo abbiamo sotto gli occhi oggi. Una meraviglia. Ahahaha!
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