martedì 28 agosto 2018

Mitologia romana, Strige, Abbondanza, Aio Locuzio, Anna Perenna, Attis, Aurora e Bacco

Strige (Strix)
Raffigurazione ottocentesca di Notre-Dame, Parigi
foto da wikipedia.org

La mitologia romana è divisa in tre parti: il periodo repubblicano (nata nei primi anni della storia di Roma, più legata al culto, si distingueva nettamente dalla tradizione greca ed etrusca soprattutto nelle modalità dei riti. Le figure dominanti del pantheon romano sono analoghe a quelle di altri nell'ambito del bacino del Mediterraneo, in primis quelle greche), il periodo imperiale classico (con estese adozioni della mitologia greca ed etrusca) e il periodo tardo-imperiale (con l'assunzione di molte divinità di origine orientale).
Finchè non entrarono in contatto con gli antichi greci ebbero miti propri come quelli di Marte e di Fauno, avevano un sistema di rituali, una gerarchia sacerdotale e un insieme molto ricco di leggende storiche sulla fondazione e lo sviluppo delle loro città che avevano per protagonisti degli umani, ma vedevano anche interventi divini.
La mitologia romana arcaica non era costituita da storie ma da complesse relazioni tra dei e uomini. I primi re come Romolo e Numa avevano una natura mitica. In aggiunta a queste tradizioni vennero adottate leggende eroiche greche facendo diventare, per esempio, Enea un antenato di Romolo e Remo. Avevano due classi di dei, quelli indigeni (dei originali dello Stato romano) e i nuovi dei (dei introdotti più tardi). I Romani avevano degli dei specialisti che venivano invocati in diverse attività come la mietitura, per esempio. Giove, il signore degli dei, era onorato perchè assistesse le fattorie e i vigneti, era il direttore delle attività umane e il protettore dei Romani durante le campagne militari oltre i confini.
Marte era il dio dei giovani e specialmente dei soldati, Quirino il protettore della comunità in armi e in tempo di pace. A capo del pantheon originario vi era la Triade composta da Giove, Marte e Quirino insieme a Giano e Vesta.
Non esistono molti racconti sulle loro imprese. Quando conquistavano i territori circostanti i Romani garantivano agli dei locali gli stessi onori degli dei romani e in molti casi le recenti divinità venivano invitate a trasferire la propria dimora nei nuovi santuari di Roma. Lo sviluppo della città attraeva stranieri a cui era consentito mantenere il culto dei propri dei, furono introdotti Mitra, Castore e Polluce (mitologia greca ed etrusca), Diana, Minerva, Ercole, Venere e altre divinità, alcune italiche.
Alla fine le divinità romane importanti erano identificate con gli dei e le dee greche.

Strige (Strix) è un uccello notturno di cattivo auspicio che si nutriva di sangue e carne umana. Il nome in greco significa "gufo" col quale viene confusa. Le Strix hanno un becco lungo e dorato simile a quello del colibrì che usano per succhiare il sangue dei bambini, la loro preda preferita. Hanno le ali solitamente con piume rosso porpora, le zampe ad artiglio nere come il carbone e occhi gialli rotondi senza pupilla. Varie le descrizioni fra cui quella di Polifonte e dei suoi due figli che, puniti per atti di cannibalismo, vennero trasformati in Strigi, uccelli da preda che gridano nella notte, senza cibo e bevande, portatori di guerre e conflitti civili. Ovidio le descrive come esseri con un grande capo, occhi sporgenti, becchi adatti al ratto, penne grigie, artigli uncinati, che volavano di notte attaccando i bambini incustoditi.

 Noel Coypel, 1700

Abbondanza (Abundantia) personifica la prosperità, è la custode della cornucopia con cui distribuiva cibo e denaro. E' spesso ritratta mentre regge la cornucopia e delle pannocchie di granoturco.

Conso era la divinità del seme del grano e dei depositi sotterranei per la sua conservazione; Cura rappresentava la preoccupazione, l'inquietudine e l'ansia; Feronia era la dea della fertilità; Febris era la dea della febbre che guariva dalla malaria, di derivazione etrusca; Furrina o Furina era una divinità arcaica legata alle acque; Giuturna o Iuturna una ninfa delle fonti; Iuventas era la giovinezza, proteggeva gli adolescenti e le associazioni giovanili; Aio Locuzio o Aio Loquente (Aius locutius o loquens) era "nunzio parlante", divinità dell'avvertimento misterioso che avvisò Roma dell'invasione dei Galli nel 390 a.C.; Anna Perenna era la dea che presiedeva al corso dell'anno, al suo perpetuo ritorno, inizialmente rappresentava la divinità dell'abbondanza e del nutrimento. Secondo Ovidio era sorella di Didone che, dopo la morte di questa, si rifugiò a Malta per sfuggire al fratello Pigmalione. Nuovamente costretta a prendere il mare, naufragò sulle coste del Lazio dove fu ospitata da Enea, ma suscitò la gelosia della moglie dell'eroe. Didone, apparsale, la esortò ad abbandonare la casa, da allora si crede che sia stata rapita dal mare, nascosta nei suoi antri. Era festeggiata il 15 marzo con lunghi banchetti in un bosco sacro alla dea (identificato ai Parioli), in queste feste c'erano grandi manifestazioni di allegria e intrattenimento come balli, canti osceni e soprattutto ubriacature.

Terracotta da Tarso (Turchia)
I-II secolo a.C.
Museo del Louvre, Parigi

Attis, associato a Cibele (dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici) era un servitore che si è autoevirato e che guida il carro della dea. Il centro principale del suo culto era Pessinunte (città anatolica nella Frigia) da cui passò nelle colonie greche dell'Asia Minore e a Roma nel 204 a.C.
Secondo la tradizione il demone Agdistis, nato dallo sperma di Zeus e che aveva caratteristiche sia maschili che femminili, era temuto dagli dei dell'Olimpo per la sua potenziale forza. Lo evirarono, il sangue sgorgato generò un albero di mandorlo o di melograno. La figlia del fiume Sakaya, Nana, colse il frutto dell'albero e rimase incinta, partorì Attis che crebbe allattato da una capra. Attis fu mandato a Pessinunte per sposare la figlia di re Mida ma durante la celebrazione del matrimonio Agdistis, innamorato del giovane, fece impazzire tutti gli invitati e lo stesso Attis che si amputò il pene. Dal suo sangue nacquero le viole mammole. Cibele ottenne che il giovane si salvasse e diventasse il cocchiere del suo carro.
Le sue vicende erano ben note ai Romani già nel I secolo a.C., in epoca imperiale il suo culto, che simboleggiava il ciclo vegetativo della primavera, ebbe una connotazione misterica. Ad Attis erano dedicate un ciclo di festività che si tenevano tra il 15 e il 28 marzo, celebravano la morte e la rinascita del dio.

Guercino

Aurora (la dea greca Eos) è la dea dell'aurora, annuncia l'arrivo della mattina. I suoi figli sono i venti.

Bacco e Sileno

Bacco (Bacchus) corrisponde all'etrusco Fufluns, è dio del vino e della vendemmia, del piacere dei sensi e del divertimento.
Il suo culto (baccanale) arrivò nella penisola italica nel II secolo a.C., è spesso raffigurato come un uomo col capo cinto da rami di vite, solitamente ebbro, spesso con in mano una coppa di vino o il tirso (bastone rituale attribuito al dio Dioniso e ai suoi seguaci, satiri e menadi, di vari legni (più spesso in corniolo) sormontato da una pigna e attorniato da edera o pampini di vite).
I suoi miti causavano vari disagi alla comunità, tanto che il senato romano proibì i suoi riti nel 186 a.C.
Bacco e i suoi culti furono soppiantati da Liber (dio italico della fecondità, del vino e dei vizi, aveva riti più quieti dei baccanali) nell'epoca classica.
Figlio di Giove e della mortale Semele, è nato come un semidio ma fu promosso a divinità da Giove per aver inventato il vino. Divenne uno dei 12 dei maggiori prendendo il trono di Vesta.

2 commenti:

  1. Che confusiun! ahahah :D La storia romana che solitamente la si immagina come 'geometrica, organizzata, militaresca, squadrata,ferrea' ... diventa veramente fru fru e fantasiosa quando si tratta di mitologia e religione :oD Divinita' antiche, divinita' nuove e divinita' importate quasi coesistono insieme in una sorta di liberta' e di tolleranza religiosa senza precedenti ... sino all'avvento della religione cristiana che portera' con se' sangue e persecuzione. Nella storia della mitologia romana e della sua divisione in tre parti, immagino comunque enormi periodi di transizione con tantissime sacche di 'arretratezza' e 'zoccoli duri' con una totale disugluaglianza di credi tra la roma cittadina e le zone piu' agricole e lontane. Indubbiamente c'e' da chiedersi un paio di cose:
    1- il perche' di tutti questi cambiamenti
    2- il perche' di tutta questa tolleranza
    Probabilmente sono due fattori che camminano di pari passo dato che la tolleranza puo' velocizzare il percorso del cambiamento. Non so' se ci sia una spiegazione per questo loro tipo di comportamente (sicuramente ci sara' ma io non la conosco). Partendo proprio dalla tolleranza si potrebbe pensare che lasciar adorare ad ognuno i propri dei, ad esempio alle popolazioni vinte, poteva servire per mantenerli piu' quieti; oppure perche' lo ritenevano come un puro atto personale, derivato solo dai propri usi e costumi. e che non avesse nessun influsso sulla vita quotidiana e sociale, quindi non pericoloso. Se non erro, i romani erano anche profondamente superstiziosi, quindi perche' mettersi contro degli dei sconosciuti? ... meglio lasciar correre ... ;o)
    Anche il fattore 'cambiamento' non e' facile da analizzare e non sappiamo se l'adottare nuove divinita', dimenticando le proprie, sia avvenuto perche' ritenevano che 'il nuovo' fosse piu' efficace 'del vecchio' o perche' semplicemente, per esempio la mitologia greca, era piena di storie e di 'spiegazioni' quindi molto descrittiva e di piu' facile comprensione.
    Per terminare, ci rimane un'unica grande osservazione da fare e' che se per un verso furono ferrei nel replicare architettoninamente tante piccole Roma in ogni parte del mondo e rigidissimi nell'applicare leggi e regole ... sotto l'aspetto religioso furono delle vere e proprie spugne :oD
    Non mi soffermo a commentare tutte le divinita' che hai nominato in questo post ma ti posso assicurare che ho sorriso su Strix ... pensando che dopo le 20 sarebbe il caso che svolazzasse sotto le tue finestre ahahaha :oD Molto particolare si e' sembrata Abundantia perche' corredata di simboli che oggi ci ricordano anche la fortuna. L'intramontabile dio dei vizi e degli ozi, Bacco, e' sempre onnipresente ... magari cambiando nomi e modigerando le feste in suo onore :o) Per finire impossibile non pensare a Quirino a al suo quirinale. In questo grebano di divinita' , tra vecchie e nuove, c'e' veramente da perdersi! :oD

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  2. @ ZeN: La mitologia romana, etrusca e greca si confondono una nell'altra. Credo che adottare nuovi dei per i Romani sia stata una scelta opportuna. Erano superstiziosi e questo li ha aiutati molto ad accogliere nuovi dei. Si sà mai servano... :D
    Erano molto minuziosi, avevano un dio per qualsiasi cosa, se poi se ne aggiungeva un altro era tutto grasso che cola. Ahahaha!
    Non contenti hanno adottato anche dei fuori dai loro territori, credo amassero conoscere i credi altrui, tanto per vedere se mancava qualcosa. I primissimi derivavano dagli Etruschi, poi gli Italici e i Greci. Mi vien da pensare che non avessere tantissima fantasia propria nel creare nuove figure religiose ma avevano in contempo un ampio bacino su cui pescare! :o)
    Degli dei romani mi piacciono i nomi più che le loro incombenze come Quirino per esempio, ma ce ne saranno altri che riporteranno immediatamente alla loro lingua casareccia. :D
    Questi post dei miti paragonano le varie religioni dell'epoca di cui ho scritto: Etruschi, Romani, Greci. Sono molto intorcinate ma si riconoscono le assonanze e anche quello che di originale c'è in ognuna. :o)

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