foto da wikipedia.org
Gli Etruschi fondarono delle dodecapoli, un insieme di città-Stato che, secondo la tradizione, costituirono una potente alleanza di carattere economico, religioso e militare in Etruria: la Lega Etrusca.
Oltre alle dodecapoli molte altre furono le loro città, che si annoverano in Cerveteri (Caisra), Tarquinia (Tarchna), Vulci (Velch), Tuscania, Veio, Volsinii (Velzna), Sovana, Pitigliano, Statonia (oggi Poggio Buco, a sud di Pitigliano) e Marsiliana d'Albegna (Caletra, frazione di Manciano).
Nella zona centrale c'erano Chiusi (Clevsin), Cortona (Curtun), Arezzo (Aritm), Perugia (Perusna), Roselle (Russel), Vetulonia (Vetzuna) e Populonia (Pupluna).
Nella zona settentrinale si trovavano Pisa, Fiesole (Vipsl), Prato (Gonfienti) e Volterra (Velathri) governate prima da re e poi da oligarchie (potere detenuto da un gruppo ristretto di persone).
Necropoli della Banditaccia, Cerveteri
Tomba dei Rilievi
Necropoli della Banditaccia
Sull'identità delle 12 città della Lega confederata non ci sono notizie certe, dovevano farne parte importanti città come Veio, Caere (Cerveteri), Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Populonia, Volsinii, Chiusi, Perusia (Perugia), Arretium (Arezzo) e Volterra.
Alla la caduta in mani romane di alcune di queste città o con il loro declino furono sostituite da altre città, magari da centri minori come Cortona, Fiesole o Falerii (Civita Castellana).
Chimera di Arezzo
Le città della dodecapoli erano in concorrenza tra loro per l'espansione territoriale e commerciale, tali contrasti causarono una scarsa capacità di coordinamento militare per combattere le aggressioni esterne.
Sfinge alata, Chiusi
Museo Archeologico Nazionale
Ogni anno i rappresentanti delle città si incontravano in un luogo sacro rimasto sconosciuto, forse nel territorio di Orvieto o Tarquinia per eleggere il capo della Federazione a cui sottostava tutto il popolo etrusco, per discutere degli affari politici ed economici e onorare gli idoli comuni.
Tempio del Belvedere, Orvieto
Al tempo degli Etruschi Cerveteri era grande circa 30 volte l'attuale città, fu nei secoli VII-VI a.C. la città più importante perchè aperta ai mercati stranieri. Cercò di allungare le sue mire commerciali fino a Salerno, si alleò con Cartagine ed era contro la supremazia mercantile greca. Sul mare aveva tre scali portuali: il principale a Pyrgi (Santa Severa), uno a Punicum (Santa Marinella) e un terzo ad Alsium (Palo, Ladispoli).
Tumulo della necropoli di Populonia
Chiusi divenne un grande centro di importazione dall'Attica (Grecia), fungeva da luogo di smistamento per l'intera Etruria interna, inoltre sviluppò una consistente produzione locale dove spicca quella del bucchero. Nel V secolo a.C. produceva sculture in pietra fetida (pietra locale che emana un odore di zolfo quando viene scalfita), nel IV e III secolo a.C. si fabbricarono i caratteristici sarcofagi e le urne, soprattutto in alabastro e marmo alabastrino.
Orvieto conobbe il suo splendore nel VI-V secolo a.C. con una ricca classe di commercianti, era una grande e importante città con ben 17 templi.
Roselle, Area archeologica
Populonia era l'unica città etrusca sul mare, vi si estraeva lo stagno e la cassiterite e vi si trovavano forni di fusione dell'VIII secolo a.C. Fu grande la sua notorietà nei commerci dei minerali e dei suoi traffici marittimi, si ampliò grazie ai prosperosi commerci prima del rame e poi del ferro.
Ruderi di Veio
Tarquinia, ritenuta la più antica delle città etrusche, conobbe grande splendore quando si aprì il commercio greco, i suoi abitanti fondarono l'emporio marittimo di Gravisca e nel IV secolo a.C. il suo territorio arrivava fino al Lago di Bolsena.
Modellino del tumulo della Pietrera, Vetulonia
Veio toccò l'acme nel VII-V secolo a.C., con il suo grande sistema di comunicazioni a mezzo di ottime strade.
Volterra fu il perno di tutta l'Etruria settentrionale, riuscì a controllare gli scali marittimi sulla costa fra Cecina e Livorno e la sua fortuna fu rafforzata dall'oligarchia agraria che sfruttava le vaste terre coltivabili che la circondavano.
Figura di un fregio del II secolo a.C.
Vulci
Gli artigiani fecero di Vulci un centro importante e ricco, fin dal IX secolo a.C., proseguì la sua affermazione anche nel campo della ceramica e della lavorazione della pietra e con i commerci con i mercanti greci nell'importazione di ceramiche corinzie, ioniche e attiche
Gli etruschi furono una popolazione importantissima nell'ambirto delle radici della storia italiana anche se non raggiunsero mai in'elevata espansione territriale perche' rimasero principlamente circoscritti nelle nostre regioni centrali :o) La loro storia fu leggermente antecedente a quella romana. Questi ultimi, agli inizi, ne assorbirono parzialmente la cultura, poi divennero dei buoni vicini di casa e alla fine li combatterono ... per poi, purtroppo, cancellarli definitivamente. Ancor oggi gli etruschi vengono classificati tra i 'popoli misteriosi' e molte loro abutudini ci sono ancora sconosciute ... il mio pensiero e' che 'di misterioso' avessero ben poco se non il fatto di aver subito una pulizia etnica meticolossissima da parte dei romani, tale da far quasi scomparire la loro storia e la loro cultura. Un altro fattore negativo e' stato che da sempre tutte le ricerche e le risorse economiche si sono concentrate principalmente sullo studio delle 'civilta' maggiori', lasciando 'le minori' in balia del tempo e delle varie ruberie clandestine. Di loro, ben protette da Madre Terra, sono giunte sino a noi soprattutto le testimonianze funerarie date dalle meravigliose necropoli presenti sul quel che era il loro territorio. Vedere le tombe di Tarquinia o di Cerveteri dev'essere veramente uno spettacolo, come pure osservare i loro pochi oggetti veramente preziosi come la chimera o la sfinge alata :o) Spero che prima o poi si riesca a trovare nuove cose e a colmare un po' di lacune.
RispondiElimina@ ZeN: L'eredità etrusca è ben vivida in Toscana e Lazio, è un popolo che fa parte delle tradizioni di queste terre anche oggi. Le loro necropoli bellissime "vivono" accanto alla nostra porta a ricordarci della loro presenza. Nessuno può dimenticarli. Risucchiati da Roma, hanno contribuito alla sua cultura e alle sue tradizioni più antiche, sono stati la base da cui la Repubblica romana è partita, che credo non sarebbe stata quello che era senza di loro. :o)
RispondiElimina