mercoledì 7 dicembre 2016

Pacentro





In provincia dell'Aquila, Pacentro conta 1500 abitanti, sorge a 700 mt sul mare e dista 60 km da L'Aquila, 65 da Pescara e 150 da Roma.

Nel X-XI secolo fu eretto un castello per proteggere le popolazioni dalle scorrerie dei Saraceni e dei Normanni, intorno sorsero le case e le chiese. Durante la contesa fra Aragonesi e Angioini il borgo diventa  una roccaforte angioina, con la sconfitta di questi ultimi nel 1464. Nel 1483-1612 fu feudo degli Orsini, e con la dinastia aragonese furono apportate modifiche al castello. Passa poi ai Colonna principi di Zagarolo, a Maffeo Barberini, e ai marchesi Recupito di Raiano, che lo tennero fino alla fine del feudalesimo. Dopo l'Unità d'Italia Pacentro fu interessato al fenomeno del brigantaggio, nel Novecento ci furono due ondate di emigrazione che causarono il suo spopolamento.

Pacentro è un dedalo di vicoli, archi, ripide scalette, passaggi sovrapposti, camminamenti porticati, sulla collina sorge il castello dei Caldora con origini nel X secolo, che lo ingrandirono nel XV secolo aggiungendo due torri e l'ala residenziale. Gli Orsini fecero costruire le torri cilindriche. L'antico lavatoio pubblico, il Canaje,  è costruito con lastroni di pietra. Fra le chiese, la chiesa Madre, con una preziosa porta intagliata nel legno da un artista locale (all'interno). Diversi i palazzi signorili con splendidi portali, come il seicentesco palazzo Tonno, palazzo La Rocca (che ospita il municipio), palazzo Avolio e palazzo Massa, palazzo Granata, palazzo Simone, ecc.
La chiesa di San Marcello fu fondata nel 1047, ha interessanti affreschi; la Madonna delle Grazie è del Cinquecento, tipica chiesa rurale; la chiesa della Santissima Concezione è in stile Barocco; il convento dei Minori Osservanti fu fondato nel 1589, ospita sopra l'altare maggiore un maestoso dipinto opera del pittore fiammingo Spranger. Poco distante dal paese, nella grotta di Colle Nusca, si trovano pitture  rupestri di migliaia di anni fa.

Di tradizione secolare la lavorazione della pietra bianca della Maiella, delle statuine in terracotta per il presepe, dei filet all'uncinetto e dei costumi femminli abruzzesi.
Ottime le carni e i prodotti caseari, l'olio e il vino. Fra i piatti, i maccheroni alla chitarra con sugo e polpettine di castrato spolverate con pecorino; la pecora bollita all'u cuttur; i ravioli alla ricotta, gli gnocchi col sugo di pecora e la "polta" fatta con aglio e peperoncino soffritti in olio con aggiunta di cavoli, patate e fagioli bolliti.

Pacentro è il cuore del Parco Nazionale della Maiella ed è un borgo prettamente montano.

2 commenti:

  1. Piacevolissimo :o) E' stata veramente una sorpresa trovare tanta cura e tanti scorcetti antichi e preziosi in un borgo montano :o) Immediatamente viene alla mente che la sua storia piu' ricca si sia svolta sino ai primi del settecento e che e' stato dimora di gente illustre e economicamente potente ;o) Bellissima la pietra della Maiella che con il suo bianco dona un'aspetto luminoso alla paesaggistica cittadina! Me piase si si si!

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  2. @ ZeN: Un'encomio per la colonna sonora. L'adoro. Ha molto aiutato la descrizione del luogo, bellissimo. :o)

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