lunedì 21 marzo 2016

Il mosaico





Tecnica pittorica usata per la decorazione dei pavimenti o delle pareti, comunque su larghe superfici, ottenuta mediante l'accostamento di piccoli parallepipedi di pietre naturali, paste vitree, terracotta, marmi, madreperla, applicati sulla superficie mediante il supporto di un letto di calce, stucco, gesso o cemento.
Fin dall'antichità i piccoli parallepipedi erano fra i 2 e i 10 mmq, ottenuti da masse di paste vitree ridotte in frammenti, la massa vitrea era colorata nelle diverse sfumature con l'aggiunta di ossidi metallici. L'oro e l'argento, invece, erano applicati sulle tessere in una sottilissima foglia poi ricoperta da una fine pellicola di vetro trasparente. Nei mosaici pavimentali romani i colori usati erano molto ridotti (bianco, nero e pochi altri colori), nei mosaici di Santa Maria Maggiore a Roma (V secolo) la gamma dei colori è estremamente ricca.
Il disegno era uno schizzo tracciato col carbone o a pennello sul primo strato di intonaco, sull'ultimo strato erano usati colori ad acqua che servivano da guida per l'inserimento delle tessere colorate, posate con leggere inclinazioni per ottenere quella particolare rifrazione della luce che costituisce il fascino maggiore di questa tecnica.
I mosaici più antichi sono dell'Asia Minore e dell'Egitto, ma l'elaborazione completa della tecnica e la sua diffusione avvennero nella civiltà greca dal V secolo e successivamente nel mondo romano. In età imperiale la diffusione del mosaico in case private e in edifici pubblici si estese dall'Italia ai più remoti centri dell'Impero (II-V secolo). Ai mosaici in bianco e nero, usati spesso per la decorazione delle terme, si affiancarono i grandi complessi policromi con scene mitologiche, allegoriche, di caccia o di vita agreste.



Noti i mosaici della Tunisia, quelli della villa di Piazza Armerina in Sicilia, di Antiochia, dei palazzi di Treviri e Istanbul.
Il mosaico parietale con tessere in pasta vitrea, smalti e madreperla, ebbe i più alti risultati stilistici in epoca paleocristiana e bizantina, in Oriente come in Occidente. Lo splendore dei fondi oro dei mosaici bizantini era insieme manifestazione di fasto terreno e simbolo del divino (grandi cicli musivi a Ravenna, Istanbul, nella Grecia bizantina, San Marco a Venezia).
Caduto in disuso nel periodo romanico e in epoca gotica, conobbe una certa ripresa nel Rinascimento. Il mosaico applicato all'architettura fu utilizzazo verso la fine dell'Ottocento, anche nel gusto dell'Art Nouveau (capolavoro, il palazzo Stocklet di Gustav Klimt, a Bruxelles).



Nel mondo islamico, gli esempi più antichi di mosaico si trovano sulle pareti della Cupola della Roccia di Gerusalemme (691) e della Grande Moschea di Damasco (714-15).



Sono in tessere vitree ispirate ad esempi bizantini e siriaci con l'originalità della vastissima scelta dei colori e dei motivi paesaggistici e vegetali.
Nel periodo medievale si diffuse il mosaico a tessere di marmo e pietra sui pavimenti e sui muri interni degli edifici. In Asia Minore e in Iran, con i Turchi Selgiuchidi e i Mongoli, conobbe una straordinaria fortuna il mosaico di ceramica smaltata, usato anche per rivestimenti esterni, in particolare per le cupole, che raggiunse il vertice dell'eleganza nel XVI secolo.
Oggi il centro del mosaico italiano è a Ravenna.



2 commenti:

  1. Grazieeeeeeee! si si si :o) adoro i mosaici :oD Antichissima arte in cui la pazienza, la precisione e la bravura trasformano dei semplici parallelepipedini in opere d'arte! I miei preferiti sono quelli eseguiti su pavimento! Mi da' l'impressione di viverli meglio ... ci cammini sopra, li tocchi, ne sei immerso :o) Piazza Armerina e' stupenda :oD

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  2. @ ZeN: I mosaici pavimentali sono molto belli, l'unico handicap è che, per vederli bene, bisogna stare in alto! Quelli parietali (sulle pareti) invece li vedi dal basso. Ti assicuro che, se vai a Ravenna, rimarresti incantata. :o)

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