Monastero di Mileseva

Monastero della Serbia costruito nel XIII secolo secondo la tradizione architettonica di Raska. La serie di affreschi che lo decorano è una tra le maggiori documentazioni della pittura serba medievale nel periodo più rigoglioso della sua fioritura, caratterizzata da influenze bizantine e da apporti dell'Adriatico meridionale. I vari cicli pittorici presentano qualità e modi stilistici diversi, in alcuni prevale la tendenza a imitare il più costoso mosaico.

Mileseva è uno dei più importanti monasteri ortodossi della Serbia, sorge nella valle dell'omonimo fiume, vicino alla città di Prijepolje. Fu fatto costruire dal re di Serbia e Bosnia Tvrtko nel 1377 che nel 1446 si nominò duca (herzeg), governatore della Zahumlje. Da questo, i domini in cui era situato il monastero si chiamarono Erzegovina.

Durante la dominazione ottomana solo i monasteri godevano di una certa autonomia, divennero quindi i luoghi in cui il popolo potè partecipare alle cerimonie religiose e conservare le tradizioni nazionali. La presenza della sepoltura di San Sava fece di Mileseva uno dei più importanti centri religiosi dei Balcani, visitato dai sovrani di tutta la cristianità ortodossa, tra cui lo zar di Russia Ivan il Terribile. I Turchi, indispettiti, nel 1594 incendiarono il monastero, trafugarono le spoglie del santo e le bruciarono in piazza a Belgrado. Nel XVII secolo ci furono altre devastazioni da parte degli Ottomani e delle rivolte popolari. Ristruttrato nel 1557, successivamente il monastero fu abbandonato per i continui roghi e devastazioni.

Nel 1857, con il Principato di Serbia, le rovine del monastero furono riportate alla luce e nel 1863 i cittadini di Prijepolje ricostruirono la chiesa e il refettorio.

Recentemente il complesso è stato restaurato e sono stati salvati alcuni importanti cicli di affreschi, testimonianza dell'arte pittorica sacra medievale serba. Il monastero fu edificato in architettura in stile romanico con adattamenti per il culto ortodosso, tutte le parti della chiesa sono affrescate.