mercoledì 11 novembre 2015

Pomponesco





Borgo in provincia di Mantova che ospita 800 abitanti, dista 18 km da Sabbioneta, 43 da Mantova e 60 da Cremona.
Dopo i Romani, il territorio appartenne ai monaci Benedettini di Leno (Brescia), poi alla famiglia d'Este di Ferrara e nel 1145 al vescovo di Cremona. Nel 1339 era dei Gonzaga, signori di Mantova, abitato da agricoltori, cordai e conciatori. Nel 1579 il marchese Giulio Cesare Gonzaga, con l'intento di costruire una "città ideale", ne ordina il riordino urbanistico e abita il castello esagonale intorno al quale si sviluppò l'architettura tipica dei borghi gonzagheschi. Nel 1580 Pomponesco batte moneta e ha una zecca, nel 1593 Giulio Cesare spostò la corte a Bozzolo e iniziò il declino del borgo, insieme alla crisi della navigazione sul Po. Nel 1707 passa sotto il dominio austriaco; nel XVIII secolo, con il commercio delle granaglie e del bestiame e il traffico fluviale, arrivano a Pomponesco famiglie ebree.
In questo borgo c'è solo una piazza, amata da molti registi cinematografici, una piazza gonzalesca, simmetrica e teatrale. Da vedere stradine e canali, la riserva naturale della Garzaia e l'argine maestro. La distruzione del castello a opera dei Francesi nel Settecento ha lasciato la piazza vuota, delimitata dalle scuderie a nord. Piazza XXII Aprile è rimasta inalterata dal Seicento, interamente circondata da portici, un tempo abitata dai cortigiani con le loro famiglie. Gli edifici sono del 1590-1630, molti conservano grandi stanze con soffitti di legno, gli affreschi si trovano in una casa signorile oggi albergo. Sulla piazza sorgono il palazzo comunale e la chiesa di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri (del 1339, restaurata nel 1829 e nel 1831, la facciata posticcia risale al 1921). Palazzo Cantoni è appartenuto a una delle più importanti famiglie israelite del paese; il teatro è del 1900, un teatrino di paese come quelli di un secolo fa; nella frazione di Correggioverde si trova la parrocchiale di Santa Maria Assunta, del 1750.
Il prodotto tipico del borgo è il "luadèl", pane di pasta sfoglia spalmato di strutto che esata i profumi dei salumi e dei formaggi con cui si accompagna; nel territorio si producono squisiti meloni e angurie, pere mantovane, vini lambruschi di Viadana, salse e mostarde. Fra i piatti, cappelletti in brodo (con all'interno un ripieno di stracotto di carne bovina), i tortelli di zucca alla mantovana (con mostarda di mele e amaretti) e i maltagliati con fagioli e brodo di verdure.

2 commenti:

  1. Interessantissimo questo borgo e splendida la sua piazza :o) Mi piace come valorizzano il loro territorio mostrando e salvaguardando tutto quello che hanno ovvero: piazza-natura-gastronomia e agricoltura :o) Bravissimi!

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  2. @ ZeN: Sono piccolissime realtà, queste. Il loro fascino sta proprio che sorgono in mezzo al "nulla", dove mai potresti aspettarti di vederle. Belle, organizzate e omogenee nell'urbanistica e nelle architetture, spesso scenografiche. :o)

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