martedì 24 marzo 2015

L'incisione

foto: wikipedia.org


La tecnica dell'incisione fu molto usata in età preistorica (su pietra e ceramica), in età greca (nella decorazione dei metalli, ceramica e delle pareti), ma trovò largo impiego fino ai nostri giorni nella decorazione di oggetti d'arte e nella preparazione di matrici per la stampa dal Rinascimento. Le matrici possono essere incise a rilievo (xilografia) o incavate (su lastre di metallo), secondo che si voglia riprodurre l'immagine stendendo l'inchiostro sulle parti aggettanti o facendolo penetrare nelle parti cave. Tutti i tipi di incisione hanno in comune il carattere industriale del procedimento tecnico che si basa sulla distinzione tra il momento creativo (preparazione della matrice) e quello esecutivo (stampa di esemplari uguali in serie ristrette). L'incisione costituisce il primo valido tentativo di applicazione di un procedimento industriale alla rappresentazione artistica. La tecnica più antica è quella xilografica, gli esemplari che risalgono al XIV secolo sono rarissimi, mentre fu largamente usata nell'illustrazione libraria tedesca e italiana nel secolo successivo. L'incisione su metallo venne messa a punto contemporaneamente in Italia e in Germania intorno alla metà del XV secolo (con bulino e niello). In essa si cimentano il Pollaiolo e il Mantegna. Nel XVI secolo si diffuse in Europa l'incisione ad acquaforte, la grande varietà di effetti che consente questa tecnica fu sperimentata soprattutto dal Parmigianino, Reni, Guercino, per raggiungere l'apogeo nell'opera incisa di Rembrandt. Dalla fine del secolo fu usata per trascrivere l'opera pittorica dei grandi maestri. In Francia ebbe il suo periodo di massimo splendore nei secoli XVII e XVIII, in Italia nel XVIII secolo accanto all'opera del Tiepolo fiorì a Roma e a Venezia il genere della veduta incisa. In Inghilterra i suoi massimi esponenti furono del XVIII secolo. Acquaforte e acquatinta trovarono un grandissimo interprete nel XVIII secolo: Goya. La litografia (che non può essere considerata un processo d'incisione) fu scoperta nel 1796 e fu prediletta dagli artisti del XIX secolo, nello stesso secolo rinacque l'incisione originale come mezzo di espressione artistica e oggetto di collezionismo, il sui valore commerciale venne difeso da tirature limitate e numerate. A essa si sono dedicati quasi tutti i grandi pittori moderni e contemporanei: Chagall, Picasso, Mirò, Dalì, Carrà, Morandi, Campigli, Guttuso, ecc.
Tra le civiltà extraeuropee, è la Cina a vantare le più antiche esperienze di incisione xilografica, il periodo di maggior sviluppo dell'illustrazione xilografica cinese si ebbe in epoca Sung (X secolo). Dalla Cina fu introdotta in Giappone, dove si affermò nei secoli XVII-XIX attraverso la riproduzione di stampe a colori la cui tradizione stilistica segnò un importante capitolo dell'arte grafica giapponese. Interessanti applicazioni ebbe in India, soprattutto su tessuti dipinti, la cui pratica fu seguita anche nel Tibet.
 

2 commenti:

  1. Post interessantissimo :oP ! Non conoscevo la differenza tra le varie tecniche! Detto cio' ... anche se belle e alcune pericolose e tossiche da preparare, non mi piacciono :o( La vera opera d'arte secondo me e' proprio la piastra incisa ... e non il foglio, di quelli se ne possono incidere molti, tutti uguali, perdendo l'unicita' dell'opera stessa. Altro discorso invece e' per le stoffe e per le illustrazioni sui libri (molto gradite e utili)

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  2. @ ZeN: Ogni tanto mi piace trattare le varie tecniche (anche se senza tecnicismi) dell'arte. L'incisione, difatti, è un'opera d'arte "industriale", nel senso che non è un'opera unica, ma riprodotta in pochi esemplari. Meno sono, più valgono. ;o)

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