mercoledì 25 marzo 2015

Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867)




Pittore francese, nel 1797 si trasferì a Parigi ed entrò nell'atelier di J. L. David. Nel 1801 eseguì una serie di ritratti, ottenuta una borsa di studio nel 1806 partì per Roma dove studiò Michelangelo e soprattutto Raffaello, che rimase il suo modello ideale. Scaduta la borsa di studio rimase comunque in Italia dove eseguì altri ritratti, decorò la Villa Aldobrandini e dipinse opere considerate poi tra le più significative (Giove e Teti, 1811; la Grande Odalisca; Ruggero libera Angelica, 1819). Nel 1820 si trasferì a Firenze e vi rimase quattro anni dipingendo ritratti e Il voto di Luigi XIII (Cattedrale di Montauban) che portò in Francia. Il quadro riscosse un enorme successo che gli procurò onori e commissioni e lo indusse a stabilirsi a Parigi dove aprì un atelier e fu nominato professore all'Ecole de Beaux-Arts. Il Martirio di San Sinfoniano fu accolto con freddezza così, amareggiato, Ingres chiese di dirigere l'Accademia di Francia a Roma. Nel 1841 rientrò trionfalmente in Francia dove si moltiplicarono le commissioni e gli incarichi ufficiali, dipinse bellissimi ritratti (Madame Gonse, La baronessa di Rotschild, La contessa d'Haussonville, Madame Moitessier in piedi). Ingres è stato a lungo considerato l'ultimo rappresentante della corrente classica, in antagonismo con la corrente romantica e con il suo capo Delacroix. Se l'artista rimase sempre legato a un'estrema compostezza e a una purezza formale, si discostò profondamente dai rigorosi schemi neoclassici di David. Il suo disegno è duttile e sinuoso, rivelatore di un'acuta sensibilità e contenute emozioni. Il colore, pur considerato da Ingres solamente un accessorio del quadro, che doveva basarsi sul disegno, ha squisiti accordi tonali e, specialmente nei ritratti, una brillantezza gemmea. Grande importanza ha l'opera grafica dell'artista, che si valse di molte tecniche disegnative, bellissimi i ritratti a matita. Ingres influenzò numerosi artisti, Renoir ebbe un periodo "ingrista", gli Impressionisti non ne ignorarono la lezione e alla suggestione del suo disegno non sfuggì, in un periodo, Picasso.
 

2 commenti:

  1. L'ho trovato deliziosissimissimo!!! :o) Mi piace praticamente tutto: a partire dalle scene e a finire con l'uso che fa' dei colori :o) Le sue opere hanno quel non so' che' di 'cicciottello', sembrano in 3d, se ne percepisce la profondita'. Per non parlare poi dei giochi di luce che danno risalto ai colori e ai soggetti. Insomma per farla breve ... guardando i suoi quadri sembra di vedere uno spaccato di mondo vero e in movimento :o) Quotato appieno si si si!

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  2. @ ZeN: Ecco, invece io non ne vado pazza...son quelle sensazioni "a pelle"... :o/

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