sabato 9 agosto 2014

Museo Cappella Sansevero - Napoli (1593-1766)




La Cappella Sansevero è in stile barocco napoletano, si trova in Via Francesco de Sanctis, nel centro storico di Napoli.
Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero (Torremaggiore 1710-Napoli 1771) fu un'esponente dell'Illuminismo europeo, valoroso uomo d'armi, letterato, editore, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, prolifico inventore e mecenate.
Nei suoi laboratori sotterranei si dedicò a sperimentazioni nei più disparati campi delle scienze e delle arti raggiungendo risultati quasi prodigiosi. La sua concezione esoterica della conoscenza però lo vide restìo a rivelare i segreti delle sue invenzioni. Il suo messaggio è passato ai posteri soprattutto attraverso il ricco simbolismo della Cappella Sansevero, meraviglia dell'arte mondiale di cui fu geniale ideatore. Raimondo alimentò un vero e proprio mito intorno alla sua persona: tradizione alchemica, grande iniziato, interprete della scienza. Con la sua poliedrica attività, avvolta in un alone di mistero, incarnò i sogni di grandezza della sua generazione.
E' stato definito "uomo straordinario predisposto a tutte le cose che osava intraprendere (...) celebre indagatore per i reconditi misteri della Natura".
Ha inventato: il palco pieghevole (1729); il lume perpetuo (bruciava per 3 mesi senza consumarsi); la carrozza marittima (con cavalli di sughero e carrozza dotata di un sistema di pale a forma di ruote con cui ha solcato il Golfo di Napoli nel 1770); una macchina idraulica che faceva arrivare l'acqua a notevoli altezze senza l'aiuto degli animali; le gemme artificiali (indistinguibili da quelle preziose); la stampa simultanea a più colori (con una sola tirata di torchio).
Il Museo è un gioiello di creatività barocca, bellezza e mistero. Il Cristo Velato è famoso nel mondo per la prodigiosa tessitura del velo marmoreo, insieme a meraviglie come il Disinganno e le Macchine Anatomiche. La Cappella è uno dei più singolari monumenti che l'ingegno umano abbia mai concepito, è un mausoleo nobiliare, un tempio iniziatico in cui è trasfusa la personalità del suo ideatore: Raimondo di Sangro, Principe di Sansevero. L'attuale assetto e la quasi totalità delle opere risalgono a partire dagli anni '40 del Settecento. Sin dalla sua origine la Cappella è circondata da un alone leggendario.



Il Cristo Velato (di Giuseppe Sanmartino, 1753) è una delle più suggestive opere al mondo, è una statua in marmo scolpita a grandezza naturale. Rappresenta Gesù Cristo morto, coperto da un sudario realizzato dallo stesso blocco della statua. Il velo sembra muoversi, raccoglie il corpo senza vita misericordiosamente, quasi che la sua copertura renda più nude le membra. L'intensa ricerca del Sanmartino ricama minuziosamente i bordi del sudario e gli strumenti della passione ai piedi del Cristo.

Disinganno
foto: istitutobancodinapoli.it

Il gruppo del Disinganno, capolavoro del Queirolo, è dedicato al padre di Rimondo che, dopo una vita dissoluta, si era ritirato a vita sacerdotale. Nel gruppo, un uomo si libera dal peccato (la rete, in cui l'artista genovese trasfuse tutta la sua straordinaria abilità). Il genietto alato (simbolo dell'umano intelletto) aiuta l'uomo a liberarsi dalle maglie intricate mentre indica il globo terrestre ai suoi piedi (simbolo delle passioni mondane). Al globo è appoggiato un libro aperto (la Bibbia, testo sacro ma anche una delle tre "grandi luci" della massoneria). L'esecuzione della rete lasciò sgomenti i viaggiatori Sette-Ottocenteschi e continua a stupire oggi. Il Disinganno è opera d'invenzione del Principe totalmente nuova, non essendocene un'altra simile al mondo.

 Amor Divino
foto: napoligrafia.it

Amor Divino, di Francesco Queirolo (XVIII), dedicato a Giovanna di Sangro dei Marchesi di San Lucido. Il giovane tiene sulla mano destra un cuore fiammeggiante: l'amore per Dio della nobildonna.

Decoro
foto: c.s.

Decoro, di Antonio Corradini (1751-52), dedicato alla prima e alla seconda moglie di Giovanfrancesco di Sangro. Rappresenta la qualità delle due donne: il decoro. Il giovinetto, semicoperto da una pelle di leone, ha al suo fianco la testa dell'animale che simboleggia la vittoria dello spirito umano sulla natura selvaggia.

 Dominio di se stessi
foto: c.s.

Dominio, di Francesco Celebrano, 1767. In memoria della nonna di Raimondo, simbolo della forza d'animo della defunta. Il guerriero romano tiene alla catena un leone ammansito: intelletto e volontà prevalgono su istinto, energia selvaggia e vanità delle passioni. Il tema del controllo delle proprie passioni è un tema classico dei catechismi massonici del Settecento nonchè tappa imprescindibile di ogni percorso iniziatico.

 Educazione
foto: istitutobancodinapoli.it

Educazione, di Francesco Queirolo, 1753. Dedicato alla prima e alla seconda moglie di Paolo di Sangro. Rappresenta una donna che istruisce un giovinetto col motto "L'educazione e la disciplina formano i costumi". Il discepolo tiene nella mano il "De officis Cicerone", testo ritenuto uno strumento insostituibile per la comprensione della morale e dell'onestà.

 Liberalità
foto: napoligrafia.it

Liberalità, di Francesco Queirolo, 1753-54. La cornucopia che versa ori e gioielli, le monete e il compasso che reca in mano la donna rappresentano la generosità e l'equilibrio, l'aquila rappresenta forza e temperanza, oltre a essere (secondo i bestiari medievali) l'unico animale in grado di fissare il sole.

 Pudicizia
foto: c.s.

Pudicizia, di Antonio Corradini, 1752. Insieme al Cristo Velato e al Disinganno forma la terna d'eccellenza artistica della Cappella. Dedicata alla madre di Raimondo di Sangro, deceduta un anno dopo averlo messo al mondo. L'artista qui raggiunge un'altissimo grado di perfezione nel modellare il velo sul corpo della donna con eleganza e naturalezza, come fosse umido e straordinariamente aderente alla pelle. L'albero della vita e la lapide spezzata sono i simboli di un'esistenza troncata troppo presto. La donna velata può essere interpretata come allegoria della Sapienza, a Iside, dea prediletta della scienza iniziatica.

 Sincerità
foto: istitutobancodinapoli.it

Sincerità, di Francesco Queirolo, 1754-55. La donna regge un cuore in una mano e un caduceo nell'altra, simboli l'uno di amore e carità, l'altro di pace e ragione. In alchimia il caduceo simboleggia l'unione degli opposti, lo zolfo e il mercurio.

Soavità del giogo coniugale
foto: napoligrafia.it

Soavità, di Paolo Persico, 1768. La donna tiene in mano un giogo piumato (dolce obbedienza) e con l'altra due cuori fiammeggianti (amore profondo e reciproco). Il pellicano è l'emblema della carità. Infatti nell'iconografia medievale il pellicano si lacera il petto per nutrire i figli. Il pellicano rappresenta anche un particolare tipo di storta (recipiente per la distillazione) e un'immagine della pietra filosofale allo stato fluido.

 Zelo della Religione
foto: c.s.

Zelo, di Fortunato Onelli e Francesco Celebrano, 1767. Il vegliardo reca in mano la luce della Verità e nell'altra una sferza per punire il sacrilegio mentre un piede calpesta un libro da cui fuoriescono le serpi dell'eresia. Un putto con una fiaccola completa l'opera di distruzione dei testi eretici.

 Monumento a Cecco di Sangro
foto: istitutobancodinapoli.it

Fra le altre opere, il Monumento a Cecco di Sangro, di Francesco Celebrano (1766), con Cecco nell'atto da uscir fuori da una cassa dove si era nascosto per 2 giorni, stratagemma che gli permise di cogliere di sorpresa i nemici impadronendosi della rocca di Amiens; e Santa Rosalia, di Francesco Queirolo (1756 circa), santa parente di Raimondo di Sangro e patrona di Palermo.

2 commenti:

  1. Eccolo! si si si! me lo aspettavo :o) ehehe me lo ero immaginato che questo concentrato di bellezza e arte non ti sarebbe passato inosservato :o))))) La cosa che trovo stranissima e' che sia l'uomo che il suo museo siano poco pubblicizzati! Sicuramente gli esperti lo conoscono ma la massa (tipo io) no :o( Napoli e' associata a tante cose p.e pizza, mandolino, vesuvio, san Gennaro, pulcinella, maschio angioino, toto', presepi etc etc ma... ce lo vogliamo infilare nel mezzo anche sto capolavoro??? Inutile dire che mi ha affascinato piu' il Principe che le opere in se' ... sembra quasi un discepolo del Da Vinci eheheh e poi adoro i misteri e si sa'! :oD Complimenti ancora per questo bel post :oD

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  2. @ ZeN: Ehehehe, ci ho lavorato parecchio ma non potevo non farne un accenno. Perchè di un accenno si tratta, per quanto lunghino. Non ne ho fatto due post, altrimenti si "perdeva" l'insieme. Grazie ZeN! :o)

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