lunedì 15 luglio 2013

La Barcellona di Gaudì 2




Il Palacio dei conti Guell è patrimonio dell'umanità Unesco, costruito per il ricco industriale Eusebi Guell, ha la facciata principale rivestita in pietra in cui sono visibili le iniziali del proprietario e lo scudo della Catalogna in ferro battuto.
Il progetto fu modificato per quasi 30 volte e non aveva alcun limite di preventivo. Era la casa più costosa dell'epoca. I suoi comignoli sono stati reinterpretati nel 1997 da diversi artisti perchè solo alcuni conservavano il "trecandis" (gli azulejos composti come un mosaico) tipico di Gaudì. 
Per questa casa Gaudì progettò anche i mobili, le vetrate e l'illuminazione.
Le stanze si trovano a più livelli, il salone principale ha il soffitto riccamente decorato con dei fori nei quali, di notte, venivano messe delle lanterne per farlo sembrare un cielo stellato.
Gli spazi interni sono estremamente raffinati: colonne di marmo, tetto rivestito di pietre in stile mudejar, tende veneziane in legno decorato con ceramica e una possente cupola per il passaggio della luce naturale. Il soggiorno è maestoso, all'interno si trovano anche una sala da visita, una sala da musica e una cappella.
Nel 1910 il conte Guell abbandona la casa e va a vivere in un'altra casa di Gaudì, nella zona di Parc Guell, sulle colline di Barcellona. Nel 1945 Palazzo Guell venne venduto alla Provincia di Barcellona che vi mise il Museo di Arte Scenica.
Gli interni del palazzo furono arredati con mobili raffinati e oggetti d'arte. Tutto l'interno è opera di Gaudì.


Patrimonio dell'umanità Unesco nel 1984, Parc Guell doveva diventare una lussuosa zona residenziale. Il conte Guell acquistò un pendio della montagna del Carmel (allora fuori città) per creare una città-giardino che imitava il modello inglese di città-giardino. Nel progetto dovevano essere realizzate poche decine di abitazioni in un ambiente idilliaco. Furono costruite le strade, una piazza, le scalinate, i padiglioni dei custodi e una casa modello per convincere gli eventuali clienti. Dopo 14 anni, vedendo che il progetto era un fallimento, il parco fu abbandonato e donato al Comune che ne fece un parco pubblico.
In una delle due abitazioni (ora Museo Gaudì, con mobili, modellini, oggetti personali e disegni dell'architetto) abitò per molti anni lo stesso Gaudì con il padre e la nipote, fino al suo definitivo trasloco nel cantiere della Sagrada Familia.
Nella realizzazione del parco, Gaudì cercò di seguire l'andamento naturale del terreno, sfogando la sua immaginazione. Usò ceramiche di recupero variopinte e pezzi di vetro utilizzati come tessere di mosaici, assieme a sculture in calcestruzzo che rappresentano un universo di animali fantastici. Gaudì creò un'opera che si integra nella natura e la riproduce: colonne con la forma di tronchi d'albero, stalattiti, fontane e arcate artificiali di roccia. In cima alla scalinata principale c'è la fontana con la salamandra (simbolo dell'alchimia e del fuoco) e la sala ipostila realizzata come un tempio greco classico chiamata "sala delle 100 colonne" (ma ce ne sono poco più di 80), situata sotto la piazza centrale del parco.
La piazza ha tutt'intorno un sedile sinuoso di 150 mt.
Parc Guell sembra esca da un racconto fantastico, è un luogo quasi onirico, dove le forme e la combinazione dei colori, mescolati alla vegetazione, creano un mondo molto particolare. Qui Gaudì mette tutta la sua passione per la natura: lumache, funghi, foglie, fiori o elefanti compaiono nei mosaici e nelle forme architettoniche.


Casa Calvet si trova nell'Eixample, progettata per un produttore tessile, ha il piano terra e il seminterrato con funzione di negozio e i piani superiori da abitazione.
Qui Gaudì ha dovuto adattare l'edificio agli altri più vecchi attorno. Questa è l'opera di Gaudì considerata più conservatrice per la sua simmetria e l'ordine che la caratterizzano. Le colonne all'ingresso ricordano bobine di filo, chiara allusione della destinazione dell'edificio a negozio di tessuti. 
Sulla parte superiore della facciata si trovano i busti dei tre santi patroni di Vilassar de Dalt, luogo d'origine di Calvet. 
La facciata appare come una cortina di pietra da cui aggettano ringhiere e cortine metalliche, preziose e artigianali, in un disegno che richiama forme barocche, come le colonnine del bovindo.
Il linguaggio più audace di Gaudì si espresse negli interni e negli arredi. Oggi è una proprietà privata.

foto: commons.wikimedia.org

2 commenti:

  1. Guadi' e' sempre Gaudi'! :o) detto questo, se ci aggiungiamo che mi piace per la sua 'mattaia' e per il suo talento, riesco a trovare in ogni sua opera qualcosa di affascinante e di unico :o)
    Vedendo da fuori Palacio Guell non ci si immagina neanche un po' che po po' di meraviglia c'e' dentro :o) I Siuri Guell sicuramente si fidavano ciecamente dell'architetto, dei suoi progetti e relative modifiche! Non e' da tutti ricevere 'carta bianca' sulle spese ;o) Parco Guell probabilmente non e' stato capito, l'Anton era troppo avanti per le menti dell'epoca .... la cosa bella e' che, a differenza di Casa Calvet, adesso ne possono beneficiare tutti!

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  2. @ ZeN: Esatto. Se il signor Guell avesse venduto la sua città-giardino a privati noi non potremmo visitarla. Meglio un bel parco, sì. :o)
    Io farei un bel pulito anche sull'Appia abusiva...così, per rimettere a posto le cose... XD
    I signori Guell erano straricchi, conoscevano Gaudì, per questo si fidavano di lui. Una celebrità!
    Casa Calvet è privata, ci guardiamo la facciata. :o)))

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