I cani in guerra, per i ciechi e da traino

Fin dall'antichità il cane è stato utilizzato durante le guerre come sentinella, portaordini, esploratore, portatore di munizioni, di medicinali, come localizzatore di mine e ricercatore di feriti. Recentemente ogni esercito usa razze nazionali, come i Pastori tedeschi, i Collie, i Doberman, i Rottweiler, escludendo le razze col mantello bianco perchè facilmente individuabili.

Nel 1940 la Germania aveva un esercito di 200.000 cani addestrati, purtroppo utilizzati anche nei campi di concentramento nazisti. Gli Usa li hanno usati soprattutto nella conquista delle isole del Pacifico giapponesi, i Sovietici li addestravano per cercare il cibo sotto i carri armati, imbottendoli di tritolo, per farli saltare.

I primi centri per l'addestramento dei cani per i ciechi sono sorti contemporaneamente in Germania e in Francia nel 1915, per aiutare i soldati tornati ciechi dalla guerra. Altri centri seguirono subito dopo in tutto il mondo. Il preferito è il Pastore tedesco per intelligenza, obbedienza, fedeltà, precisione. Buoni risultati li danno il Pastore belga, il Labrador, il Boxer, il Collie. Preferite le femmine perchè sono più docili e obbedienti. 

I cani sono stati addestrati al trasporto di materiali con carretti fin dal 1500 ma, per le dure fatiche a cui erano sottoposti, furono emanate leggi che ne proibirono lo sfruttamento. Ancora oggi, in Svizzera, per folklore soprattutto, alcuni bovari robusti vengono impiegati per il trasporto del latte e dei formaggi con appositi carretti.

Insostituibile è il cane da slitta, unico mezzo per percorrere grandi distese gelate. Nelle spedizioni di Amudsen e del Duca degli Abruzzi furono usati gli Alaskan Malamute. Nei Paesi artici si usano gli Eskimo per trainare le slitte, in formazione a ventaglio o a coppie affiancate, molto popolari le gare di cani con le slitte.