Casa Galimberti
(1903-05)
di Giovanni Battista Bossi,
è ritenuta uno dei pezzi più brillanti del Liberty milanese grazie al rivestimento
di gran parte della facciata esterna con piastrelle figurate in ceramica,
ferri battuti e motivi floreali in cemento,
tutti disegnati da Bossi
Casa Campanini
(1904-06)
dell'architetto Alfredo Campanini e sua residenza,
uno dei migliori esempi di Liberty milanese.
Di impatto le cariatidi in cemento all'ingresso,
notevole il cancello d'ingresso in ferro battuto con motivi floreali
tipici della decorazione Liberty,
la stessa eleganza che si trova nei ferri battuti all'interno del palazzo e
nella gabbia dell'ascensore.
Sempre all'interno si trovano una moltitudine di vetri policromi, fregi e affreschi Liberty,
gli arredi originali sono conservati come le ceramiche.
I comignoli sul tetto sono simili a pinnacoli di sabbia
Palazzo Castiglioni
(1901-04)
di Giuseppe Sommaruga,
è il "manifesto" Liberty a Milano,
il basamento di bugnato grezzo riprende le forme della roccia,
le altre decorazioni sono una ripresa dello stucco in stile settecentesco.
Il palazzo ha un'elevata qualità dei materiali e delle lavorazioni artistiche e artigianali, un'opera d'arte "totale" che coinvolge
tutte le discipline artistiche e artigianali.
Gli arredi interni furono distrutti dalle truppe americane che occuparono il palazzo nel 1945 e li utilizzarono come legna da ardere,
si salvarono le decorazioni, i ferri battuti e le lampade.
Le due statue femminili colossali dell'ingresso furono fortemente criticate dall'opinione pubblica tanto da convincere il proprietario a trasferirle
a Villa Luigi Faccanoni.
Nel 1967 la famiglia Castiglioni vendette il palazzo all'Unione del Commercio che trasformò gli interni in uffici mantenendo solo l'ingresso, lo scalone, la veranda,
alcune sale del piano nobile, le facciate e la palazzina su Via Marina.
Il resto dell'edificio fu svuotato, sotto al giardino fu costruito un auditorium
e la palazzina in Via Marina fu inglobata in un edificio moderno
Casa Donzelli in Via Tasso
(iniziata nel 1913)
è costruita in tre partiture verticali composte da due bovindi laterali
e il corpo centrale ricoperto nei primi 2 piani di pietra e i superiori in mattoni di laterizio.
Il portale è sormontato da un balcone retto da mensole
decorato con motivi floreali in ferro battuto
(1904-06)
di Giovanni Battista Bossi,
ha un corpo doppio a forma di "L", importante esempio di Liberty milanese.
Cemento e ferro costituiscono al tempo stesso struttura e decorazione,
i balconi e le aperture delle finestre si vanno alleggerendo verso l'alto
così come le decorazioni,
il fitto intreccio di putti e ghirlande scolpiti in cemento
si snellisce nei ferri battuti sovrastanti.
Le decorazioni pittoriche sono state perse
Casa Alessio
(1905)
di Giovanni Battista Bossi,
ottimo esempio di Liberty milanese
influenzato dallo Jufgendstil di area germanica
(1907-08)
di Achille Manfredini
con facciata in vigoroso stile Liberty con elementi portanti in ferro.
Elaborato l'apparato decorativo in ferro battuto e mensole
Il Liberty a Milano si diffuse tra i primi del Novecento e la I guerra mondiale, lo stile trovò, grazie allo stretto legame con la borghesia industriale dell'epoca, un terreno fertile e un rapido sviluppo. Con l'Esposizione del 1881 Milano si consacrò come principale polo industriale italiano e vide la formazione di una nuova classe borghese emergente che in pochi decenni affiancò in agiatezza e importanza l'antica nobiltà cittadina. La classe borghese, ormai padrona della vita sociale ed economica della città, trovò nello stile Liberty proveniente dalla Francia il proprio status symbol e l'occasione per mostrare la propria potenza sottolineando il distacco dalla classe nobiliare e dalle sue dimore neoclassiche e barocche.
C'e' Liberty e Liberty, e a me quello di Milano e' piaciuto pochino. Di tutti i Palazzi che ho visto, non ce n'e' uno che mi ha veramente colpito. Di ognuno di loro ci puo' essere stato un particolare che mi ha fatto dire 'bello!' pero' poi si e' perso nel contesto generale. In linea di massima ho percepito tante pesantezze e tanta mancanza di fantasia, forse forse mi e' anche sembrato che i materiali usati siano da ritrovarsi tra i medio-poveri. Io ne capisco pochissimo di questo stile, lo ammetto, ma credo che quel concetto 'di natura' e anche di surreale bellezza, qua sia completamente assente. Non ho visto quindi 'palazzi' edificati in Liberty ma normali palazzi con le facciate ornate in un qualcosa che ricorda il Liberty. Giusto per fare qualche esempio ... alcuni balconi hanno dei meravigliosi parapetti in un ferro battuto magnificamente lavorato, ma se li faccio terminare dentro a un paio di cippi quadrotti di cemento armato, ho perso tutta la magia! Bello il grappolo d'uva (tanto per dire) ma se riempio a cadenza fissa tutta la facciato con lo stesso grappolo d'uva, l'effetto e' quello di una pesante vigna barocca e non quello che sarebbe dovuto essere. Non so' che ispirazione abbiano tratto dai francesi visto che loro, proprio in questo stile, hanno dato il meglio si se'. Con quattro gambi di fiori, du' lampade a forma di campanella e poche misere fogliette, crearono delle facciate da 10 e lode. Caro Coppede', quanto mi manchi :o(
RispondiElimina@ ZeN: Infatti il Liberty milanese è esteriormente limitato alle decorazioni (maioliche, ringhiere, ecc.), strutturalmente gli stabili in genere non sono diversi dagli altri dell'epoca. Non potendo vedere gli interni non è possibile sapere se le stanze invece sono più fantasiose e inerenti lo stile francese. Quello che mi ha colpita è soprattutto il lavoro in ferro battuto, ci sono terrazzini e cancelli notevoli. Diciamo che questo Liberty superficiale è come una donna truccata: migliora ma non ne cambia la natura. :o)
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