Margherita Sarfatti
foto da wikipedia.org
Ogni attività autonoma delle donne durante il fascismo in Italia è duramente repressa, ma ci sono le eccezioni come per Margherita Sarfatti (amante e consigliera di Benito Mussolini) e donne "intoccabili" a causa dei loro legami familiari come Ernesta Bittanti Battisti (vedova di Cesare Battisti), Edda Ciano e Maria Josè di Savoia.
Edda Ciano (1939)
La Resistenza offre alle donne italiane la prima occasione di presenza di massa nelle vicende politiche del loro Paese: 75.000 donne appartenenti ai Gruppi di Difesa, 35.000 partigiane, 4563 fra arrestate e torturate, 623 fucilate, 2750 deportate, 512 Commissarie di guerra, 19 decorate con Medaglia d'Oro per le donne che agirono da fiancheggiatrici.
Lina Merlin
Nel 1945 viene riconosciuto il suffragio femminile su proposta di Alcide de Gasperi e Palmiro Togliatti, forte di tale conquista l'UDI (Unione Donne in Italia) celebra l'8 marzo, la prima giornata della donna nelle zone dell'Italia libera. La mimosa compare come simbolo secondo un'idea di Teresa Noce (partigiana), Rita Montagnana (parlamentare del PCI) e Teresa Mattei (partigiana).
Tina Anselmi
Iniziarono le prime elette in Parlamento e nel 1948 la Costituzione garantisce alle donne pari diritti e pari dignità sociale in ogni campo.
La prima donna a entrare in Senato fu Lina Merlin (che "abolì" la prostituzione) ma il diritto di entrare nella magistratura arriva nel 1963.
Nilde Iotti (1989)
Nel 1968 vengono dichiarati anticostituzionali gli articoli che punivano in modo differente l'adulterio maschile e femminile e nel 1970 il divorzio diventa legale.
La prima donna ministro fu Tina Anselmi (1976) e Nilde Iotti ricopre la carica di presidente della Camera dal 1979 al 1992.
Solo nel 1981 fu abolito il delitto d'onore e il matrimonio riparatore.
Il tasso di disoccupazione femminile negli anni 2000 si traduce a un'attività femminile nel sopportare i carichi di lavoro familiari, molto più che nel resto d'Europa, gli uomini italiani risultano i meno attivi del Continente nel lavoro familiare (cucinare, pulire la casa, fare il bucato, cura dei bambini, ecc.).
Effettivamente escludendo le donne dell'alta nobilta', le coniugi o le amanti di personaggi famosi, la posizione sociale della donna inizia a salire con le due guerre. Inizialmente si sostituira' all'uomo nei vari lavori e come fonte di sostentamento familiare, successivamente anche in politica. Durante la resistenza molte di loro parteciparono attivamente e subirono le stesse punizioni degli uomini. Forse fu proprio questo periodo a confermare che potevano essere in grado di 'operare' in tutti i campi. Nel dopoguerra, visti anche i grandi contributi di sangue pagati, chi per ideale e chi a denti stretti, dovette concedere loro il diritto al voto e (molto lentamente) la partecipazione alle cariche istituzionali. Insomma come in ogni rivoluzione che si rispetti, anche la donna per aver riconosciuti i diritti basilari, dovette rischiare e pagare con la vita. I nomi che hai citato sono veramente famosi e furono per anni simboli guida per tutte le altre. Oggi come oggi, vista l'enorme ignoranza che dilaga soprattutto tra le nuove leve e in particolare su determinati argomenti, ben aiutati da un'istruzione scolastica sempre piu' risicata, non so' neanche piu' se vengono ancora citate nei libri di storia. Tutto cio' che attualmente appare scontato, non dobbiamo mai dimenticare che e' arrivato tardivamente e con molto affanno.
RispondiElimina@ ZeN: Sarà sempre una lotta per migliorare e mantenere una certa parità con gli uomini, oggi è più "sottotraccia"anche se ci sarebbe un gran bisogno che i maschietti cambino proprio la loro mentalità. A questo dovrebbero occuparsi le madri educandoli fin da piccoli al rispetto e alla considerazione ma tant'è che ancora oggi molti giovani credono di essere più meritevoli delle donne in qualsiasi campo. Difficile per loro pensare che i posti di lavoro, specie ad alti livelli, siano parimenti destinati ai due sessi...infatti le grandi donne hanno dovuto fare una gran fatica in più per arrivarci.Quindi rimane una lotta continua e indefessa poco rappresentata nel nostro Parlamento. Continuo a pensare che molte parlamentari siano state scelte dagli uomini "a loro uso e consumo", contenti tutti. :o(
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