Considero il termine 'magia' abbastanza fuorviante in quanto connesso in maniera indissolubile con la religione del praticante. Lo stesso rito puo' essere quindi etichettato come magia se a farlo e' un credente di un'altra fede o puo' essere considerato alla stregua di una preghiera se ad eseguirlo e' un seguace di quel credo. Riuscendo a sgarbugliare questa matassa, a mio avviso, bisogna guardare con occhi piu' critici cio' che avveniva nella terra dei Faraoni o in altre antiche popolazioni. Noi pensiamo che le azioni fatte in vita, buone o cattive che siano, stabiliscono quasi in maniera automatica la nostra collocazione nell'aldila'. Gli antichi egizi invece, a prescindere dal loro comportamento terreno, dovevano comunque affrontare una specie di corsa ad ostacoli per raggiungere il paradiso. Questo viaggio era pieno di mille difficolta' e trabocchetti, in uno scenario che tendeva piu' a dannarli che a beatificarli. Ecco spiegato il perche' maledivano chi li disturbava e li distraeva in questa affannosa impresa, e per quale motivo avessero bisogno di tutto un'arredo funebre da usarsi all'occorrenza. Sicuramente c'era molta differenza tra cio' che poteva permettersi un faraone rispetto ad un operaio, ma ognuno di loro cercava di fare o di avere il piu' possibile. La beatitudine ultraterrena andava conquistata ed ecco quindi che i defunti che vi riuscivano (secondo chi rimaneva) assumevano una cosi' tale importanza da 'colloquiare' con gli Dei e intercedere sulla quotidianeita' dei parenti in vita. Il Libro Dei Morti e' molto nominato, ma mentre per loro era d'aiuto, da noi oggi viene considerato alla stregua di un libro di magia (nera). Anzi per essere proprio piu' chiari, la magia egizia e' per definizione calcolata tra le piu' potenti perche' si avvale di molte forze del buio. Post interessantissimo si'!
@ ZeN: Peccato il video sia interrotto...comunque dà l'idea della complessità del credo di questo antico popolo. Ilsunto è che chi aveva danaro poteva ardire a (forse) raggiungere il Paradiso, chi non ce l'aveva poteva, da morto, riposarsi. :o) Per loro la vita era una lotta che non terminava con la morte ma proseguiva anche nell'aldilà, nonostante le indicazioni del percorso. ;o)
Considero il termine 'magia' abbastanza fuorviante in quanto connesso in maniera indissolubile con la religione del praticante. Lo stesso rito puo' essere quindi etichettato come magia se a farlo e' un credente di un'altra fede o puo' essere considerato alla stregua di una preghiera se ad eseguirlo e' un seguace di quel credo. Riuscendo a sgarbugliare questa matassa, a mio avviso, bisogna guardare con occhi piu' critici cio' che avveniva nella terra dei Faraoni o in altre antiche popolazioni. Noi pensiamo che le azioni fatte in vita, buone o cattive che siano, stabiliscono quasi in maniera automatica la nostra collocazione nell'aldila'. Gli antichi egizi invece, a prescindere dal loro comportamento terreno, dovevano comunque affrontare una specie di corsa ad ostacoli per raggiungere il paradiso. Questo viaggio era pieno di mille difficolta' e trabocchetti, in uno scenario che tendeva piu' a dannarli che a beatificarli. Ecco spiegato il perche' maledivano chi li disturbava e li distraeva in questa affannosa impresa, e per quale motivo avessero bisogno di tutto un'arredo funebre da usarsi all'occorrenza. Sicuramente c'era molta differenza tra cio' che poteva permettersi un faraone rispetto ad un operaio, ma ognuno di loro cercava di fare o di avere il piu' possibile. La beatitudine ultraterrena andava conquistata ed ecco quindi che i defunti che vi riuscivano (secondo chi rimaneva) assumevano una cosi' tale importanza da 'colloquiare' con gli Dei e intercedere sulla quotidianeita' dei parenti in vita. Il Libro Dei Morti e' molto nominato, ma mentre per loro era d'aiuto, da noi oggi viene considerato alla stregua di un libro di magia (nera). Anzi per essere proprio piu' chiari, la magia egizia e' per definizione calcolata tra le piu' potenti perche' si avvale di molte forze del buio. Post interessantissimo si'!
RispondiElimina@ ZeN: Peccato il video sia interrotto...comunque dà l'idea della complessità del credo di questo antico popolo. Ilsunto è che chi aveva danaro poteva ardire a (forse) raggiungere il Paradiso, chi non ce l'aveva poteva, da morto, riposarsi. :o)
RispondiEliminaPer loro la vita era una lotta che non terminava con la morte ma proseguiva anche nell'aldilà, nonostante le indicazioni del percorso. ;o)