In provincia di Perugia, Panicale conta 90 abitanti nel borgo, dista 30 km da Chiusi, 33 da Perugia e 61 da Orvieto.
Del 41 a.C. la presenza romana, la prima notizia del borgo risale al 917, feudo del marchese Uguccione di Panicale. Nel 1037 diviene il primo Comune libero d'Italia, sempre fedele a Perugia, passa sotto la sua signoria nel 1276. Nel 1373 fu feudo di Guglielmo di Beaufort, nipote del papa Clemente VI, ma nel 1376 si ribellò guidato dal capitano di ventura Boldrino, nativo di Panicale, che ne diventa il nuovo padrone.
Assogettata a Fortebraccio da Montone, nel 1503 è saccheggiata dalle truppe di Cesare Borgia. Nel 1540 passa allo Stato della Chiesa e ci resta fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1860, dopo un breve periodo di dominazione napoleonica.
Terrazza naturale dell'Umbria, i suoi palazzi, i portali e le formelle sono rivestiti di pietra serena. Il borgo conserva ancora la struttura del castello medievale, con le sue tre piazze inglobate in un giro di ellissi concentriche.
In piazza Umberto I si trovano la bella cisterna ottagonale in travertino trasformata in fontana (1473) e il trecentesco palazzo Pretorio. Da vedere la collegiata di San Michele Arcangelo, di origine longobarda, più volte ampliata, ricostruita in forme barocche nel 1618 con pregevoli opere d'arte e la casa di Giacomo Paneri, meglio conosciuto come Boldrino da Panicale. Il palazzo del Podestà è del XIV secolo, in stile longobardo-gotico, costruito da maestri comacini. Il piccolo e prezioso teatro Cesare Caporali fu costruito nel XVIII secolo e totalmente ristrutturato nel 1858 secondo la tipologia classica del teatro all'italiana, la sua struttura è interamente in legno decorato con stucchi e medaglioni. La chiesa di Sant'Agostino è cinquecentesca e ospita il Museo del tulle, al suo interno di trovano resti di affreschi attribuiti alla scuola del Perugino e un pregevole altare in pietra serena del 1513; la chiesa della Madonna della Sbarra (1625) ha un'elegante facciata, si chiama così perchè una volta vi si praticava il controllo del dazio; un capolavoro custodito nel borgo è l'affresco dipinto dal Perugino nel 1505: "Il martirio di San Sebastiano" dell'oratorio di San Sebastiano, nella stessa chiesetta si trova un affresco staccato: "La Madonna in trono con angeli musicanti", che è stato attribuito a Raffaello.
Prodotti tipici l'olio extravergine d'oliva e il vino delle colline panicalesi. Ottimi la bruschetta all'olio d'oliva, gli umbricelli al sugo e il crostino con faraona.
Nei dintorni sorge il Santuario della Madonna di Mongiovino, uno scrigno d'arte tra Rinascimento e Manierismo. Il santuario è stato completamente restaurato nel 2000, conserva, fra gli altri, diversi dipinti del Pomarancio e opere di pittori fiamminghi.
Il Museo del tulle è dedicato ad Anita Belleschi Grifoni, una signora colta che ha riportato in vita l'arte di Panicale nel XX secolo: splendidi manufatti ricamati su tulle antichi e contemporanei; Il Museo degli arredi sacri ospita oggetti, paramenti e tele di notevole fattura e un altare barocco; Nella Pinacoteca Mariottini si trova la collezione di Francesco Mariottini (1765-75): 31 ritratti dei protagonisti della storia di Panicale.
Molto piacevole si si si! Ho apprezzato moltissimo il fatto che oltre ad essere strutturalmente bello e ben tenuto ha nel suo interno una bella chiesa, il museo, il teatro e opere d'arte ... eheheh queste cose lo rendono sicuramente molto piu' prezioso di altri borghi :o) Me piase si'!
RispondiElimina@ ZeN: L'Umbria è ricchissima di borghi antichi. Bello Panicale, sì. In questi borghi si entra in una "terza dimensione", fuori da tutto quello che ci circonda tutti i giorni, circondati da un passato che ancora ci appartiene. :o)
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