Paolo di Dono, noto come Paolo Uccello, nato a Pratovecchio, fu tra gli aiuti del Ghiberti ma la sua formazione rimane oscura. Lavorò come mosaicista in San Marco a Venezia, tornò a Firenze, affrescò il chiostro verde di Santa Maria Novella e realizzò il primo capolavoro nell'affresco monocromo del Monumento equestre di Giovanni Acuto (1436, duomo), opera altissima del suo impegno nella risoluzione prospettica dello spazio, aveva un interesse quasi ossessivo per la costruzione propettica. Amava dipingere gli animali, particolarmente gli uccelli, da qui il soprannome. Figlio di un chirurgo barbiere e di una nobildonna, il padre apparteneva a un casato benestante, i Doni. Nel 1445 fu a Padova dove eseguì gli affreschi di personaggi illustri in palazzo Vitaliani (ora scomparso) che esercitò grande influsso nell'ambiente settentrionale. Segue una serie di capolavori fiorentini fra cui i tre pannelli della Battaglia di San Romano (1456 circa) per palazzo Medici, massima espressione del suo genio visionario. Nell'ambito del Rinascimento fiorentino Paolo aveva una particolarissima posizione, la sua arte, insieme nuovissima e colma di nostalgie tardo-gotiche, intellettualistica e ingenua, scientifica e fantastica, era sentita come marginale rispetto agli sviluppi del razionalismo rinascimentale.
Nella produzione tarda questi aspetti si accentuano sottolineando l'isolamento dell'artista, lavorò a Urbino alla decorazione del Palazzo Ducale. Morì nel 1475 e fu sepolto in Santo Spirito.
La sua principale caratteristica è l'ardita costruzione prospettica che serve a creare scenografie fantastiche e visionarie in spazi indefiniti che interpretano con originalità la cultura tardogotica. Le opere della maturità hanno prospettive logiche e geometriche dove le figure sono considerate volumi, collocate secondo rispondenze matematiche e razionali dove sono esclusi l'orizzonte naturale e i sentimenti. L'effetto (come nella Battaglia di San Romano) è quello di una serie di manichini che impersonano una scena con azioni congelate e sospese. L'effetto fantastico è accentuato anche dall'uso di cieli e sfondi scuri su cui risaltano le figure luminose, bloccate in posizioni innaturali.
Molto particolare si' ... non mi pare che pero' si vedano tutti sti uccelli :o( Guardando le sue opere ho avuto l'impressione che i 'personaggi' non interagisono assolutamente con il loro mondo circostante. Per esser piu' chiari sembra che ogni dipinto rappresenti due cose diverse: lo sfondo e la scena. Quindi e' come se alla scena stessa fosse possibile cambiargli lo sfondo senza che il risultato si modifichi ... non so' se mi sono spiegata bene ... ecco :o( Ehm ... diciamo e' come se tutti gli ambienti fossero visti da una finestra e gli 'interpreti principali' sono assolutamente astranei al loro circondario ... sembra tutto molto sospeso in aria. Molto particolare si' :oD
RispondiElimina@ ZeN: Diciamo che gli sfondi hanno la stessa funzione di quelli teatrali...gli servivano per collocare in qualche modo quello che gli interessava di più: il soggetto. ;o)
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