Arrone è in provincia di Terni, conta 300 abitanti nel borgo e dista 13 km da Terni, 85 da Perugia e 120 da Roma.
Tra il IX e il X secolo, a seguito delle devastazioni di Saraceni e Ungari, vengono abbandonati gli insediamenti sparsi sui colli e la popolazione si sposta nei luoghi fortificati. In Valnerina arrivano gli Arroni, nobili romani in cerca di un posto tranquillo, prendono possesso di un promontorio roccioso e vi costruiscono un castello, che fu il primo nucleo del paese, e fondarono altre fortificazioni nella valle.
Sottomessi a Spoleto nel 1229, persero progressivamente le loro terre e nel 1347 Arrone diviene Comune, liberandosi dalla signoria dei suoi fondatori. Nel 1799 il paese fu saccheggiato e incendiato dalle truppe francesi perchè vi si era ribellato.
Le acque qui sgorgano ovunque, il Medioevo emerge dai castelli, le rocche, le fortificazioni e i camminamenti, e poi i monasteri, gli eremi, le chiese.
Il borgo sorge su uno sperone roccioso lungo la riva del Nera che a breve distanza forma la Cascata delle Marmore. Un tempo importante nodo commerciale tra il Ducato di Spoleto e l'Abruzzo, è un luogo di grande fascino con i mulini d'età romana, eremi e monasteri medievali ed edifici d'archeologia industriale (miniera di lignite a Buonacquisto). Intorno al castello del IX secolo, l'abitato è circondato da un sistema di torri e cinte murarie. Arrone è formata da due nuclei abitativi: La Terra e Santa Maria. La Terra è l'insediamento primordiale con i caratteri di rocca difensiva e il castello degli Arroni. Nella chiesa gotica di San Giovanni Battista si trovano mirabili affreschi quattrocenteschi, nei pressi si trova la Porta di San Giovanni, ad arco acuto. E poi la torre degli olivi, il campanile civico, la cinquecentesca chiesa di Santa Maria Assunta con affreschi e statue in terracotta. Casteldilago è un altro castello di poggio che ha mantenuto quasi intatta la sua primitiva struttura, bella la chiesa di San Valentino e quella di San Nicola con interessanti affreschi cinquecenteschi. Il santuario della Madonna dello Scoglio fu eretto nel XVI secolo sotto un costone a strapiombo. Altre frazioni sono Rosciano e Palombare.
Prodotti tipici della zona sono l'olio extravergine di oliva, trote e gamberi, i frutti di bosco, il tartufo, il miele, il formaggio pecorino e la famosa norcineria della Valnerina con insaccati e salumi, dal prosciutto alle salsicce.
Tra i primi piatti quelli legati al fiume: brodetto di gamberi, ciriole con i filetti di trota e tartufo nero, tagliolini ai gamberi di fiume; fra i secondi lo scottadito d'agnello con battuto di lardo e erbe e trota lessata al tartufo.
I siuri Arrone ebbero la vista lunga a insediarsi in quell'angolo di mondo ... natura e acqua, eheheh tantissima acqua :o) Nei tempi passati, l'acqua e' stata il 'carburante' per la movimentazione di pale e palette per mulini e piccole industrie :o) Il periodo 'acquatico' ha portato tanta ricchezza in loco ma, nuovi carburanti e location piu' accessibili hanno spostato l'economia in altri luoghi causando una forte depressiun nella zona. I suoi monumenti sono molto preziosi e ben tenuti ma in linea di massima non mi e' piaciuta la 'vista' delle facciate delle case :o( Eheheh capisco che so' strana ehhh! Pero' gradisco le facciate in tufo, in mattoni, in pietra, il faccia vista ma ... lo straterello di cemento quasi trasparente su materiali edilizi che si fatica a riconoscere ... no, non l'ho mai sopportato :o(
RispondiElimina@ ZeN: Altro modo di costruire. Molti paesi con sono in pietra, questo non vuol dire che non abbiano una storia. La mia vecchissima colonica appariva in pietra dentro e fuori, ma fuori era in origine intonacata. Il tempo ha distrutto l'intonaco e ha scoperto le pietre nascoste. Non ho mai pensato di cambiarla. ;o)
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