Portobuffolè si trova in provincia di Treviso, il borgo ospita 300 abitanti, dista 15 km da Pordenone e 30 da Treviso.
Distante sette miglia da Oderzo, i Romani lo chiamarono Septimum de Liquentia, situato in un'ansa del fiume Livenza.
Nel I secolo d.C. esisteva un moderso insediamento di pescatori e agricoltori sul fiume, il primo documento storico che attesta l'esistenza del castello risale al 997. Nel 1166 è sotto la dominazione di Treviso, nel 1300 circa vi si stabilisce Gaia da Camino, figlia di Gherardo, signore di Treviso, sposa di Tolberto da Camino signore di Portobuffolè nel 1307. Nel 1339 il borgo passa alla Repubblica di Venezia. I Turchi mettono a ferro e fuoco il territorio nel 1499, nel 1524 arriva la peste che miete molte vittime, nel 1628 nella giurisdizione di Portobuffolè muoiono di fame 244 persone e nel 1631 colpisce la zona un'altra pestilenza.
Nel 1797 diventa dominio francese, la decadenza inizia nel 1815, con il passaggio del Veneto all'Austria. Nel 1866 entra nella cittadina il primo drappello di soldati italiani. Nel 1965-66 il paese è sommerso da due alluvioni che rovinano ogni cosa.
Piccolo gioiello incastonato nella campagna trevisana, dove il Veneto volge al Friuli, il borgo è d'impronta veneziana ma il fiume non scorre più sotto i suoi ponti.
Piazza Beccaro è una piazzetta con acciottolato circondata da bei palazzi; Casa Gaia è una splendida dimora del Trecento in cui visse fino alla morte Gaia da Camino, che la trasformò da casa torre e una piccola reggia (la facciata presenta bifore arricchite da colonnine sottili con capitelli a fior di loto, gli affreschi decorano le varie stanze raccontando un'atmosfera cortese e paesaggi medievali); la Torre Comunale del X secolo è quella rimasta delle sette del castello. Il Leone di San Marco domina la Piazza Maggiore; la Casa Comunale ha un'ampia loggia ed eleganti finestre a sesto ovale e in facciata iscrizioni e stemmi cinquecenteschi; il Duomo era una sinagoga ebraica, fu consacrato nel 1559 e restaurato più volte. Il Ponte Friuli è stato costruito nel 1780 in pietra cotta, in sostituzione del ponte levatoio in legno, sotto vi scorreva il Livenza.
Fuori dal borgo da visitare la chiesa di San Rocco; Palazzo Giustinian del 1695; l'oratorio di Santa Teresa, ricco di stucchi e affreschi, e la chiesa dei Servi, consacrata nel 1505.
Tipici i vini rossi dell'Alto Livenza, il miele e le zucche. Fra i piatti, gnocchetti al sugo d'anatra, rognone di vitello, risotto al piccione, baccalà, trippa, la zuppa matta (a base di zucca, pane, latte e funghi).
Fra i musei, Casa Gaia da Camino (mostre d'arte, struttura trecentesca con affreschi del XV secolo e Museo del Ciclismo all'ultimo piano); Oratorio di Santa Teresa (pregiata cappella del XVIII secolo con stucchi e affreschi); Museo della Civiltà Contadina e dell'Artigianato dell'Alto Livenza (nella torre medievale, ricca raccolta di suppellettili e attrezzature del mondo rurale).
... a due passi anche da Sacile! :oD Leggendo la storia di questa cittadina si capisce che la vita dei suoi abitanti non sia stata molto facile ma piena di dominazioni e pestilenze :o( Nonostante cio' ... oggi si mostra molto bella e curatissima. Trovo piacevole questo paesaggio 'integrato' in cui i palazzi di forme gentili ed eleganti di matrice nettamente veneziana si alternano a forme piu' stilizzate ed essenziali che traggono origini da molto piu' a nord :o) Sembra tutto molto armonico e sereno :o)
RispondiElimina@ ZeN: Difatti sono sicura che è così. Sono i nostri borghi antichi, questi. Veri gioiellini! :o)
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