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Dea romana arcaica, venerata anche in altre città latine. Il termine "Matuta" indicava la sua natura "aurorale" (matutina), quasi una "madre" del giorno. Addette al suo culto erano le donne sposate che avevano avuto un solo marito. A lei si rivolgevano per ottenere la protezione non dei propri figli, ma dei figli delle loro sorelle. Questa strana usanza indica una particolare relazione di parentela che doveva essere importante per la società romana dell'epoca, dove la zia materna era chiamata "matertera" (quasi "seconda madre"). Il tempio di Mater Matuta, forse del VI secolo a.C., sorgeva di fronte al Foro Boario. La sua festa (Matrialia) era celebrata l'11 giugno, al suo culto erano ammesse solo donne vergini o sposate una sola volta, il cui marito era ancora vivo, mentre le schiave erano escluse.
Bella la rappresentazione di questa Dea :o) la si vede un po' trippillona sicuramente perche' doveva rispecchiare la 'seconda madre' e come tale era amata per le sue qualita' e non per il suo aspetto :o) ... strana pero' st'usanza qua eh! :oD
RispondiElimina@ ZeN: Nell'antichità le donne segaligne erano scartate! Gli uomini amavano le curve, le morbidità, i bacini larghi (adatti di più al parto) e la pelle bianchissima. Una "mater" doveva avere un seno generoso che, all'occorrenza, si riempisse di latte. Sicuramente queste erano rappresentazioni della mater ideale. ;o)
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