Decapitazione di Marin Falier (1285-1355)
50° doge della Repubblica di Venezia, giustiziato per alto tradimento
di Francesco Hayez
foto: wikipedia.org
Cattiva fama, pubblico biasimo derivato da un'azione ignominiosa. Grave disonore, segno di pubblico disprezzo.
Il "marchio d'infamia" un tempo veniva impresso a fuoco sul corpo di chi si era macchiato di certi delitti.
Nel diritto romano, diminuzione dell'onore e della capacità giuridica del cittadino romano per aver commesso atti riprovevoli o essere stato condannato in alcuni giudizi civili o criminali, o per violazione del diritto familiare (per esempio, bigamia). Conseguenze dell'infamia erano l'esclusione dai diritti politici, limitazioni patrimoniali (soprattutto in materia successoria), il divieto disposto dal pretore di rappresentare altri in giudizio o di esercitare la tutela.
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Troppo facile, troppo scontato far paragoni con il comportamento odierno diffuso in tutti gli strati della popolazione. L'infamia si è "scolorita" perchè i costumi sono cambiati in peggio, molto peggio. Come l'onore, l'infamia è andata in pensione. La dignità ha preso nuove strade. Al loro posto ci sono la malafede e l'interesse personale. Ampiamente contestati, sì, ma con invidia.
Sono pienamente d'accordo con il tuo pensiero :o( Per ogni virtu' che perde forza, il 'vizio' contrario prende piede :o(
RispondiElimina@ ZeN: Sì, sarà anche controcorrente, ma la morale la possiamo iscrivere nelle liste rosse deglle specie a grave pericolo di estinzione...parlare di morale fa scendere le paxxe, in genere, eppure è la "spina dorsale" delle società civili. Senza morale non c'è dignità nè per se stessi nè nei confronti degli altri. E tutto non ha più senso... :o/
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