Casa Vicens è la prima opera importante di Gaudì che rivela l'influenza dell'architetto Viollet-le-Duc (francese, architetto neogotico e del modernismo). L'edificio è in stile modernista con elementi gotici e mediterranei. Il risultato è un misto di stile mudejar e gotico. Gli azulejos (disegnati da Gaudì seguendo come modello i fiori del giardino di casa) sono accostati ai mattoni e alla pietra grezza alternando motivi a scacchi verticali così da ricordare una costruzione araba. Le ringhiere di ferro sono state realizzate sulla forma delle foglie di palma. Curata la decorazione interna: pitture murali coi temi della natura.
Costruita per la famiglia del ceramista Vicens, le sue soluzioni strutturali riprendono lo stile gotico rivisitandolo con grande creatività (uso dei torricini), gli elementi metallici preannunciano i tipici movimenti dell'Art Nouveau.
I materiali più usati sono la pietra e il mattone, l'uso della ceramica caratterizza la costruzione sia all'esterno che all'interno, dove si trova una profusione di piastrelle policrome (le azukyos) caratteristiche del mondo iberico con motivi floreali a "foglia di palma" desunti da ornamenti micenei e greci e da piante presenti nell'area prima della costruzione. Questo motivo ritorna anche nella splendida cancellata in ferro fuso. All'interno gli ambienti sono vivacemente sfarzosi. L'opera di Gaudì è arricchita da un lavoro artigianale incredibile e di raffinatissima fattura. In origine la Casa Vicens era inserita in un giardino, ora perduto.
Casa Battlò si trova nel Paseo de Gracia, è una delle opere più originali di Gaudì, dal 2005 patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Josep Battlò, altolocato industriale del settore tessile, affidò a Gaudì il rinnovo di un modesto palazzo nel 1904, uno spazio stretto e alto. Il risultato fu rivoluzionario. Elevò due piani nella costruzione originale, stravolse la facciata principale e ampliò il cortile centrale. Al piano terra progettò le scuderie, poi usate a magazzini, e l'androne. Il primo piano era l'abitazione della famiglia Battlò e negli altri 4 piani furono ricavati 8 appartamenti destinati all'affitto. Eccetto che per la disposizione delle finestre, la facciata precedente principale sparì, la parte bassa (in pietra arenaria) fu scolpita in forme sinuose con corpi aggettanti dall'aspetto zoomorfo e fantastico (motivi ossei) ripresi dall'Art Nouveau e dal gotico. Con la collocazione di dischi di maiolica frammentata e vetri istoriati di varie dimensioni e forme (tecnica trecandis) diede un grande effetto di luminescenza alla parte centrale della facciata. La parte alta è interamente ricoperta di ceramica vetrificata colorata che ricorda le squame di un rettile.
La tribuna del primo piano (piano nobile) è realizzata interamente in arenaria con 5 aperture delimitate da colonne che assomigliano a ossa gigantesche, con grandi vetrate colorate. Le finestre dal secondo al quinto piano si aprono su balconi dal pavimento di pietra a forma di conchiglia, con una ringhiera in ferro battuto che sembra una maschera veneziana. Il cortile centrale è interamente rivestito di ceramiche in diverse sfumature d'azzurro, chiuso in alto da un grande lucernario. La ceramica, il marmo, il ferro battuto e il legno si alternano in forme sinuose, la mano del maestro si sofferma sui dettagli più piccoli: porte, maniglie, campanelli, ecc.
L'appartamento del piano nobile è di 400 mq con una terrazza di oltre 200 mq riccamente decorata con trecandis. Ogni altro piano ha 2 appartamenti di circa 200 mq, due degli appartamenti sono abitati da inquilini in affitto, gli altri ospitano gli uffici amministrativi della casa.
In soffitta Gaudì usò l'arco catenario o arco equilibrato, che consente un'omogenea distribuzione dei carichi eliminando colonne, muri e contrafforti. L'ambiente richiama una caverna o, secondo alcuni, la cassa toracica di una balena. In passato ospitava la lavanderia dei condomini, oggi ospita un piccolo museo dedicato a Gaudì.
I tetto si rifà a un dorso di drago, anche qui sono state utilizzate le maioliche artigianali. La torretta coronata dalla croce a 4 bulbi diventerà il biglietto da visita del grande architetto catalano. Oltre alla struttura, Gaudì progettò anche l'illuminazione interna ed esterna.
Casa Battlò si trova nel Paseo de Gracia, è una delle opere più originali di Gaudì, dal 2005 patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Josep Battlò, altolocato industriale del settore tessile, affidò a Gaudì il rinnovo di un modesto palazzo nel 1904, uno spazio stretto e alto. Il risultato fu rivoluzionario. Elevò due piani nella costruzione originale, stravolse la facciata principale e ampliò il cortile centrale. Al piano terra progettò le scuderie, poi usate a magazzini, e l'androne. Il primo piano era l'abitazione della famiglia Battlò e negli altri 4 piani furono ricavati 8 appartamenti destinati all'affitto. Eccetto che per la disposizione delle finestre, la facciata precedente principale sparì, la parte bassa (in pietra arenaria) fu scolpita in forme sinuose con corpi aggettanti dall'aspetto zoomorfo e fantastico (motivi ossei) ripresi dall'Art Nouveau e dal gotico. Con la collocazione di dischi di maiolica frammentata e vetri istoriati di varie dimensioni e forme (tecnica trecandis) diede un grande effetto di luminescenza alla parte centrale della facciata. La parte alta è interamente ricoperta di ceramica vetrificata colorata che ricorda le squame di un rettile.
La tribuna del primo piano (piano nobile) è realizzata interamente in arenaria con 5 aperture delimitate da colonne che assomigliano a ossa gigantesche, con grandi vetrate colorate. Le finestre dal secondo al quinto piano si aprono su balconi dal pavimento di pietra a forma di conchiglia, con una ringhiera in ferro battuto che sembra una maschera veneziana. Il cortile centrale è interamente rivestito di ceramiche in diverse sfumature d'azzurro, chiuso in alto da un grande lucernario. La ceramica, il marmo, il ferro battuto e il legno si alternano in forme sinuose, la mano del maestro si sofferma sui dettagli più piccoli: porte, maniglie, campanelli, ecc.
L'appartamento del piano nobile è di 400 mq con una terrazza di oltre 200 mq riccamente decorata con trecandis. Ogni altro piano ha 2 appartamenti di circa 200 mq, due degli appartamenti sono abitati da inquilini in affitto, gli altri ospitano gli uffici amministrativi della casa.
In soffitta Gaudì usò l'arco catenario o arco equilibrato, che consente un'omogenea distribuzione dei carichi eliminando colonne, muri e contrafforti. L'ambiente richiama una caverna o, secondo alcuni, la cassa toracica di una balena. In passato ospitava la lavanderia dei condomini, oggi ospita un piccolo museo dedicato a Gaudì.
I tetto si rifà a un dorso di drago, anche qui sono state utilizzate le maioliche artigianali. La torretta coronata dalla croce a 4 bulbi diventerà il biglietto da visita del grande architetto catalano. Oltre alla struttura, Gaudì progettò anche l'illuminazione interna ed esterna.
Queste due 'case' son entrambi notevoli! Di Casa Vicens mi e' piaciuto tantissimo l'esterno poiche' in lontananza sembra un castello serioso, ma avvicinandoti, le soluzioni con le mattonelline e la grazia del ferro battuto, lo trasformano in 'elegante' :o) Purtroppo pero' l'interno l'ho trovato molto ma molto pesante e monotono, quasi non fosse firmato da Gaudi'. Casa Battlò e' invece l'esplosione della fantasia allo stato puro, mista a eleganza e condita con innovative e uniche soluzioni architettoniche :o) Veramente bella si'!
RispondiElimina@ ZeN: Casa Vicens è le prima importante opera di Gaudì, quella che ha dato il via a tutte le opere successive. Difatti si è corretto e, successivamente, ha realizzato cose bellissime. Come Casa Battlò. ;o)
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