Chiamati Boscimani, i San sono una delle popolazioni più antiche dell'Africa, tra le più antiche al mondo, che un tempo popolava gran parte dell'Africa e, in tempi più recenti, l'Africa meridionale.
Le loro origini non sono note, hanno una bassa statura, corpo piccolo e magro con arti sottili. La pelle è chiara, tendente al rugoso perchè priva del grasso sottocutaneo. I capelli sono corti, neri, molto ricciuti (sono indicati come "a grano di pepe").
Oggi i San stanno scomparendo, molti meticciati con i negri, vivono in rifugi sparsi fra l'Orange e il Cunene, le paludi del Kwando e dell'Okavango, fino al Kalahari. Divisi in piccoli gruppi o in orde pluri-familiari, vivono miseramente in zone inospitali di caccia e raccolta allo stato nomade seguendo tecniche e sistemi preistorici.
L'arma principale è l'arco con frecce avvelenate a testa mobile in osso o ferro. L'unico animale domestico che conoscono è il cane, con il quale vivono e che utilizzano poco per la caccia in quanto perfetti conoscitori delle abitudini di tutti gli animali del loro habitat. Gli uomini si dedicano prevalentemente alla caccia, anche se non trascurano la raccolta, in genere attività specificamente femminile e dei ragazzi, che è praticata con il bastone da scavo (kibi).
Essendo nomadi, i San erigono campi provvisori con semplici ripari unifamiliari di rami e frasche. Sono organizzati in famiglie patrilineari che non superano le 50 unità (un'orda) con un nome proprio. Più orde costituiscono una tribù. Non hanno capi nè struttura politica, gli anziani hanno una certa autorità, limitata alle funzioni di capocaccia o alla scelta del luogo dove accamparsi. Le regole morali sono rigide: la proibizione di parlare, incontrare e guardare la suocera; evitare di guardare in faccia il suocero; la condanna a morte per l'adulterio e l'incesto; severi riti d'iniziazione (per maschi e femmine); uccisione dei gemelli e dei neonati deformi. L'uccisione dei gemelli deriva dalla credenza religiosa per cui l'uomo è costituito da due corpi: quello invisibile, alla morte migra in cielo, l'altro resta nella tomba, ma può mutarsi in animale. Nel loro pantheon le principali divinità sono il signore dei morti (il malefico Gauab) e il signore dei vivi (il benefico Kang).
Le danze rituali sono complesse e, col ricco patrimonio di riti e leggende, sono oggetto di studio per capire l'origine e la storia di questo popolo.
La loro arte rupestre nel Sudafrica rappresenta scene dipinte o incise di cacciatori San armati di archi intenti a cacciare gli armenti dei gruppi bantu. Alcuni studiosi ritengono che l'arte rupestre del Sudafrica (comprensibile in un arco di tempo di 7-5000 anni) sia da attribuire ai San, ma la mancanza di una produzione recente ne fa sussistere i dubbi.
Ho la vaga sensazione che per i San, e per tutte le altre popolazioni ancora 'al naturale', il futuro non sia tanto roseo :o( La loro vita e' legata alla naturalezza e alla prosperita' dell'habitat e soprattutto alla fortuna del non incontro con 'l'uomo civilizzato' ... sperem, ma la vedo dura :o(
RispondiElimina@ ZeN: Già, i supersiti, li hanno deportati in zone inadatte. Loro protestano, ma non credo abbiano un futuro... :o(
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