venerdì 28 giugno 2013

Francesco Borromini

San Carlo alle Quattro Fontane


Francesco Borromini (Francesco Castelli), architetto nato a Bissone, Lugano, nel 1599 e morto a Roma nel 1667, iniziò la sua carriera come scalpellino a Milano, mandato dal padre architetto dei Visconti. Dal 1621 è presente a Roma dove fu alle dipendenze del Maderno sempre come scalpellino, poi divenne un collaboratore del Maderno e del Bernini con cui lavora al palazzo Barberini. A lui si devono la scala ellittica e interventi sulla facciata posteriore.

Palazzo Barberini, Scala ellittica

Dopo la morte del Maderno lavorò col Bernini, in questo periodo maturò la vocazione per l'architettura con lo studio di Michelangelo e dell'architettura antica e tardo-antica. Dopo la rottura col Bernini realizzò autonomamente il convento e la chiesa di San Carlino o San Carlo alle Quattro Fontane (1634). Con questa opera il Borromini definisce una nuova concezione dello spazio, nella pianta di San Carlino la figura geometrica dell'ellisse è deformata da continue dilatazioni e contrazioni della superficie muraria. Tra il 1635 e il 1650 realizza la nuova casa dell'ordine dei filippini, con signolari soluzioni angolari, la finissima tessitura di mattoni a vista nella facciata, la volta a fasce dell'oratorio, le decorazioni a stucco bianco.


La chiesa di San Ivo alla Sapienza è la sua opera più audace, iniziata nel 1642 ha una complessa pianta a stella, all'esterno il lanternino è una spirale fiammeggiante ed è il simbolo dell'ascesa alla Sapienza.
Restaura la Basilica di San Giovanni in Laterano, il convento e la chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori, ristruttura palazzo Falconieri, fra i suoi lavori più importanti. Si insinua però in questo periodo un'insoddisfazione interna, le divergenze col principe Pamphili nella realizzazione della chiesa di Sant'Agnese a Piazza Navona (da cui fu esonerato) segnano l'inizio di una crisi che si aggraverà negli anni successivi. L'incompiutezza e il mancato compimento di molti progetti sono tragedie per il Borromini, nonostante la realizzazione del palazzo di Propaganda Fide (1647-66). Borromini si dedica al completamento di opere già realizzate, a lavori di restauro e a opere minori. Si uccise gettandosi sulla propria spada.
La sua eredità spaziale ebbe importantissimi sviluppi, soprattutto nei Paesi dell'Europa centrale (Austria, Germania, Boemia). Il suo unico vero continuatore fu Guarino Guarini che, alla metà del Seicento, rielaborò i suoi concetti con però differenti risultati.
 

4 commenti:

  1. amo lo stile del Borromini, pulito, semplice, lineare. la scala ellittica è un capolavoro architettonico. mi spiace per la sua fine infelice.

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  2. Prima di questo approfondimento non conoscevo le opere del Borromini :o( Usualmente preferisco le forme spigoloso, non i tondi ne' tanto meno gli ovali ... pero' quest'artista mi intriga ;o)

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  3. @ Laraz: Il genio e la pazzia vanno a braccetto...ma ha lasciato cose bellissime! :o)

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  4. @ ZeN: E' l'architetto dell'ellissi. Ne ha fatto cose avveniristiche, per l'epoca. :o)))

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