Minareto Malwiyya, Samara
foto: sara.theellisschool.org
Gli Abbasidi sono una dinastia di califfi arabi della Persia e dell'Iraq che operarono sostanziali mutamenti inaugurando una nuova era. Il Califfato affermò il suo carattere religioso condannando la mondanità e lo spirito profano degli Omayyadi e assunse la forma di dispotismo orientale assogettandosi all'autorità dei grandi dottori dell'Islam, messaggeri del profeta. L'impero arabo diventò un impero islamico che abbracciava molti popoli con eguale dignità ed eguali diritti. La capitale era Baghdad, l'impero guardava alla Persia e si protendeva verso l'India. Si imposero la filosofia e la scienza greche mentre i costumi, la letteratura, la lingua e la vita culturale subivano l'influsso persiano. C'era una borghesia attiva e agiata che fioriva nella pace e nel benessere col commercio, gli studi e le arti. Il califfo accentrava tutti i poteri, ma in pratica delegava il potere civile a un visir, quello giudiziario a un giudice supremo, quello militare a un generale, il capo o emiro. Il governo aveva molti uffici ben organizzati, i più importanti erano quelli delle imposte, dei conti, dei servizi postali (che faceva anche spionaggio). I governatori, detti anch'essi emiri, reggevano le province, l'organizzazione militare divenne arte e scienza. Furono utilizzate milizie mercenarie molto prepotenti, tanto da essere un pericolo per lo Stato. Nel primo secolo del loro dominio Baghdad contava più di un milione di abitanti e una parte della popolazione conduceva una splendida vita. L'incertezza delle norme per la successione condusse a una guerra fratricida, il vincitore riunificò lo Stato, protesse la scienza e la cultura e rese Baghdad il maggior centro intellettuale del mondo islamico. Ma la dinastia iniziò a decadere, Baghdad divenne insicura e la capitale si spostò a Samarra, solo nell'892 Baghdad riebbe la sua funzione. Nella seconda metà del IX secolo il comandante in capo scalzò dalla città l'autorità del visir e del califfo, la supremazia politica sfuggiva a poco a poco. Nell'XI secolo i Turchi, provenienti dalle steppe dell'Asia centrale, penetrarono nei territori dell'impero e nel 1055 entrarono a Baghdad, seguiti successivamente dai Mongoli che la distrussero in parte e massacrarono il califfo con tutti i suoi, facendo finire il califfato degli Abbasidi. Successivamente vi furono molti pretendenti al titolo di califfo, dal 1261 al 1517 se ne succedettero 17. Califfi fantocci, praticamente strumenti nelle mani dei Mamelucchi del Cairo.
L'architettura abbaside manifestava la potenza della dinastia. Si basava sulla grandiosità delle strutture e sulla perfezione tecnica, usando il mattone cotto e crudo. Baghdad era a pianta circolare con imponenti cinte di difesa e quattro porte sui punti cardinali. Il palazzo del califfo, eretto nel 762, aveva la pianta cruciforme inscritta in un quadrato, era a due piani, con una sala centrale coperta da una cupola che era detta "cupola verde". A Samarra sono stati posti in luce imponenti palazzi con eleganti decorazioni in stucco e maiolica smaltata che rivestiva le pareti esterne e interne degli edifici principali. La moschea abbaside aveva una sala di preghiera e navate perpendicolari al muro, che indicavano la direzione di preghiera. La ceramica raggiunse un'altissimo grado di perfezione in Iraq nel IX secolo, imitava quella cinese T'ang. Importanti i tessuti e le tappezzerie di lana o cotone, decorati con disegni di animali.
non commentando sul fattore religioso o di polica interna ... pero' si ha l'impressione che quei momenti di benessere e cultura non siano stati piu' raggiunti :o(
RispondiElimina@ ZeN: Essì. Pur con le guerre e i soprusi, erano periodi di grande fermento culturale, architettonico e artistico: i califfi ci tenevano. Il resto è storia... :o/
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