venerdì 13 maggio 2011

Genitori, resistete!


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(Da: quomedia.diesis.it)



Lo spettro di grandi rischi si aggiunge a quello delle droghe di ogni genere, l'alcol, l'anoressia, la bulimia. Figli "arrabbiati" in cerca di libertà. Non c'è fine nè ai rischi nè all'ansia. Il nuovo spettro per i genitori di figlie femmine sono le dipendenze da amori sbagliati. Meglio sapere, è ovvio. In uscita il libro "Nuovi adolescenti, nuovi disagi" di Rosanna Schiralli e il marito Ulisse Mariani, psicoterapeuti, edizioni Mondadori. Sottotitolo: "Dai social network ai videogames, allo shopping compulsivo: quando l'abitudine diventa dipendenza".
Oggi, se un adolescente denuncia un disagio, di qualunque entità, nel 98% dei casi va nella direzione delle dipendenze, non ci sono conflitti generazionali come un tempo, i ragazzi cercano l'autonomia nella famiglia, non dalla famiglia. Un tempo c'erano depressione e ansia, oggi meno, mentre ai rischi tradizionali si aggiungono quelli legati all'uso del computer e dei videogames. Da circa 20 anni i nostri figli spesso rimangono mentalmente a livello delle loro pulsioni, non essendo stati accolti nel modo giusto, (che è fatto di amore e regole, non essendo contenuti da adulti che, per mancanza di tempo o stanchezza, hanno il fiato corto) e sono bloccati dalle pulsioni che dominano la parte più profonda e primitiva del cervello. E' normale che un neonato voglia tutto e subito, ma crescendo è necessario imparare l'attesa.
Il neonato può imparare a dilazionare un pò i suoi desideri, ma deve certamente impararlo il bambino. La pulsione esige di essere appagata immediatamente, pena precipitare in un abisso di angoscia, sentirsi morire. Se crescendo i nostri figli sono aiutati a gestirla, a orientarla, riescono a declinare i loro stati d'animo, a rimandare.
Non è facile, perchè della pulsione si è impossessato il mercato: siamo sommersi di prodotti, ne è sommersa l'infanzia e l'adolescenza, i nostri figli sono i migliori consumatori. Il ritornello che sentiamo più spesso è "Lo voglio/lo voglio/lo voglio".
I genitori dovrebbero accompagnare i figli attraverso un'educazione che trasformi la pulsione in emozione. Un esempio è quello di essere rifiutato da una ragazza, è una grossa botta, e il ragazzo non trova gli strumenti per resistere a questa frustrazione. Perchè è stato sempre accontentato. Se per caso si accorge che qualcosa gli allevia l'angoscia il gioco è fatto, non c'è informazione che tenga.
Tutti i ragazzi sanno che l'alcol e la droga fanno male, ma non basta se l'adolescente sente l'insostenibile pesantezza del non essere. Non basta se non è stato reso abbastanza solido il ponticello di sinapsi, di neuroni, che unisce le zone istintuali del cervello con la zona frontale della razionalità e del controllo. Il problema delle dipendenze è avere un'alternativa o meno, cioè essere aiutati a crescere attraverso un'adeguata educazione emotiva. Si fa attraverso un processo di rispecchiamento tra figli e genitori, con l'empatia, con l'ascolto profondo dei nostri figli, e con il contenimento (i no e le regole) che insegna a fronteggiare il mondo interno e le pulsioni. Lo slogan è "Dare regole al piacere e mettere il piacere nelle regole". 
Bisogna iniziare presto ma in qualunque momento un genitore sia in difficoltà, meglio intervenire e provarci. E' un viaggio che dura 20 anni e i genitori sono i piloti dell'aereo: non devono mai abbandonare la cabina di pilotaggio. Non devono mai chiedere ai passeggeri di sedersi al loro posto.
 

 

7 commenti:

  1. con i ragazzi c'e' da fare un lavoro faticosissimo ... ma va' fatto!!!! . L'unico consiglio che posso aggiungere a questo bello ed esaudiente post e' che: il lavoro sui figli va' iniziato gia' da piccolissimi e non deve essere smesso mai fino all'eta' della ragione!

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  2. con i ragazzi c'e' da fare un lavoro faticosissimo ... ma va' fatto!!!! . L'unico consiglio che posso aggiungere a questo bello ed esaudiente post e' che: il lavoro sui figli va' iniziato gia' da piccolissimi e non deve essere smesso mai fino all'eta' della ragione!

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  3. con i ragazzi c'e' da fare un lavoro faticosissimo ... ma va' fatto!!!! . L'unico consiglio che posso aggiungere a questo bello ed esaudiente post e' che: il lavoro sui figli va' iniziato gia' da piccolissimi e non deve essere smesso mai fino all'eta' della ragione!

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  4. @ ZENITeNADIR: I genitori tendono a vedere i figli sempre come piccoli e incapaci. Per questo credono di proteggerli apparentemente facilitandone la vita, addirittura giustificandoli quando sbagliano clamorosamente. E' un modo per "riscattare" l'incapacità di educare. E' molto più difficile dare regole che non darle, è evidente. Se si amano davvero i propri figli, vanno "allenati" fin da piccoli ad affrontare le difficoltà e a seguire alcune regole fondamentali. E' faticoso, ma indispensabile per loro.

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  5. @ ZENITeNADIR: I genitori tendono a vedere i figli sempre come piccoli e incapaci. Per questo credono di proteggerli apparentemente facilitandone la vita, addirittura giustificandoli quando sbagliano clamorosamente. E' un modo per "riscattare" l'incapacità di educare. E' molto più difficile dare regole che non darle, è evidente. Se si amano davvero i propri figli, vanno "allenati" fin da piccoli ad affrontare le difficoltà e a seguire alcune regole fondamentali. E' faticoso, ma indispensabile per loro.

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  6. @ ZENITeNADIR: I genitori tendono a vedere i figli sempre come piccoli e incapaci. Per questo credono di proteggerli apparentemente facilitandone la vita, addirittura giustificandoli quando sbagliano clamorosamente. E' un modo per "riscattare" l'incapacità di educare. E' molto più difficile dare regole che non darle, è evidente. Se si amano davvero i propri figli, vanno "allenati" fin da piccoli ad affrontare le difficoltà e a seguire alcune regole fondamentali. E' faticoso, ma indispensabile per loro.

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  7. è un grande libro. da leggere e rileggere

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