L'Agro Pontino (Latina) è una regione storico-geografica del Lazio fra l'Agro romano e il Lazio meridionale che in età remota era ricoperta da un'estesa laguna che in seguito fu prosciugata. I primi tentativi di bonifica risalgono ai Latini con un esteso sistema di drenaggio con cunicoli sotterranei e pozzi. Fondarono diverse città come i Volsci fra cui Ulubrae (Ninfa, Cisterna di Latina). In età imperiale i Romani bonificarono altri terreni, nacquero alcuni centri lungo la Via Appia antica fra cui Cisterna di Latina (Tres Taberne), buona parte dell'Agro Pontino dopo le invasioni barbariche tornò a impaludarsi, intorno al XII secolo sorse il centro di Ninfa che sottomise i Comuni rivali di Sermoneta e Sezze e divenne una stazione di dazio obbligata per i traffici di Roma verso sud. In età medievale le paludi divennero feudo della famiglia gaetana dei Caetani il cui ramo pontino ebbe sede a Sermoneta e a Cisterna, della bonifica si interessò anche Leonardo da Vinci che studiò un sistema di canali e di idrovore approvato da papa Leone X ma non andò mai in porto per la morte del papa. Intervenirono anche i Medici e papa Sisto V ma dopo il 1590 le terre furono di nuovo inondate a causa degli errori progettuali e dei disordini nelle campagne. Nel Settecento papa Pio VI diede vita a imponenti opere idrauliche realizzando una rete di canali tuttora esistente e bonificando buona parte delle paludi di Sezze e Terracina, il papa approvò un piano ispirato alle esperienze della Maremma toscana guidate da Leonardo Ximenes, le spese furono ripartite fra la Camera Apostolica e i proprietari secondo il criterio del beneficio usato ancor oggi dai consorzi di bonifica.


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