mercoledì 17 dicembre 2025

Il Carnevale di Venezia

 



2004:












Il Carnevale di Venezia è conosciuto in tutto il mondo, di origini antichissime, la prima testimonianza risale a un documento del Doge Vitale Falier del 1094 dove si parla di divertimenti pubblici e viene citato per la prima volta il vocabolo "Carnevale". L'istituzione del Carnevale è attribuita alla necessità della Serenissima (come prima fecero gli Antichi Romani) di concedere alla popolazione, soprattutto i ceti più umili, un periodo dedicato al divertimento e ai festeggiamenti durante il quale i Veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati. Attraverso l'anonimato delle maschere e i costumi si livellavano tutte le divisioni sociali ed era consentita persino la pubblica derisione delle autorità e dell'aristocrazia. Divenne festa pubblica nel 1296, durava 6 settimane anche se talvolta iniziava a ottobre.


2007:











2008

La partecipazione gioiosa e in incognito a questo rito di travestimento collettivo era, ed è tuttora, l'essenza stessa del Carnevale, tutti partecipano a un grande palcoscenico mascherato in cui gli attori e gli spettatori si fondevano in un'unico immenso corteo di figure e colori. Questa usanza dei travestimenti di Carnevale gradualmente fece sviluppare un commercio di maschere e costumi, i mascari divennero abili artigiani realizzando maschere di fogge e fatture sempre più ricche e sofisticate, riconosciuti ufficialmente come mestiere in uno statuto del 1436.


2010:



















2011:









Uno dei costumi più comuni a partire dal Settecento, indossato anche oggi, è la Baùta, figura veneziana di entrambi i sessi con una maschera bianca sotto un tricorno nero e un avvolgente mantello scuro, il tabarro.


Baùta

Molte donne indossavano la Moretta, una piccola maschera di velluto scuro con un delicato cappellino con indumenti e velature raffinate, era un travestimento muto poichè la maschera si reggeva sul volto tenendo in bocca un bottone interno.

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Moretta

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Nelle dimore dei sontuosi palazzi veneziani si ospitavano grandiose e lunghissime feste con sfarzosi balli in maschera, nel Settecento il Carnevale di Venezia raggiunse il suo massimo splendore e riconoscimento internazionale diventando celeberrimo e prestigioso in tutta Europa costituendo un'attrazione turistica, sono di quest'epoca le avventure di Giacomo Casanova che creò il suo personaggio grazie alle partecipazioni a feste tra le più lussuriose.

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2013

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2014

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2015

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2018

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 2020

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La tradizione di travestirsi durante il Carnevale favorì qualche malintenzionato a compiere una serie di malefatte per questo le autorità dovettero introdurre delle limitazioni, dei divieti e delle pesantissime sanzioni contro l'abuso dei travestimenti soprattutto di notte, infatti era più facile commettere reati (scippi, ruberie e molestie) senza essere riconosciuti, già nel 1339 era il divieto notturno di circolare in maschera per la città. Altro abuso era quello che gli uomini, travestiti da donne o con abiti religiosi, entravano nei luoghi sacri, chiese e monasteri per compere atti indecenti e libertini, anche con le religiose.

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Caffè Florian

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 Medico della peste

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Fu decretato anche il divieto di prostituzione in maschera con pene severe: le prostitute mascherate erano bandite per 4 anni dal territorio della Repubblica dopo essere state sottoposte, nel tragitto fra Piazza San Marco e Rialto, al supplizio delle frustate e messe alla berlina tra le due colonne della piazzetta. Anche i giocatori d'azzardo in maschera sfruttavano l'anonimato per sfuggire ai creditori nelle case da gioco. Dopo la caduta della Serenissima nel 1797 si arrivò alla proibizione definitiva dei mascheramenti a eccezione di quelli durante le feste private nei palazzi e del Ballo della Cavalchina al Teatro La Fenice con la conseguenza che iniziò un veloce declino del Carnevale.

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2024

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2024

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2025

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Solo nel 1975 il Carnevale di Venezia risorse ufficialmente, oltre alle feste ufficiali di piazza ancora oggi si organizzano svariate feste private e balli in maschera presso i grandi palazzi veneziani. Ripresa l'antichissima Festa delle Marie che rievoca l'antico corteo con le fanciulle chiamate "Marie" con un più moderno concorso di bellezza in costume, 12 Marie sono accompagnate da un lungo corteo di damigelle d'onore, sbandieratori, musicisti e centinaia di figuranti in costume d'epoca.

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Festa delle Marie

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Nel Volo della Colombina un uccello meccanico dalle sembianze di una colomba effettuava la sua discesa sulla corda verso Palazzo Ducale, dal 2001 la Colombina è stata sostituita con il Volo dell'Angelo, un'artista che effettua la sua discesa dalla cella campanaria del campanile verso terra e dal 2012 anche il Volo dell'Aquila che ne ricalca le modalità.

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Volo dell'Angelo

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MASCHERE:

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 foto da wikipedia.org

 

martedì 16 dicembre 2025

Conegliano, Treviso

 



CONTRADA GRANDA:


Teatro Accademia





Monte di Pietà (XVI)





Palazzo Piutti


Porta Monticano
Contrada Granda è il centro storico di Conegliano dove ci sono le architetture di maggior pregio fra cui il Monte di Pietà (oggi albergo) del XVI secolo, Casa Piutti (XV secolo, rinascimentale) affrescata, Casa Colussi (rinascimentale, affrescata) e Porta Monticano (rinascimentale, affrescata)


DUOMO DI SANTA MARIA ANNUNZIATA E
SAN LEONARDO:








Sala dei Battuti
Il Duomo (XIV-XVI secolo, romanico-gotico) ha in facciata un grande affresco considerato il più vasto affresco murale del Veneto, un "libro dipinto" sulla strada


Del Castello (iniziato nel XII secolo),
fulcro medievale della città,
oggi sopravvivono solo la torre della Campana,
parte dell'antico duomo e parte della cinta muraria


Mura con camminamento


Villa Gera (1827) neoclassica
foto da wikipedia.org

La nascita di Conegliano (34.600 abitanti) risale al XII secolo quando un gruppo di famiglie nobili creò un governo di tipo comunale attorno a una bastia creando un borgo. Il Castello di Conegliano rimase sempre il centro del potere sia civile che religioso, le attività artigianali e agricole furono incentivate dalla fondazione di numerosi monasteri, di ospizi e di congregazioni di laici. La città fu sottomessa a Treviso (1153), agli Ezzelini (antica famiglia feudale di probabili origini germaniche) e agli Scaligeri (Verona) che la munirono di nuove fortificazioni continuate anche con i Veneziani che la abbellirono di palazzi signorili e istituzionali. Nel Settecento il castello fu in gran parte demolito per usarne il materiale per nuove costruzioni. Conegliano fu occupata da Napoleone e dagli Austriaci che ne svilupparono l'economia e le infrastrutture, la città ospitò per secoli una fiorente comunità israelitica, fin dal Trecento, con la gestione di banchi di prestito. Nel Seicento la comunità fu costretta a stabilirsi fuori dalla cinta muraria formando un ghetto che nell'Ottocento si estinse causa del trasferimento della maggior parte degli ebrei a Padova e Venezia, oggi l'antico ghetto non esiste più. Conegliano conserva molte architetture religiose.


lunedì 15 dicembre 2025

4 - I pani regionali italiani: Pane di Montecalvo e Pane dei Camaldoli

 





Il pane di Montecalvo (Montecalvo Irpino, Avellino, Campania) è fatto con farina rimacinata di grano duro della varietà locale Saragolla con acqua, sale e lievito madre. Rinomato in tutta la regione, ha una crosta spessa e la mollica compatta ma ricca di cavità, l'impasto viene tradizionalmente preparato in contenitori di legno con una faticosa lavorazione manuale per favorire le bolle d'aria all'interno, ha due lievitazioni, l'ultima in panetti avvolti nel cotone e riposti in cesti di vimini. Marchiati con un taglio a forma di croce, sono cotti in forni a legna in laterizio. Ha lunga durata e mantiene il sapore e la fragranza per una settimana.

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Il pane dei Camaldoli o pane cafone napoletano (Napoli, Collina dei Camaldoli, Campania) è di antichissima tradizione, tipico di Napoli il nome deriva dal luogo di provenienza a nord della città. Le forme sono cotte in forno a legna e possono raggiungere anche 4 Kg, hanno la mollica alta di colore paglierino e la crosta piuttosto spessa e croccante. E' composto da farina e lievito di birra e fa due lievitazioni.


domenica 14 dicembre 2025

1 - L'Agro Pontino o Pianura Pontina, Lazio

 







Ninfa, Monumento Naturale, iniziata nel 1921 da Gelasio Caetani
nell'area della scomparsa cittadina medievale di Ninfa di cui rimangono i ruderi


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Cisterna di Latina, Palazzo Caetani (1560)


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Sezze


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Terracina
foto da wikipedia.org

L'Agro Pontino (Latina) è una regione storico-geografica del Lazio fra l'Agro romano e il Lazio meridionale che in età remota era ricoperta da un'estesa laguna che in seguito fu prosciugata. I primi tentativi di bonifica risalgono ai Latini con un esteso sistema di drenaggio con cunicoli sotterranei e pozzi. Fondarono diverse città come i Volsci fra cui Ulubrae (Ninfa, Cisterna di Latina). In età imperiale i Romani bonificarono altri terreni, nacquero alcuni centri lungo la Via Appia antica fra cui Cisterna di Latina (Tres Taberne), buona parte dell'Agro Pontino dopo le invasioni barbariche tornò a impaludarsi, intorno al XII secolo sorse il centro di Ninfa che sottomise i Comuni rivali di Sermoneta e Sezze e divenne una stazione di dazio obbligata per i traffici di Roma verso sud. In età medievale le paludi divennero feudo della famiglia gaetana dei Caetani il cui ramo pontino ebbe sede a Sermoneta e a Cisterna, della bonifica si interessò anche Leonardo da Vinci che studiò un sistema di canali e di idrovore approvato da papa Leone X ma non andò mai in porto per la morte del papa. Intervenirono anche i Medici e papa Sisto V ma dopo il 1590 le terre furono di nuovo inondate a causa degli errori progettuali e dei disordini nelle campagne. Nel Settecento papa Pio VI diede vita a imponenti opere idrauliche realizzando una rete di canali tuttora esistente e bonificando buona parte delle paludi di Sezze e Terracina, il papa approvò un piano ispirato alle esperienze della Maremma toscana guidate da Leonardo Ximenes, le spese furono ripartite fra la Camera Apostolica e i proprietari secondo il criterio del beneficio usato ancor oggi dai consorzi di bonifica.