Villa Ada è il quarto più grande parco pubblico di Roma (160 ettari), ospita numerosi edifici neoclassici ed eclettici e si trova nella zona settentrionale della città. La sua storia inizia nel Seicento quando il parco era sede del Collegio Irlandese cioè una tenuta agricola. Nel Settecento divenne proprietà dei principi Pallavicini che crearono un "giardino di paesaggio" con percorsi geometrici e piccole costruzioni, nel 1872 fu acquistata dai Savoia, Vittorio Emanuele II acquistò altri terreni per ingrandirla fino a 160 ettari, la villa fu venduta nel 1878 al conte Giuseppe Tellener che la intitolò alla moglie Ada, nel 1940 Vittorio Emanuele III la riacquistò e divenne residenza reale (Villa Savoia) fino al 1946. Alla caduta della monarchia la villa fu in parte dei Savoia e in parte del pubblico demanio (1957). Donata da Umberto all'Egitto attualmente ospita l'Ambasciata e il Consolato della Repubblica Araba d'Egitto. Nella sua area si trova il bunker dei Savoia, rifugio antiaereo reale, un gigantesco camminamento carrabile chiuso da porte blindate, la Palazzina Reale (Villa Ada Savoia, 1873-75) è in stile neoclassico. Altre costruzioni il Tempio di Flora, la Villa Polissena, le Scuderie Reali, lo Chalet Svizzero e la Torre Gotica. Nella villa è famoso anche l'originale "pratone" e il suo gemello più intimo "contro pratone" meta degli hippy da oltre 60 anni.
Sorrido nel pensare come per i non romani, la parola 'villa', possa risultare ingannevole :oD Piu' o meno lontano dal centro storico, la citta' era un brulichio di residenze nobiliari, ognuna delle quali con l'annesso giardino o parco, generalmente molto esteso. Piu' il casato era ricco e piu' lo spazio verde era sostanzioso ... e poteva contenere capricci, scuderie, fontane, bunker, riserve di caccia, depandance, giusto per fare qualche esempio. I siuri dei tempi andati, quindi, pur vivendo effettivamente a Roma, dimoravano in quello che possiamo definire come un personale spazio protetto. Con la caduta della nobilta', quasi tutti i parchi sono diventati di proprieta' comunale, percio' liberamente fruibili dai cittadini, mentre le residenze possono aver avuto diverse sorti: diventare museo, spazi privati, essere chiuse e inagibili, in restauro ... Diciamo quindi che pur mantenedo sempre lo stesso nome, per esempio Villa Ada, si va' ad indicare sia il parco che la villa vera e propria. Per i romani, 'villa' e' sempre il parco ... ed andare quindi a Villa Ada, per un cittadino qualsiasi, significa andare nel verde e non dentro al Consolato. Diro' di piu', essendo questi parchi enormi e avendo molte entrate, c'e' la possibilita' che accedendo lontano dai fabbricati, dopo una vita di passeggiatine, non si e' mai riusciti a vedere neanche un mattone sull'altro ahahah :oD Non credo di essere mai andata dentro a Villa Ada ma indubbiamente all'epoca, tra giardini di piante rare, residenza e annessi funzionanti, doveva esser meravigliosa. Sul bunker ho un po' sorriso, sia perche' nonostante le ampiezze e le comodita' poteva esser vissuto per poche ore, ma anche perche' da li' a poco, tra armi chimiche, gas e robine nucleari, non sarebbe piu' servito a nulla se non a contenere del vino. Sono comunque contenta che sia stato recuperato! Forse tra le tante ville di Roma, Villa Ada e' quella in cui, bunker a parte, ci sono meno cose da vedere, pero' e' ottima per vivere la natura!
RispondiElimina@ ZeN: Roma credo possieda il maggior numero di parchi in Italia alcuni molto estesi, così tanto che è possibile perdersi. Consiglio una bussola. :D
RispondiEliminaAl di là dei parchi ricavati da tenute nobiliari, un'altra peculiare caratteristica dei parchi romani sono i parchi archeologici con la duplice destinazione a parco pubblico e archeologico insieme, unico posto nel nostro Paese in cui "vai ai giardini" o "vai a fare jogging" in mezzo a reperti antichissimi, sicuramente per i Romani facenti parte del paesaggio quotidiano. Ma solo per loro. Chi vien da fuori si meraviglia parecchio. Villa Ada fa parte di una tenuta nobiliare e reale, il suo punto forte è l'estensione e il patrimonio arboricolo presente, un vero polmone di ossigeno per Roma, manutendere queste enormi estensioni è un impresa ma lo merita per la sua bellezza. :o)