Agrippina Minore (Giulia Agrippina), (49/50 d.C.)
Imperatrice romana
foto da wikipedia.org
La condizione della donna ad Atene era assimilata a quella dello schiavo o dello straniero o del maschio minorenne, alle donne era vietato assistere a qualsiasi manifestazione pubblica oltre che praticare qualsiasi attività sportiva. In occasione dei Giochi olimpici non era permesso loro di avvicinarsi al perimetro esterno del santuario, pena la morte.
In Grecia esistevano le mogli (che si dedicavano esclusivamente all'educazione dei figli legittimi), le concubine (che avevano rapporti sessuali stabili con l'uomo), la compagna per il piacere e la prostituta.
Cleopatra (I secolo a.C.)
A Roma la donna era considerata quasi pari all'uomo, entrambi i genitori avevano pari obblighi nei confronti dei figli e la donna poteva accompagnare il marito a una festa, in età arcaica era sottomessa al padre del marito mentre verso la fine della Repubblica e in età imperiale le donne di condizione elevata potevano avere una vita indipendente, ottenere il divorzio e risposarsi, mentre quelle delle classi basse erano sotto la soggezione maschile con eccezione delle prostitute che avevano una discreta libertà, come le sacerdotesse.
Alcune limitazioni erano l'impedimento di accedere ale magistrature pubbliche, ereditare e per fare testamento era necessario il consenso di un tutore, di un uomo che ne aveva la tutela.
I giuristi latini definivano la donna "l'ignoranza della legge, la deficienza mentale, la passività sessuale e la leggerezza d'animo".
Le donne alla nascita non avevano un nome proprio, solo quello della gens a cui appartenevano usato al femminile. Non era considerata un individuo ma come parte di un nucleo familiare.
Ecco! :o( Messe male in entrambi le nazioni ma, nonostante la mancanza del nome proprio, forse a Roma stavano un pochino meglio, soprattutto coloro che provenivano da una famiglia benestante visto che con l'elevarsi della classe sociale le regole diventavano piu' flessibili. Interessante notare come invece la sfera delle liberta' personali tendeva ad equipararsi rispetto ai classici antipodi degli stati civili o morali, tanto da essere molto simile quella della patrizia con quella della prostituta :o) Insomma ... la moglie dell'uomo di ceto medio o basso ... stava peggio di tutte ;o) Detto cio' si capisce che comunque la condizione della donna non era subordinata al fatto di essere un essere umano ma in stretta correlazione con la famiglia di discendenza o con il proprio compagno o marito. Ad Atene stavano sicuramente peggio in quanto immerse in una societa' completamente maschilista. Ne' denari ne' virtu' potevano far aumentare o modificare il loro ruolo. Tutto era prestabilito e ben inquadrato in quella cosi' schematica e intollerante societa'.
RispondiElimina@ ZeN: Notare che parliamo delle più grandi civiltà del Mediterraneo e di tutto l'Occidente dell'epoca popolata di studiosi, astronomi, matematici, filosofi, artisti ecc. Pare che le loro menti erudite per le scienze e il pensiero non si siano granchè interessati alla condizione delle donne, quasi non fossero esistite come identità a sè stanti ma, come si direbbe oggi, facenti parte della tappezzeria di casa...il loro ruolo è quello che io chiamo "di lavatrice sfornafigli" che poi tra l'altro erano "proprietà dei padri, non delle madri. Partorire a raffica (se non morire di parto) era l'unica utilità sociale demandata al "gentil sesso" alle quali non era chiesto di pensare, figuriamoci di essere erudite! Così "impegnate" nel ruolo parentale non avevano certo il tempo di interessarsi alla società che le circondava, situazione molto comoda per gli uomini che invece spadroneggiavano in tutti i campi. E difatti a tuttoggi non vogliono mollare... :o/
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