In provincia dell'Aquila, Santo Stefano si trova a 1251 mt sul mare, ha 128 abitanti e dista 30 km da L'Aquila, 100 da Pescara e 130 da Roma.
Nel X-XI secolo l'opera capillare degli ordini monastici nel territorio determina un aumento delle terre coltivabili, il ripopolamento delle campagne anche ad alta quota, e la nascita e il consolidamento di borghi fortificati tanto più sicuri quanto più in posizione elevata. Le prime notizie del borgo fortificato risalgono al 1308, tra il XIII e il XIV secolo appartenne a un vasto dominio feudale della Baronia di Carapelle. Santo Stefano ricopre un'importante funzione strategica come primo centro della Baronia. Sotto gli Aragonesi (1474) si sviluppò molto la pastorizia e nel 1579 la Baronia venne ceduta a Francesco de' Medici, Granduca di Toscana, alla cui famiglia appartenne fino al 1743. In questo periodo il borgo raggiunse il massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze e per il fiorente commercio della lana "carfagna" qui prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.
Nel 1810 passò al re di Napoli, con l'unità d'Italia e la privatizzazione delle terre termina l'attività millenaria della transumanza e inizia la decadenza del borgo che viene colpito dall'emigrazione.
Gioiello del Gran Sasso, il borgo è un piccolo Medioevo di montagna, un posto magico e gotico in un paesaggio inviolato.
All'interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è un paese completamente costruito in pietra calcarea bianca con i tetti realizzati coi coppi. Santo Stefano è considerato tra i più belli d'Abruzzo per l'ambiente integro, il decoro architettonico e l'omogeneità stilistica. Le strade sono di una ricchissima varietà, dall'erta scalinata che porta alla chiesa di Maria in Ruvo (XIII-XIV secolo) ai selciati tortuosi, al percorso ricavato sotto le case per proteggerle dalla neve e dai freddi venti invernali. I loggiati eleganti, i portali ad arco, le finestre in pietra finemente lavorate e decorate, le bifore e le mensole dei balconi risalgono al dominio dei Medici. Il borgo è contornato da edifici continui che ebbero la funzione di case-mura. Fra le abitazioni quattrocentresche, la casa del Capitano, la torre è del Trecento. La chiesa di Santo Stefano Protomartire (XIV-XV secolo) ha un'area presbiteriale in cui si aprono le cappelle; la chiesa della Madonna del Lago è del XVII secolo, sorge subito fuori le mura, sulle rive di un laghetto.
Di qualità rara e antica le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, coltivate soltanto nei terreni aridi di montagna tra i 1200 e i 1450 mt. Sono scure e molto piccole. Piatto tipico la zuppa di lenticchie servita con quadretti di pane fritto in olio di oliva. Le lenticchie son cucinate anche con le patate, le volarelle (pasta a quadretti fatta in casa) e le salsicce. Ottima la carne di agnello (agnello alla chiaranese con formaggio e uova). Nel territorio sono prodotti anche ottimi legumi, formaggi pecorini, miele e tartufi.
E' in allestimento il Museo delle genti della Baronia di Carapelle presso il Municipio.
Graziosissimo e intatto :oD mai mi sarei aspettata di vedere architetture medicee qua! ahahah :oD 'L'economia favorevole' e' quel tocco di fortuna che bisogna saper coltivare e coccolare perche' basta veramente poco per trasformare una localita' 'd'eccellenza' in un luogo da dove scappano tutti :o( Gia' dal video traspita un sentore di pace e di grande serenita' ... molto bello si'!
RispondiElimina@ ZeN: Ritengo notevole questo paese di montagna, notevole per le architetture raramente visibili a queste altezze e in questi luoghi. I Medici hanno lasciato la loro cultura e il buon gusto. E si vede. :o)
RispondiElimina