In Italia i giovani non riescono a trovare lavoro e danno la colpa ai vecchi, quelli che lavorano pagano la pensione a chi, più di 40 anni fa, ha iniziato a lavorare versando i contributi, aveva un contratto fisso e un buon livello di stipendio, in linea col costo della vita. I giovani di oggi sono precari a vita, hanno bassi stipendi e versano contributi altalenanti, perciò quando andranno in pensione saranno molto più anziani e avranno un assegno più basso.
Il progresso crolla sotto il peso della disoccupazione, senza un impiego non si possono fare progetti o crearsi una famiglia, allora il mondo sarà fatto di troppi anziani che pesano su pochissimi giovani che lavorano. Per uscirne c'è un solo modo: creare occupazione.
I vecchi hanno buttato al vento i diritti per cui avevano lottato, da nemici del capitalismo degli anni '60 si sono trasformati nei protagonisti del capitalismo negli anni '80, hanno vinto il mercato, la globalizzazione, la logica del profitto e non hanno insegnato ai giovani a combattere. Eppure basterebbe togliere qualcosa ai più ricchi e redistribuire agli altri per avere un'economia attenta all'individuo invece che al profitto. I vecchi preferiscono che i giovani non crescano mai, sono loro sponsor, sostenendoli economicamente negli studi e per comprare casa, ma questa è un'arma a doppio taglio che frena la loro indipendenza. I giovani d'oggi sono una generazione fatta di ragazzini che diventano vecchi senza mai maturare a cui è preclusa la certezza economica.
Chi cerca lavoro all'estero per la maggior parte fa manovalanza (su 15 giovani, solo 5 eccellono) perchè i posti migliori sono occupati dai vecchi.
Over 65: 12milioni sono i pensionati italiani che hanno un assegno annuo di oltre 20.000 euro; gli stipendi dei trentenni negli anni '80 erano più alti del 30% rispetto a oggi; negli anni '80 ci volevano 8 anni di stipendio per comprare una casa di 70 mq, oggi non ne bastano 12.
Under 35: in Italia i laureati che lavorano sono il 62%, contro una media europea dell'82%; il tasso di disoccupazione degli under 35 è del 17%, quello degli under 25 del 36,9%; i trentenni di oggi andranno in pensione a 70 anni, con assegni inferiori del 20% rispetto ai loro genitori.
Un futuro luminoso, cosi' luminoso ... che e' meglio 'accende la luce che' non si vede una sexa!' :o( Secondo me abbiamo due problematiche enormi da superare:
RispondiEliminaa - equiparare il lavoro privato a quello pubblico (e non vicevers)
b - ripristinare un'eta' consona per andare in pensione.
Da noi esistono ancora i lavoratori di serie A e di serie B, i primi lavorano nel 'pubblico' ed hanno piu' benefici e meno vincoli rispetto ai colleghi per 'privato' anche se a volte la paga e' molto simile.
Per il resto concordo con te perche' i giovan di oggi saranno i disgrassia' di domani :o( Personalmente penso che dopo 35 anni di contributi si possa lasciare il lavoro e meritarsi il riposo sia perche' il 'versato' puo' coprire la pensione sia per lasciare spazio ai ragazzi :o) Se e' vero che l'aspettativa di vita e' aumentata ... e' proprio necessario che il lavoratore diventi decrepito per farlo riposare? Io credo che anche la qualita' del lavoro diminuisca con l'avanzare degli anni perche' se e' vero che si acquista esperienza e' anche pur vero che si perdono forze, motivazioni e si diventa meno inclini ad usare tecnologie d'avanguardia. Sperem che qualcosina cambi ... sperem :o(
@ ZeN: Mi pare proprio che, invece, la tendenza sia quella di equiparare il lavoro pubblico a quello privato, anche se solo sulla carta ... O.o
RispondiEliminaIn compenso c'è molto casino da tutte le parti. Inutile vantare privilegi obsoleti perchè tanto non ascolta nessuno e nessuno è in grado (o ha voglia) di sistemare la questione delle pensioni, specie se del settore privato. Per quanti statali e para-statali esistano in Italia, son sempre di più quelli che lavorano nel privato. E loro vanno purgati per il "bene" degli altri. La pensione non è più un mezzo di sostentamento per l'anziano, ma è diventato un mezzo di sostentamento per chi ha l'età di Matusalemme. Non si parla più di "meritato riposo", ma di "mantenimento" per gli ultimi anni di vita. Questo non favorisce certamente l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, dato che i posti di lavoro sono occupati ad oltranza da persone che devono per forza lavorare finchè non avranno diritto alla pensione. Il "versato" non serve a pagarci le pensioni ma a pagare innumerevoli voci che nulla hanno a che fare con le pensioni, tutto l'apparato INPS e le pensioni di chi se n'è andato beatamente a sessant'anni. Quando andremo in pensione dovremmo godere dei soldi pagati da chi lavora in quel momento sperando che i fondi non siano oberati da nuove uscite ... :o(