domenica 29 marzo 2015

Le iniziazioni

Iniziazione dionisiaca, Casa della Farnesina
foto: wikipedia.org


Essere iniziato o ammesso a un rito o a una setta.

Nelle religioni, il rito iniziatico è il rito di passaggio che segna l'ingresso di un individuo in una nuova condizione. Gli antichi Romani chiamarono "initium" sia il rituale connesso con l'ammissione di un soggetto ai misteri, sia i misteri stessi. La letteratura storico-religiosa indica, oltre che le iniziazioni misteriche, anche altri tipi di cerimonie: il passaggio di un soggetto in una particolare categoria di operatori sacrali (sciamani, stregoni, medicine-men, indovini, ecc.) o in una particolare condizione religiosa (sacerdozio, condizione monastica, ecc.), ma soprattutto quelle che immettevano i giovani nella società degli adulti, le cosiddette "iniziazioni tribali", di grandissima importanza nella religione e in genere nella cultura delle popolazioni primitive. Suoi elementi sono: mortificazione, acquisizione di uno status provvisorio, rivelazione di "sacra", superamento di prove e rigenerazione. La mortificazione realizza il distacco dalla condizione precedente; l'acquisizione dello status provvisorio è contrassegnata da segregazione degli iniziandi, tabù alimentari, di vestiario, ecc., che li costringono a un genere di vita fuori dal normale; la rivelazione dei "sacra" consiste nella partecipazione agli iniziandi di alcuni elementi essenziali della religione tribale (si mostrano loro oggetti liturgici, si narrano miti, si insegnano riti, ecc.); le prove che gli iniziandi devono superare vanno da ciò che si potrebbe definire "supplizi" (circoncisione, estrazione di denti, mutilazioni varie) alle gare agonistiche; la rigenerazione, preparata di solito da riti di purificazione, è intesa come vera e propria nascita alla nuova condizione, come un bambino appena nato. Le iniziazioni tribali, il cui reale soggetto non è tanto l'iniziando quanto la società che forma sè stessa prendendo i giovani e trasformandoli in suoi membri, sono di solito l'istituto pubblico più curato dalle comunità primitive. Ci sono casi in cui l'iniziazione assume forma privata, per esempio gli Indiani dell'America Settentrionale dove il giovane, raggiunta l'età prescritta, partiva solitario dalla sua tribù sottoponendosi a tabù alimentari e di vestiario, a bagni freddi e veglie, finchè non incontrava uno spirito la cui protezione gli avrebbe assicurato il posto di membro adulto nella tribù. Le iniziazioni tribali sono maschili e femminili, queste ultime più rare e meno elaborate, che spesso si riducono a segregare la ragazza alla comparsa della prima mestruazione. Si è "uomini" o "donne" soltanto dopo avere superato il rito iniziatico, se non lo si supera non ci si può nemmeno sposare, ossia non si è nemmeno maschi e femmine (tant'è vero che prima dell'iniziazione è permessa la promiscuità sessuale, vietata dopo, quasi si trattasse di esseri neutri), non si è neppure "esseri umani" e chi muore prima del rito di solito non ha un funerale. L'istituto dell'iniziazione cessa nelle civiltà in cui gli individui non sono tutti uguali, differenziati sia per rango sia per funzioni sociali.

 

2 commenti:

  1. Le iniziazioni dovrebbero (in teoria) elevare il soggetto ad un grado superiore ... dovrebbe (in teoria) essere un momento di festa e di allegria :o) ... no no no spessissimo i 'digrassia' patiscono torture, mutilazioni e angherie ... eh si' 'je fanno la festa' :o(

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  2. @ ZeN: ...e ne sono contenti! (comunque credo se la facciano sotto...) :o)

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