Te lo dò io il concerto ...

foto: urbanpost.it

Ci sono siti che sono specializzati nel rivendere biglietti di concerti e partite ceduti da chi non può parteciparvi, si chiamano "secondary ticketing". Invece di essere un servizio che protegge gli appassionati di musica dai bagarini di strada e dai siti poco sicuri, sono diventati la piazza più sicura (e legale) per la vendita dei ticket a prezzi gonfiati. 

Può accadere che in pochissimo tempo i concerti più ambiti registrino il tutto esaurito nei canali ufficiali, anche online, ma che poi centinaia di biglietti siano disponibili a prezzi molto più alti nei siti di rivendita. Ma sono davvero i fan a vendere i biglietti a prezzi assurdi? E' possibile che ci siano così tanti fan che non possano andare al concerto? In un'inchiesta dell'emittente britannica Channel 4 è emerso come fossero gli stessi siti o i promoter degli artisti a fare incetta di biglietti per poi rivenderli a prezzi maggiorati. 

I ricarichi vanno dal 28% al 140%, il pagamento avviene nelle stesse pagine del sito, che registra i dati della nostra carta di credito, ma non si apre una pagina esterna curata da una società specializzata in queste transazioni e nella protezione dei dati bancari (come nei portali più affidabili). L'addebito avviene immediatamente, ma il biglietto arriva diversi giorni dopo. Alcuni siti chiedono l'autorizzazione per dare i nostri dati a terzi, tra cui il venditore dei biglietti (a noi sconosciuto), che saprà di noi molte cose (nome, indirizzo, numero di telefono) e, per finire, c'è l'incognita sull'esistenza dei biglietti, in teoria potrebbero procurarselo dopo averlo già venduto, col rischio di non averlo mai pur avendolo già pagato.