foto: fiscooggi.it
Le grandi catene commerciali differenziano i prezzi a seconda dei Paesi in cui operano. Anche per i prezzi esiste uno spread europeo. Nei siti web di alcune delle principali catene internazionali si possono trovare piccole variazioni di prezzo e altre li adattano di volta in volta. Per esempio un prezzo, fra Portogallo e Italia, può salire anche del 26%.
I prezzo omogenei fanno sentire i consumatori non discriminati, inoltre si potrebbe pensare che la catena così non cerchi di aumentare il proprio margine di guadagno in certi mercati a danno di altri. Ma non è così, perchè prezzi uguali su mercati diversi non significa egualitarismo, sebbene in Europa c'è la moneta unica, il livello di sviluppo dei Paesi membri non è omogeneo e il potere d'acquisto varia molto. L'acquisto di un prodotto allo stesso prezzo, per esempio, pesa di più a un portoghese che a un lussemburghese. Quindi i prezzi tengono conto del potere d'acquisto dei vari Paesi.
I più tartassati dai prezzi delle catene sono i Paesi del Sud Europa, Italia compresa, mentre quelli che se ne avvantaggiano maggiormente sono Lussemburgo e Germania.
I NUMERI
- MacDonald: Big Mac, nel Lussemburgo costa 3,90; in Italia 3,50; in Portogallo 2,85.
- IKEA: uno scaffale Expedit, in Italia costa 30,24; in Belgio, Francia, Olanda e Spagna 19,95; in Germania 21,90.
- Mediaworld: una Tv 32" 3D Philips, in Belgio costa 749; in Olanda e Italia 569; in Spagna 679.
- Decathlon: scarpe Air Max Resmash, in Francia, Belgio e Italia costano 80; in Spagna 64, 95; in Olanda 59,95.
- Levi's: 501 jeans, in Portogallo 91; in Francia, Belgio, Olanda, Italia, Germania e Spagna circa 89.
- H&M: &Sqin jeans, in Olanda e Germania 39,95; in Lussemburgo, Francia, Belgio, Italia, Spagna e Portogallo 29,95.
La risposta potrebbe sembrare rintorcinata .... ma ci provo ugualmente :o)
RispondiEliminaAllora, se da una parte trovo giusto questa diversita' di prezzo in quanto permette a tutti di poter comprare. Da un'altra parte invece lo trovo giusto a patto che quel tipo di prodotto venga lavorato o semilavorato nello stesso luogo di vendita. Mi spiego meglio:
- se viene importata 'una pallina' dalla Cina, per esempio, troverei giusto venisse venduta in tutta europa usando il prezzo minore (p.e. del Portogallo)
- se viene importata la plastica per fare 'la pallina' dalla Cina e poi la pallina sia lavorata nello stato in cui e' venduta, trovo ovvio che avendo prezzi diversi di mano d'opera, tasse e impianti, la pallina costi diversamente.
Purtroppo non sara' mai cosi' perche' su questa pallina, che arriva gia' tonda, ci guadagneranno in maniera crescente a seconda del potere di acquisto dell'Euro. (p.e. +1 in Portogallo, +2 in Italia, +3 in Germania)
Ehm ... e che nessuno mi venga a dire che questo gioco viene fatto per salvaguardare la produzione delle palline 'locali' che non ci credo! ;o)
per me non si troverà mai la quadra, perchè ci sarà sempre qualcuno che ci mangia sopra. io non me ne intendo di economia affatto- non sono però per la UE quindi sono per il ritorno alla propria moneta con c---i e mazzi del caso.
RispondiEliminasai Zen, dove ci ritroveremo sta pallina cinese???indovina...
ZeN: Ahahaha! Se non ho capito male, se il costo della pallina cinese è 10, dovrebbe costare in tutta Europa 15, diciamo. Se invece viene finita nel Paese di vendita può costare dai 15 ai 20, a seconda della possibilità d'acquisto locale. Va bene? O.O
RispondiEliminaSembrerebbe, invece, che pur di non perdere un "mercato" le catene preferiscano andare quasi a "pari" in certi Paesi per poi rifarsi su quelli che hanno un maggiore potere d'acquisto. :o/
@ Laraz: Ahahahaha! Ste palline... O.o
RispondiEliminaLa globalizzazione ha i suoi pro e i suoi contro. L'europeizzazione idem. Non è però di questo mondo una pianificazione dei prezzi e degli scambi in modo equo e solidale. C'è SEMPRE qualcuno che se lo prende nel cuxo. :o(
@Laraz: me sa' che ho indovinato :o( che dolorrrr
RispondiElimina