lunedì 4 giugno 2012

Un popolo "babbaro"




Visigoti, ma anche Unni. Gli Unni hanno origini controverse, ritenuti discendenti degli Hsiung-nu (una popolazione asiatica che verso il 250 a.C. costituì una grande nazione a nord dell'Impero cinese) da una parte, dall'altra questa ipotesi viene smentita da un'origine mongolica.
Questa antica popolazione asiatica è entrata in Europa nel IV secolo, un popolo selvaggio, dai costumi primitivi, nomadi d'istinto, senza alcun legame con la terra, come non avessero avuto punti di partenza o di riferimento. Passavano la loro esistenza a cavallo per combattere. Non riconoscevano alcuna autorità nè legge, si limitavano a seguire il capo che ingaggiava battaglia. Battaglia terribile, furiosa, che seminava il terrore nelle file avverse.
Nel 375 gli Unni varcarono il Volga, poi l'Ucraina travlgendo il regno degli Ostrogoti, urtarono i Visigoti. Attraversati i Carpazi formarono un vasto ma non molto compatto impero all'inizio del V secolo, a spese delle popolazioni germaniche. Questo impero si estendeva in Europa dal Reno al Caucaso, dal Danubio al Baltico, con il loro centro nella pianura ungherese.
Nella prima metà del V secolo la loro potenza aumentò con i re Ruas, Bleda e Attila, tanto che gli imperatori d'Oriente, per evitare scorrerie, dovettero pagare loro un forte tributo annuale, mentre i mercenari unni aumentavano ed erano molto richiesti nell'esercito romano.
Nel 451 Attila invase la Gallia visigotica, Ezio lo fermò, allora ripiegò verso l'Italia dove distrusse Aquileia e occupò gran parte dell'Italia settentrionale. Dopo l'incontro con un'ambasceria mandatagli da Roma e guidata da papa Leone I acconsentì a ritirarsi, anche per la paura che i suoi uomini fossero contagiati dalla pestilenza che infuriava in Italia e temendo l'attacco dell'imperatore d'Oriente contro gli Unni rimasti in patria.
Nel 453 Attila morì improvvisamente. Il suo impero, privo di una qualsiasi struttura statale, si sfasciò rapidamente a causa delle discordie fra i suoi figli e la ribellione dei Germani sottomessi.
Gli Unni rimasti tornarono nelle loro sedi originarie sul Mar Nero e nel Caucaso, dove si fusero con le popolazioni locali.
 

4 commenti:

  1. noto con stupore che a volte a causa della morte di un leader importante, in questo caso come Attila, un popolo forte come gli Unni perde la sua forza fisica e la sua identità , come se il tutto fosse parte di una persona e non di un popolo. e niente è più lo stesso- oggi succede lo stesso.
    mi fa pensare.mah...
    laraz

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  2. Li chiamano tutti barbari e da barbari hanno agito ... Questa e' la storia ufficiale ma io mi chiedo: quando i Romani conquistavano, come agivano? Penso che quando un popolo invade e ne sottomette un altro (e di solito sempre compiendo atrocita') quello e' il 'barbaro' di turno. Non importa se chi conquista e' piu' civilizzato o indottrinato, l'azione di massacrare altri esseri umani rende qualsiasi uomo 'illustre' un barbaro.

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  3. @ Laraz: Alcuni popoli necessitano di guide forti per sopravvivere. Sembrerebbe non abbiano la capacità di coesione, determinazione e sufficiente coscienza di sè stessi. Un popolo dovrebbe avere un obiettivo comune, non una persona che indica dov'è l'orizzonte... :o/

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  4. @ ZeN: Ci sono molti modi di "conquistare", non tutti sono violenti. Anche imporre la propria cultura è una violenza, e l'uomo è nato per prevaricare. :o(

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