La maiolica è un tipo di vasellame composto da un corpo ceramico poroso rivestito, per immersione, di uno smalto stannifero (con stagno) o piombico (con piombo). Il nome deriva dall'isola di Maiorca, uno dei centri più attivi del Medioevo. All'estero è nota spesso come "faience", dalla città di Faenza, che per secoli fu tra i maggiori produttori europei. In senso lato viene considerata maiolica tutta la terracotta smaltata, qualsiasi oggetto di "biscotto" rivestito di smalto bianco, decorato e ricotto con o senza velature di cristallina.
Manifattura di Cafaggiolo (Firenze)
Piatto con stemma di Francesco Gonzaga (XVI secolo)
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A metà del Medioevo i Paesi islamici vantavano la migliore produzione di ceramica reperibile in Europa, smaltata e decorata a colori. Tali prodotti, con un forte contenuto di silice, possono già essere chiamati "maiolica".
Maiolica di Castelli (Teramo), 1683 circa
Piatto da parata con Sansone e Dalida
Botteghe di produzione di maiolica smaltata erano presenti a Palermo già prima del X secolo, tra le più antiche d'Italia.
Maiolica di Deruta
Grande bacile, 1500-1520 circa
Nel XIII secolo in Italia si intensificò la produzione di un tipo di maiolica (maiolica arcaica) ricoperta da una semplice vernice bianca e opaca su cui veniva scalfito un disegno decorativo e venivano tracciati alcuni segni con i pochi colori disponibili (verde pallido, bruno e giallo).
Maiolica di Montelupo (Firenze)
Piatto con lo stemma De' Medici, 1475-50 circa
Nei secoli successivi (soprattutto nel XV) dominò in tutta Europa la produzione ispano-moresca. A Valencia, Granada, Barcelona, in alcune località dell'Andalusia e della Castiglia era usata l'invetriatura con riflessi metallici importata da Damasco e da Il Cairo, che imitava il vasellame di rame.
Maiolica di Siena, 1530-40
La ceramica islamica era molto diffusa nelle classi sociali più elevate del XII e XIII secolo, uno dei porti più attivi nel traffico commerciale era quello di Maiorca.
Maiolica di Laterza (Puglia)
Le produzioni locali, ispirate ai prodotti orientali, si orientarono verso due tecniche: quella a vernice piombifera e quella a smalto stannifero. Quest'ultima è considerata la maiolica vera e propria, mentre la prima è denominata terracotta invetriata. La maiolica fiorì fino a tutto il XVII secolo, nel secolo successivo fu surclassata dalla porcellana, restando una produzione di nicchia.
Maiolica di Quimper (Bretagna)
Altre manifatture dei secoli XVI-XVIII: Maiolica di Caltagirone, di Faenza, di Gubbio, Ligure, di Napoli, Palermo, Venezia, Urbino, Bassano, Lodi, Milano, Pesaro, Savona e Torino.
Eheheh! ricordi del tempo che fu' (per me) Quando ero giovane e balda ho passato tantissimo tempo nei laboratori di ceramica ove ho visto fare tutte quelle azioni che si sono viste nei video :o) In quel di Toscana, c'e' un'antica cultura, fatta per lo piu' da un'arte 'povera' i cui maestri (in dialetto) venivano chiamati cocciai, e i laboratori 'coccerie' ahaha :oD Negli anni 70/80 c'e' stata una riscoperta di quest'antica arte e su base delle vecchie nozioni da 'cocciao' si sono perfezionate e sviluppate tante tecniche di fabbricazione. Il momento che prediligo e' la creazione, il lavoro al tornio :o) ... decorare m'e' sempre sembrato un lavoro noioso :o( Mi dispiace (lo dico adesso) di aver visto tanto, imparato tante nozioni teoriche ... ma di non aver mai 'messo le mani in pasta' :o( Bellissimi i video!!!
RispondiElimina@ ZeN: L'artigianato "nobile" mi piace tutto, dagli intarsi al vetro alle maioliche, all'oreficeria, la lavorazione del cuoio, delle pietre, ecc. Io invece preferisco le decorazioni alla realizzazione del manufatto. Ci sono bellissime forme che non hanno bisogno di alcuna decorazione, ma il colore per me trasforma un "coccio" in un'opera d'arte. Un piatto prende vita e personalità con il decoro a mano...sarà perchè da giovane dipingevo a mano stampe in bianco e nero. Dopo il mio passaggio prendevano vita ... ;o)
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