giovedì 16 giugno 2022

Il Cimitero delle Fontanelle, Napoli

 




foto da wikipedia.org

Il Cimitero delle Fontanelle è un antico cimitero in Via Fontanelle, raccoglie circa 40.000 resti di persone vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836. Qui si svolgeva il rito delle "anime pezzentelle" che prevedeva l'adozione e la sistemazione di un cranio (capuzzella) in cambio di protezione, al quale corrispondeva un'anima abbandonata (pezzentella). Il cimitero si sviluppa per circa 3.000 mq mentre la cavità è di circa 30.000 mq., si trova nel vallone della Sanità e fu usato dal 1656. Alla fine del Settecento tutti quelli che ne avevano i mezzi lasciavano disposizioni per farsi seppellire nelle chiese, ma spesso non vi era spazio, accadeva che i becchini, dopo aver finto di aderire alle richieste e aver effettuato la sepoltura, a notte fonda caricavano su una spalla il morto in un sacco e andavano a deporlo in una delle tante cave di tufo. Capitò un'improvvisa inondazione in una delle gallerie che trascinò i resti all'aperto portando le ossa per le strade.









Nel 1872 il cimitero fu aperto al pubblico, affidato dal Comune al canonico Gaetano Bambati che, con l'aiuto del cardinale Sisto Riario Sforza, sistemò i resti a seconda della tipologia di ossa e organizzò a mò di chiesa provvisoria la prima cava. Il cimitero fu poi dimenticato, messo in sicurezza e riordinato nel 2002 e dal 2010 reso accessibile. Scavato nel tufo, è formato da 3 grandi gallerie trapezoidali collegate da corridoi, queste gallerie, per la loro maestosa grandezza, sono chiamate "navate" come quelle di una basilica, l'ingresso principale è attraverso una cavità a destra della piccola chiesa di Maria Santissima del Carmine. L'antro più noto è definito il Tribunale per la presenza di tre croci con una base di teschi, qui si dice si riunivano i vertici della camorra antica per i famosi giuramenti di sangue e riti di affiliazione e anche per emettere condanne a morte.


Teschio del Capitano 
('o Capitano d' 'e Funtanelle o 'a capa d' 'o Capitano)


Donna Concetta 
('a capa ca suda)


La signora Agata

Nel rito delle "anime pezzentelle" il cranio veniva pulito e lucidato, poggiato su fazzoletti ricamati e adornato con lumini e fiori, al fazzoletto si aggiungeva un rosario che circondava il teschio, poi al posto del fazzoletto si metteva un cuscino ornato da ricami e merletti, a ciò seguiva l'apparizione in sogno dell'anima prescelta la quale chiedeva preghiere e suffragi. Si pregava in cambio di una grazia o di numeri da giocare al lotto, se le grazie venivano concesse il teschio veniva onorato con una scatola, una cassetta o una specie di tabernacolo, ecc., ma se i numeri non uscivano o non erano esaudite le richieste il teschio veniva abbandonato e sostituito con un altro, se il teschio era molto generoso si metteva in sicurezza chiudendo la cassetta con un lucchetto. Il culto fu particolarmente vivo negli anni del secondo conflitto mondiale e nei primi decenni del dopoguerra, la guerra aveva diviso famiglie, allontanato parenti, provocato morti, disgrazie, distruzioni, miseria, non potendo aspettarsi aiuto dai vivi il popolo lo chiedeva ai morti.


2 commenti:

  1. La Napoli sotterranea e' veramente piena di sorprese! Oltre a possedere resti di architetture greco-romane, troviamo anche le antiche cave di tufo che come indelebile segno hanno lasciato gallerie e stanzoni, poi parzialemnte adibiti a cimiteri. Il colera e la peste sono state due grandissime epidemie del passato che hanno decimato la popolazione italiana. Per l'alto numero di morti e per evitare che i cadaveri potessero ancora veicolare l'epidemia, in quasi tutti gli abitati si crearono delle fosse comuni. A Napoli non ci fu' bisogno di inventarsi nulla perche' il suo sottosuolo gia' possedeva grandi spazi isolati. In tutta questa storia, quello che risulta particolarmente interessante sono i culti scaramantici, sorti secoli dopo, proprio in quel mega ossario. Si pregavano quelle anime per l'intercessione se non addirittura si adottava un particolare teschio. Pulito, lavato e stirato a lui si chiedevano grandi grazie o piccole fortune terrene. Se il 'morto' faceva il suo dovere allora veniva onorato con appositi reliquari o amorevolmente riposto in oggetti di uso comune come le pentole ... se invece era sordo alle richieste, veniva sostituito con un'altro suo simile. Oggi a noi questi comportamenti ci sembrano veramente paradossali ma se si entra nell'ottica della grande miseria e disperazione di quesi tempi che si abbatte' su di una popolazione gia' scaramentica di suo ... tutto e' veramente possibile!

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  2. @ ZeN: Quando non puoi farti aiutare dai vivi chiedilo ai morti. Durante la guerra le famiglie separate e devastate dai decessi perdevano la loro unità e tutte le minime sicurezze "sindacali" quindi le donne si rivolgevano a loro per le necessità, ma se il teschietto scelto faceva orecchie da mercante veniva sostituito da un altro con la speranza sia più efficace, in questo caso giustamente le persone educate ringraziano chi le ha aiutate e così i teschietti efficienti godevano di un angolino decorato molto speciale e pure di una casetta personale difesa dai mariuoli da porta con lucchetto. E' un pò lo stesso comportamento che si ripete in tutto il mondo e in tutte le religioni nell'adorazione di Santi e dei, ma qui è tutto profondamente terreno e i morti acquisiscono addirittura capacità "magiche" di intervento sulle vite dei vivi senza passare dalla santità religiosa. Piccoli "miracoli" delle anime "senza nome". Il Cimitero delle Fontanelle è un grandioso spazio sotterraneo che pare una basilica, un luogo monumentale senza tanti fronzoli nato per necessità ma non per caso, un luogo in cui la tradizione si è così radicata fino a farlo ritenere una terra di opportunità. ;o)

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