Santo Calice di Valencia
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In francese antico "graal" indica una coppa o un piatto, in particolare (secondo la tradizione medievale) il Sacro Graal, la coppa con la quale Gesù celebrò l'Ultima Cena e nella quale Giuseppe D'Arimatea raccolse il sangue di Cristo dopo la Crocifissione. Proprio per raver raccolto il sangue di Gesù, l'oggetto sarebbe dotato di poteri mistico-magici. Il Sacro Graal fu creato da Pietro e, dato che era un falegname, era di legno. In altre culture il Graal è associato al calderone dei Dagda (dio "buono" celtico associato alla guerra, assimilabile a Giove), un antico talismano della civiltà celtica. La leggenda del Graal sarebbe gotica, trascritta in forma di romanzo nel XII-XIII secolo. Uno dei primi reperti a cui si attribuì la leggenda fu quello che oggi è chiamato Sacro Catino, il piatto o calice che utilizzò Gesù nell'Ultima Cena. E' un vaso intagliato in una pietra verde brillante e traslucida recuperata dal condottiero della Repubblica di Genova Guglielmo Embriaco Testadimaglio dalla Terrasanta. Nel 1101 il reperto fu tiportato e oggi si trova nel Museo del Tesoro della cattedrale di San Lorenzo a Genova. Solo dopo il ciclo dei romanzi del Graal quest'ultimo venne identificato con la coppa dell'Ultima Cena.
Quando Gesù venne deposto dalla Croce uno dei suoi discepoli (Giuseppe D'Arimatea) lo avvolse nel lenzuolo e lo portò alla tomba di famiglia.
Re artù e i Cavalieri della Tavola Rotonda (che cercarono il Sacro Graal), di Michel Gantelet, 1472
Nel XIII secolo Robert Deboron (autore di uno scritto sulla deposizione) aggiunse un episodio che non compare nè nei Vangeli canonici nè negli Apocrifi: mentre Gesù veniva lavato e preparato per la sepoltura, alcune gocce di sangue uscirono dalla ferita infertagli dal centurione, Giuseppe le raccolse nella stessa coppa che era servita per la consacrazione dell'Ultima Cena. Giuseppe poi si rifugiò in Britannia (Gran Bretagna) con il Sacro Graal raggiungendo la Valle di Avalon (oggi Glanstonbury) che divenne il primo centro cristiano oltremanica.
Molte tradizioni esoteriche hanno inteso il Graal come simbolo della Conoscnza, della Sapienza e della tradizione Primordiale. Il Graal rappresenta la Parola Perduta, la conoscenza concessa all'Uomo dell'Eden il cui simbolo era l'Albero della Vita.
Secondo una recente interpretazione (non suffragata da alcuna fonte storica) il Graal (Sang Real, il sangue della discendenza di Gesù, sposato con Maria Maddalena) fu portato da lei in Provenza quando fuggì dopo la crocefissione insieme al figlio di Gesù. Poi avrebbe raggiunto una tribù di Franchi. I Merovingi (i primi re dei Franchi), a causa della loro discendenza da una tribù ebraica, avrebbero avuto l'appellatovo di taumaturghi, ovvero guaritori, per la loro facoltà di guarire gli infermi con il solo tocco delle mani, come Gesù nei Vangeli.
Sacro Catino, Cattedrale di San Lorenzo - Genova
Oltre che a Genova, un altro calice identificato come il Graal è il Santo Caliz, una coppa di agata conservata nella cattedrale di Valencia, posta su un supporto medievale. Secondo la leggenda il calice fu portato da San Pietro a Valencia da Roma. Molti i luoghi dove potrebbe essere custodito il Graal, fra le ipotesi sono citati: Castel del Monte (Puglia), Castello di Gisors (Francia, portato dai Templari), Takht-I-Sulaiman (Iran, uno dei principali centri di culto zoroastriani), Cattedrale di Bari (sul cui portale si trova un'immagine di re Artù), Glastonbury (Inghilterra, dove era Giuseppe D'Arimatea), isoletta di San Patrizio (vicino all'Isola di Man, in Britannia, dove sarebbe stato sepolto Giuseppe D'Arimatea), Castello di Montsegur (Francia, dove lo avrebbero custodito i Catari), Museo del Pantheon di Sant'Isidoro (a Léon, Spagna, coppa nota come Càliz de Dona Urraca, sarebbe il vero Santo Graal, lì presente da quasi mille anni).
Sacro Catino, Cattedrale di San Lorenzo - Genova
Oltre che a Genova, un altro calice identificato come il Graal è il Santo Caliz, una coppa di agata conservata nella cattedrale di Valencia, posta su un supporto medievale. Secondo la leggenda il calice fu portato da San Pietro a Valencia da Roma. Molti i luoghi dove potrebbe essere custodito il Graal, fra le ipotesi sono citati: Castel del Monte (Puglia), Castello di Gisors (Francia, portato dai Templari), Takht-I-Sulaiman (Iran, uno dei principali centri di culto zoroastriani), Cattedrale di Bari (sul cui portale si trova un'immagine di re Artù), Glastonbury (Inghilterra, dove era Giuseppe D'Arimatea), isoletta di San Patrizio (vicino all'Isola di Man, in Britannia, dove sarebbe stato sepolto Giuseppe D'Arimatea), Castello di Montsegur (Francia, dove lo avrebbero custodito i Catari), Museo del Pantheon di Sant'Isidoro (a Léon, Spagna, coppa nota come Càliz de Dona Urraca, sarebbe il vero Santo Graal, lì presente da quasi mille anni).
Argomento spinosissimo! azz! Sicuramente e' l'oggetto piu' ricercato e la sua storia si perde tra le varie leggende. Per i religiosi credo che sia semplicemente una sacra reliquia stop! Per tutti gli altri ... tra miti e brame di potere ... credo che lo immaginino sepolto in molti luoghi. Costoro vorrebbero possederlo solo per usarlo a scopo magico a proprio profitto. Non so' se sia mai esistito o, ancora meglio, non so' se sia andato perduto nel tempo; pero' lo immagino come un oggetto estremamente semplice e povero.
RispondiElimina@ ZeN: Anch'io lo immagino così. Si vedono in giro Sacri Calici tempestati di pietre preziose, in oro zecchino, estremsmente lavorati, parono di Benvenuto Cellini ... invece (se esiste) credo sia un oggetto poverissimo, come poi viveva Gesù. ;o)
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