Il pavimento del Duomo di Siena è a intarsio marmoreo (commessi marmorei) opera unica dell'arte italiana per ricchezza, inventiva, vastità e importanza dei nomi che vi hanno collaborato. E' diviso in 56 riquadri, i più antichi sono del Trecento, fino agli ultimi dell'Ottocento, dovuti a più di 40 artisti quasi tutti senesi (fra cui il Pinturicchio, il Sassetta, Urbano da Cortona e Domenico Beccafumi che creò ben 35 scene). Il pavimento viene totalmente scoperto dalla fine di giugno alla fine di luglio e dalla fine di agosto alla fine di ottobre, il resto dell'anno sono visibili solo alcuni riquadri. Il Duomo è strettamente legato al Palio di Siena, secondo quanto stabilisce il Regolamento del Palio, il Drappellone vi è solennemente trasportato per il Palio del 16 agosto, prima della terza prova, e vi rimane esposto fino a quando deve essere issato sul Carroccio per il Corteo storico. La processione dei contradaioli fino alla Cattedrale è detta "processione dei ceri e dei censi", dopo la fine del Palio di agosto i contradaioli vittoriosi si recano al Duomo con il Drappellone per cantare il Te Deum di ringraziamento alla Maria Assunta.
Strage degli Innocenti
di Matteo di Giovanni (1481)
Storie di Sansone
del Sassetta (1426 circa)
Mosè sul Sinai
del Beccafumi
Esagono centrale
Le sette età dell'uomo
di Antonio Federichi
(1475, rifatto nell'Ottocento)
La ruota della fortuna
di ignoto
(rifatto nell'Ottocento)
Allegoria del colle della sapienza
del Pinturicchio
Lupa senese tra i simboli delle città alleate,
di ignoto
(1373 circa, rifatto nell'Ottocento).
La Lupa senese allatta i gemelli Seno e Aschio
che secondo la leggenda senese erano i figli di Remo, gemello di Romolo,
scappati al di là del Tevere per sfuggire allo zio e non venire a loro volta uccisi.
I simboli totemici sono molto antichi, di Roma non è scelta la Lupa Capitolina,
troppo simile all'emblema senese che ne è "figlio".
Presenti i simboli di Arezzo (il cavallo),
Firenze (il leone Marzocco, simbolo del potere popolare),
Lucca (la pantera),
Pisa (la lepre),
Viterbo (l'unicorno),
Perugia (la cicogna),
Roma (l'elefante)
e Orvieto (l'Oca).
Ai 4 angoli si trovano
Massa Marittima (il leone gigliato),
Volterra (l'aquila),
Pistoia (il drago)
e Grosseto (il grifone)
Sibilla Cumana
di Giovanni di Stefano
(1482, rifatta nell'Ottocento).
Le Sibille sono simboli della rivelazione di Cristo
Il pavimento del Duomo di Siena e' un qualcosa di grandioso e meraviglioso! Non so' per quale motivo ma proprio le pavimentazioni, i lastricati, i selciati, insomma tutto quello che si calpesta, e' in assoluto la prima cosa che noto e che apprezzo maggiormente quando osservo un monumento, una chiesa o un qualsiasi panorama cittadino. Gli do' sempre un valore assoluto perche' credo che sia il primo indicatore di bellezza e di ricchezza di ogni luogo. Molti lo sottovalutano proprio perche' e' sotto i piedi, io invece lo vedo come la 'base' per tutto il resto. Quindi, ghirigori, voli pindarici, cupole e soffitti anche se magnifici, a mio avviso, perdono qualsiasi valore se poggiano, per esempio, su una bruttissima gettata di cemento o su quattro rimediati mattoni. Al contrario, solo una delle bellissime tarsie del Duomo di Siena, riuscirebbe a decorare un ambiente a pareti lisce e imbiancate. Marmo, tarsie, graffiti, intarsi e commessi che ricoprono completamente una cosi' vasta area, non lasciando neanche un centimetro quadrato ad altro o all'improvvisazione, sono quanto di piu' bello e interessante si possa avere dall'arte! Quando si entra nel Duomo di Siena e' proprio questo lo spettacolo che affascina. Tanti i 'fior fiori' di artisti e le tecniche usate ma anche varie le tematiche e non sempre a sfondo prettamente religioso. Amante del semplice e del geometrico, tra gli intarsi in foto, ho apprezzato in primis il mosaico della Lupa senese e a seguire La Ruota della Fortuna; della serie 'scene e ritratti', la Sibilla Cumana. Grazie per questa chicchina.
@ ZeN: Non poteva mancare, nel parlare del Duomo di Siena, un accenno al famosissimo pavimento! Come molte opere d'arte in Toscana nelle chiese non manca mai qualcosa di "profano", di non strettamente legato alla Bibbia o al Vangelo, casomai si è trovata una connessione con le sacre scritture per giustificarne la presenza, ma il pensiero, la tradizione, la politica è sempre integrata con la religione. Pare quasi che non possano vivere separate e in effetti questa concezione mi pare la più civile, quella che connette l'uomo e la sua storia col divino, legati inscindibilmente fra loro. Se "viaggiassero" insieme anche adesso molte incrinature e incomprensioni non ci sarebbero. Il concetto di "peccato", riferito per lo più alle Sacre scritture di millenni fa (riportate dagli umani, con ovvi interessi terreni), troverebbe nuove visioni crescendo insieme ai tempi e al nuovo sapere. A parte questo, il pavimento musivo del Duomo è incomparabile, frutto del grande lavoro di artisti eccelsi di varie epoche e abbraccia tutto un mondo fatto sì di sacre scritture, ma anche di credenze e personaggi che camminavano sulla terra e non solo in cielo. :o)
Il pavimento del Duomo di Siena e' un qualcosa di grandioso e meraviglioso! Non so' per quale motivo ma proprio le pavimentazioni, i lastricati, i selciati, insomma tutto quello che si calpesta, e' in assoluto la prima cosa che noto e che apprezzo maggiormente quando osservo un monumento, una chiesa o un qualsiasi panorama cittadino. Gli do' sempre un valore assoluto perche' credo che sia il primo indicatore di bellezza e di ricchezza di ogni luogo. Molti lo sottovalutano proprio perche' e' sotto i piedi, io invece lo vedo come la 'base' per tutto il resto. Quindi, ghirigori, voli pindarici, cupole e soffitti anche se magnifici, a mio avviso, perdono qualsiasi valore se poggiano, per esempio, su una bruttissima gettata di cemento o su quattro rimediati mattoni. Al contrario, solo una delle bellissime tarsie del Duomo di Siena, riuscirebbe a decorare un ambiente a pareti lisce e imbiancate. Marmo, tarsie, graffiti, intarsi e commessi che ricoprono completamente una cosi' vasta area, non lasciando neanche un centimetro quadrato ad altro o all'improvvisazione, sono quanto di piu' bello e interessante si possa avere dall'arte! Quando si entra nel Duomo di Siena e' proprio questo lo spettacolo che affascina. Tanti i 'fior fiori' di artisti e le tecniche usate ma anche varie le tematiche e non sempre a sfondo prettamente religioso. Amante del semplice e del geometrico, tra gli intarsi in foto, ho apprezzato in primis il mosaico della Lupa senese e a seguire La Ruota della Fortuna; della serie 'scene e ritratti', la Sibilla Cumana. Grazie per questa chicchina.
RispondiElimina@ ZeN: Non poteva mancare, nel parlare del Duomo di Siena, un accenno al famosissimo pavimento! Come molte opere d'arte in Toscana nelle chiese non manca mai qualcosa di "profano", di non strettamente legato alla Bibbia o al Vangelo, casomai si è trovata una connessione con le sacre scritture per giustificarne la presenza, ma il pensiero, la tradizione, la politica è sempre integrata con la religione. Pare quasi che non possano vivere separate e in effetti questa concezione mi pare la più civile, quella che connette l'uomo e la sua storia col divino, legati inscindibilmente fra loro. Se "viaggiassero" insieme anche adesso molte incrinature e incomprensioni non ci sarebbero. Il concetto di "peccato", riferito per lo più alle Sacre scritture di millenni fa (riportate dagli umani, con ovvi interessi terreni), troverebbe nuove visioni crescendo insieme ai tempi e al nuovo sapere. A parte questo, il pavimento musivo del Duomo è incomparabile, frutto del grande lavoro di artisti eccelsi di varie epoche e abbraccia tutto un mondo fatto sì di sacre scritture, ma anche di credenze e personaggi che camminavano sulla terra e non solo in cielo. :o)
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