martedì 29 agosto 2023

Il Tevere

 

Complesso di San Michele a Ripa,
Roma

Il punto più guadabile del Tevere a Roma era l'Isola Tiberina dove si localizzò il punto di scambio tra le popolazioni etrusche che dominavano la riva destra e i villaggi sulla riva sinistra (la Ripa Greca). L'isola era inoltre il punto dove le navi antiche, di basso pescaggio, potevano risalire direttamente dal mare. Poco a valle fu costruito il primo ponte di Roma, il Pons Sublicius, in legno. Per le popolazioni arcaiche era molto importante questo ponte e la sua manutenzione tanto che nacque il più antico e potente sacerdozio romano: il Pontifex. Il fiume stesso era considerato una divinità personificata in Pater Tiberinus.


Pater Tiberinus
al Palazzo Senatorio


Complesso di San Michele,
Cortile dei Vecchi

Con l'interramento del fiume si dovette usare il metodo dell'alaggio per il traffico fluviale: il rimorchio dalla riva delle chiatte e dei barconi generalmente era effettuato da buoi, ma anche da uomini. Alla metà dell'Ottocento i buoi furono sostituiti da rimorchiatori a vapore che trascinavano 3-4 chiatte. Il nuovo attracco, detto Ripa, fu ricostruito nel 1642 in corrispondenza dell'Ospizio di San Michele che divenne il Porto di Ripa Grande, a monte di Castel Sant'angelo nel 1704 venne costruito il Porto di Ripetta dedicato soprattutto al traffico con il retroterra umbro, qui nel 1821 venne installato l'idrometro storico del Tevere che aveva come zero idrometrico il settimo gradino della scalinata del porto stesso.


Porto di Ripa Grande
prima del 1876


Porto di Ripetta
nel 1865


Isola Tiberina


Porto Leonino
oggi

Del Novecento la costruzione dei Muraglioni e l'abbandono del trasporto fluviale papale, del suo Porto Leonino ne rimane traccia nella doppia scala che scende da Piazza Della Rovere. Fino alla caduta dello Stato Pontificio i ponti erano solo 4 (Ponte Mollo, Ponte di Castello, Ponte Sisto e i ponti dell'Isola Tiberina: Cestio e dei Quattro Capi).


Resti dell'Emporio romano
al Testaccio


Molino ad acqua
(a sinistra)


Scalo de Pinedo
(XIX secolo)


Via della Fiumara allagata
(Ghetto)

Sul Tevere navigavano imbarcazioni di tutti i tipi, anche a vela, barchette dei pescatori e piccole barche per trasbordare le persone da una riva all'altra, l'ultimo grande trasporto via fiume su una chiatta di cemento appositamente costruita nel 1929 furono dei marmi provenienti dalle Alpi Apuane destinati all'obelisco del Foro Italico. Un'altra presenza sul fiume fin dal Medioevo erano i molini ad acqua (mole) ancorati in gran parte vicino all'Isola Tiberina, ma l'origine era molto più antica.


2 commenti:

  1. Il Tevere, dalla nascita di Roma fino alla costruzione dei muraglioni di contenimento, e' stato parte integrante della vita cittadina. Veniva utilizzato per moltissime attivita' ed era anche completamente navigabile. Nelle sue acque si pescava, si lavavano i panni, fungeva da motrice per i molini ... e via dicendo. Il tratto dentro Roma e' a pochi chilometri dall'estuario e quindi, nei tempi in cui i grandi trasporti venivan fatti su acqua, vide sorgere i porti di Ripa e di Ripetta, commerciale il primo, papale il secondo. La loro sparizione venne sancita con la costruzione dei muraglioni ma nel contempo sorse lo Scalo de Pinedo ubicato nelle vicinanze dello scomparso Porto di Ripetta. Questo ottocencesco scalo, ribattezzato nel ventennio 'de Pinedo' in onore dell'aviatore Francesco de Pinedo, uno dei primi a sorvolare l'Atlantico, sebbene edificato in uno stile che tanto richiamava il porto papale, veniva parzialmente utilizzato per il trasporto delle derrate agricole ma il suo scopo principale era quello di lavorare in funzione del Gazometro e delle altre fabbriche presenti al tempo sulle sponde del Tevere. Il complesso del San Michele era una struttura poliedrica assistenziale che conteneva un orfanatrofio, un'ospizio, un piccolo ospedale per i poveri e che con il tempo ha ospitato anche un carcere femminile e un carcere minorile. Nonostante le sue varie funzioni, viene comunque piu' frequentemente ricordato solo come antico 'carcere minorile'.

    RispondiElimina
  2. @ ZeN: Il Tevere fu un dio tant'era importante per la vita anche di Roma (quasi quanto il Nilo in Egitto...) e il suo corso da Roma alla foce era un'autostrada fluviale per molti scambi, approvvigionamenti e viaggi delle persone e per il loro trasbordo da una riva all'altra quando i ponti erano pochi. Sede di alcuni mulini, era anche produttivo per la pesca e per tutte le attività legate al fiume, ma serviva anche a dissetare la popolazione, infatti ai primordi era quasi l'unica fonte d'acqua prima della costruzione degli importanti acquedotti romani. Nel passato l'acqua era un bene prezioso e vitale, non il percorso di scarico delle mille schifezze buttate dall'uomo che l'hanno ridotto com'è oggi, come molti altri fiumi italiani. Rimane la sua bellezza, il suo scorrimeto sotto gli antichi ponti di Roma, il suo passaggio biforcato accanto all'Isola Tiberina e, santo cielo, un bellissimo luogo dove passeggiare se riqualificato sulle sponde. :o)

    RispondiElimina