Il Tronchetto o Isola Nova (isola artificiale degli anni Sessanta) è il terminale della rete stradale automobilistica contiguo a Piazzale Roma, vi si trovano i parcheggi e un terminal turistico.
Sacca Fisola è un'isola artificiale (1292 abitanti) con un quartiere popolare degli anni Sessanta.
A Venezia si trovano diversi ambienti urbani caratteristici quali la "calle", tipica via veneziana. Il nome deriva dal latino "callis" che significa "viottolo" o "sentiero".
Il "sotoportego" è un passaggio di collegamento tra calli o altre strade ricavato nel corpo di un edificio.
La "corte" è una piazzetta quasi sempre senza sbocco interna a un complesso abitativo a cui si accede da un sotoportego o da una calletta, centro di una microscopica vita sociale.
Il "campo" è uno spazio aperto attorniato da edifici.
Il "campiello" è un campo di dimensioni ridotte.
La "fondamenta" è un tratto di strada che costeggia un canale o un rio usato come approdo, con gradini che scendono in acqua.
La "riva" è una fondamenta che costeggia un canale, un tempo banchina portuale per l'approdo delle navi mercantili sul Canal Grande e il Bacino di San Marco oppure un approdo ricavato lungo le sponde dei rii, piccole scalinate sporgenti in pietra d'Istria che terminano direttamente nell'acqua per facilitare l'accesso alle imbarcazioni nelle differenti condizioni di marea, usate anche per operazioni di carico e scarico merci e passeggeri.
Da come leggo, gli anni sessanta hanno modificato l'aspetto della millenaria Venezia con l'aggiunta di alcune isole artificiali: il Tronchetto, con funzioni di servizio stradale e Sacca Fisola con destinazione abitativa. A tal proposito ... immagino che questo stravolgimento abbia al tempo innescato abbastanza polemiche tra chi vedeva tutto questo come un'occazione per migliorare turismo, commerci e soluzioni abitative, e tra chi, gia' contento di com' era la propria citta', inorridiva al solo pensiero di veder spuntare in laguna, proprio come funghi, nuove terre che avrebbero, pesantemente e irrimediabilmente, modificato i panorami. Mi ha fatto piacerissimo conoscere la toponomastica veneziana, assolutamente autoctona, e capire i vari appellativi a cosa si riferiscono. Eheheh ... e se non si vuole veder strabuzzare gli occhi dei residenti, e meglio quindi non cercare cose come: 'vicolo, strada, piazza o addirittura un lungo-laguna' ;o) Alcuni appellativi mi hanno colpito in maniera particolare come il sotoportego, da noi quasi inesistenti anche con altra nomenclatura, e la peculiare differenza tra fondamenta e riva ... e qua bisogna aver l'occhio allenato e notare le differenti posizioni delle scale che scendono in mare, che per chi non vive la citta' appare come un dettaglio ininfluente. Il sotoportego mi ha ricordato la Francia e le servitu' di passaggio pedonale che esistono laddove, nelle antiche vie, tutti i palazzoni erano edificati fianco a fianco. Queste scorciatoie erano indispensabili al fine di evitare che un pedone percorresse inuli chilometri cercando di fare un interminabile 'giro del palazzo'. Venezia e' veramente affascinante e unica sotto ogni sua sfumatura, anche nel modo di chiamare i propri ambienti urbani.
RispondiElimina@ ZeN: Molte città del mondo hanno l'appellativo di "Venezia" solo perchè sono attraversate da canali, Venezia, l'originale, quella vera, non è minimamente riproducibile (come Roma d'altronde), i modi di chiamare le cose nella toponomastica sono antichissimi e sono frutto della lingua parlata, molto spesso il "nome proprio" (tipo il Ponte dei Sospiri, dove passavano i detenuti) ha radici storiche legate al suo utilizzo. Il sotoportego (sottoportico) è in effetti un mini-portico che passa sotto uno stabile, le rive accolgono le barche da carico-scarico, i rii le barche più piccole spesso a uso personale, i gradini per arrivare all'acqua sono pensati in base alle maree e all'utilizzo che se ne fa, ecc. A Venezia c'è una sola piazza (San Marco), poi abbiamo i "campi" (più grandi) e i campielli e via dicendo. E' un mondo "a parte" che vive una vita tutta sua e dove una persona non del posto non ci capisce nulla. Ahahahaha! Facile perdersi nei suoi meandri eppure l'assenza delle auto ne fa una città silenziosa dove lo sciabordio dell'acqua fa da colonna sonora giorno e notte, una ninna nanna rassicurante e costante. Poi ci sono state le esigenze abitative e viarie che hanno imposto la costruzione, ai margini, di nuove isole, ecco apparire Sacca Fisola e il Tronchetto, la prima per accogliere le auto e la seconda per dare casa a una popolazione poco abbiente che però in genere abita a Mestre e dintorni ma se lavora a Venezia ha bisogno di un parcheggio per poi prendere un vaporetto per giungere al posto di lavoro. Non è e non sarà possibile inglobare la città in una pianificazione ottimale dei traffici stradali e questo è un bene. A Venezia si va in treno e per Venezia si va a piedi, in vaporetto, in motoscafo o in gondola. Giusto che rimanga così. ;o)
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