martedì 1 novembre 2022

L'Eritrea

 


L'Eritrea (6.900.000 abitanti) è uno Stato multilingue e multiculturale con due religioni prevalenti: Islam sunnita e Chiesa ortodossa eritrea, ha 9 gruppi etnici. Nel 1890 era Colonia Eritrea (colonia del Regno d'Italia), è di fatto un regime dittatoriale senza libertà politiche e di associazione, senza potere giudiziario e fonti d'informazione indipendenti. Il suo nome le è stato attribuito dagli Italiani alla fine dell'Ottocento quando costruirono la colonia, deriva dal greco antico erithros che significa "rosso" perchè si affaccia sul Mar Rosso.


foto da wikipedia.org

Intorno al 1.000 a.C. vi si stabilirono i Sabei (dal Regno di Saba, un popolo arabico) che formarono un regno avviando forti legami commerciali e culturali con la civiltà greca, romana e meroitica, seguì il Regno axumita che iniziò a declinare del VII secolo. Nel 1557 fu invasa dagli Ottomani che controllarono le zone costiere per quasi 300 anni. Gli Italiani iniziarono ad occuparla nel 1869 con il padre lazzarista Giuseppe Sapeto che, per conto della Società di navigazione Rubattino di Genova, avviò trattative per la cessione della Baia di Assab al Governo italiano, è il primo atto della presenza italiana nel Continente africano. Nel 1882 il Governo italiano acquistò  il possedimento di Assab, poi acquistò l'importante città portuale di Massaua e il controllo si estese nell'entroterra. Nel 1890 l'Eritrea fu ufficialmente dichiarata colonia italiana. Nel 1895 iniziarono le battaglie fra Italiani e le truppe etiopi, l'Eritrea fu la colonia con la più forte presenza di italiani, infatti nel 1939 ad Asmara furono censiti 53.000 italiani su una popolazione di 98.000.



L'Italia riconobbe l'indipendenza dell'Abissinia ma nel 1934 l'aggredì con un pretesto conquistandola, tutte le colonie del Corno d'Africa furono unificate da Mussolini nell'Africa Orientale Italiana. Dal 1941 l'Eritrea fu occupata dall'esercito britannico che iniziò a scontrarsi con quello italiano, nel 1943 l'Italia si arrese. Nel frattempo quasi 100.000 italiani in Eritrea scomparvero in pochi decenni e nel 1947 l'Italia dovette rinunciare alle colonie africane, nel 1949 l'Onu dichiarò l'indipendenza dell'ex colonia che divenne un protettorato britannico fino al 1952. 


Deserto

Nel 1962 l'Eritrea divenne una semplice provincia amministrativa dell'Impero etiopico. La lotta per l'indipendenza (con vari interventi sovietici e americani) finì nel 1991 e nel 1993 con un referendum venne dichiarata l'indipendenza dello Stato. Le lingue più diffuse sono il tigrino e l'arabo, l'italiano è diffuso  soprattutto ad Asmara e fra la popolazione più anziana, in campo commerciale e in quello amministrativo. In Eritrea non c'è libertà di culto, le religioni autorizzate sono la Chiesa ortodossa eritrea e la Chiesa evangelica luterana (50-60% cristiana e per il 36-48% islamica). Nel Paese vige l'onomastica abissina, il nome di ogni persona è costituito dal suo nome proprio e dal nome del padre, non esistono perciò i cognomi ed ognuno eredita esclusivamente il nome del padre, per tale ragione le donne non mutano il proprio nome completo con il matrimonio, la legislazione consente di utilizzare il nome della madre al posto di quello del padre.


Fiume Mareb

Ufficialmente vige l'obbligo scolastico dai 7 ai 13 anni ma non ci sono sufficienti infrastrutture educative, la scuola primaria è frequentata dal 31% delle bambine e dal 33% dei bambini che calano rispettivamente al 25% e al 32% per la scuola secondaria. Le classi di scuola primaria sono composte da 63 alunni e quelle di scuola secondaria da 93, la frequenza scolastica è inferiore alle 4 ore giornaliere e i tassi di abbandono sono molto più elevati per le femmine. L'alfabetizzazione ha un tasso del 67,8%. L'aspettativa di vita è di 68 anni per le femmine e 64 per i maschi. L'Eritrea è un Paese povero con un'economia basata sull'agricoltura di sussistenza e sull'allevamento di ovini e bovini, relativamente sviluppata la pesca. La ripresa economica è fortemente pregiudicata dalla corruzione dilagante e dal mercato nero nel quale sono coinvolti gli alti quadri e l'esercito. L'Eritrea sopravvive soprattutto con gli aiuti internazionali.


2 commenti:

  1. Decadenza ... e' cio' che mi viene in mente se penso all'Eritrea. Questa terra dal fiorente passato, il tempo, ma per colpa dell'uomo, l'ha vista trasformarsi in terra di conquista e poi in campo di battaglia, lasciandola infine in balia di se' stessa. Le varie indipendenze, che costano sempre tanto sangue, non sempre migliorano le condizioni di vita e i luoghi. Come dire ... non tutte le ciambelle riescono col buco! C'e' lo Stato che piano piano, anche se a fatica, riesce a camminare da solo e si trasforma in una bella ciambellina e c'e' quello che invece non riesce a fare il buco e diventa un dolcino informe, proprio come l'Eritrea. Una volta liberi, se non si ha la voglia o la capacita' di organizzarsi, si torna in catene ma questa volta, come dire ... 'per mano amica'. Corruzione, bande armate, malavita e dittature estreme sono i deleteri scenari che potrebbero affacciarsi all'orizzonte di chi pensa che finalmente il peggio sia passato. Nel video viene mostrato un quartierino nuovo ... purtroppo immerso in un contesto di macerie, stabili abbandonati e un patrimonio storico demolito. Molto spesso, in simili situazioni, ho visto danneggiare pesantemente, in maniera volontaria e proprio per spregio, edifici e monumenti lasciati da altri popoli ... senza pero' costruire nient'altro. Ecco perche' parlo di 'decadenza' quando vedo macerie di un qualcosa che poteva essere riutilizzato in altro modo ... meglio 'di altri' che niente! Anche la mancanza dei cognomi mi ha un po' sconcertato perche', salvo i famigliari stretti, penso che manchi quella sorta di 'appartenza' che e' uno dei primi tessuti sociali.

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  2. @ ZeN: Credo che l'Eritrea odierna sia uno Stato-fantasma che si legge nella cartine geografiche ma in effetti non rappresenti più nulla e nessuno. Niente storia, niente tradizioni, niente arte e cultura, nessuna intenzione dei dittatori di turno di occuparsi della sua vita, figuriamoci del progresso. E' la terra di nessuno in cui la gente cerca solo di sopravvivere da molto tempo, questo mi dà la misura degli interessi internazionali che scelgono chi favorire e chi abbandonare, ci sono Stati letteramente "tirati sù" da Onu, Stati Uniti ed Europa, fondati di sana pianta dal nulla che diventano potentissimi e floridi, altri, di pochissimo interesse internazionale, lasciati morire. Questo è uno di quelli. Mai farsi abbagliare dalla scusa del "buon cuore", della "democrazia", del diritto alla "giustizia" e alla vita vantati dagli Stati potenti nei loro interventi economici o armati, a loro della gente non è mai fregato nulla e se ne fregano altrettanto altamente delle sconcezze che questi Stati, rinvigoriti, perpretano alla faccia del rispetto degli altri popoli. Nessun intervento di aiuto disinteressato è mai stato fatto, condannando alcuni popoli all'inedia e altri al "successo internazionale". Dare senza avere non è contemplato. E l'Eritrea a sto punto cosa può dare? :o(

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